fbpx
AttualitàCultura

Internet Army, il cyberesercito ucraino contro i brand che non boicottano Mosca

Gli attivisti si incontrano su Telegram

Il conflitto tra Russia e Ucraina, l’utilizzo di Telegram come “arma” difensiva della popolazione ucraina, un conflitto che si svolge sempre di più a colpi di cyber attacchi. E infine la tendenza di un numero sempre maggiore di brand occidentali a privare la Russia dei propri prodotti e servizi.

Tutti questi elementi, che stanno caratterizzando la guerra iniziata lo scorso 24 febbraio, sono contenuti nella notizia di cui vi diamo conto in questo articolo. E che riguarda il gruppo di attivisti informatici a difesa di Kiev, ribattezzato pomposamente Internet Army dal vicepremier ucraino – e soprattutto ministro della trasformazione digitale – Mykhailo Fedorov, con un tweet del 26 febbraio scorso.

Ebbene, l’Internet Army sta invitando (diciamo così) i brand occidentali a interrompere ogni attività commerciale in Russia. Passando anche a ritorsioni mediatiche nel caso di marchi poco o per nulla solerti nel boicottare Mosca.

cyber war gruppi eserciti russia ucraina min

L’Internet Army ucraino

Sin dai primi giorni del conflitto vi abbiamo raccontato di come Kiev abbia istituito una sorta di cyberesercito composto da hacker, con almeno tre obiettivi. Il primo è difensivo: i professionisti informatici (non solo provenienti dall’Ucraina) hanno il compito di contrastare la campagna di disinformazione messa in atto da Mosca.

C’è poi il versante offensivo, dunque l’attacco informatico ad aziende russe. Attività in cui sta spadroneggiando Anonymous, che si è da subito schierato a favore della causa ucraina.

Terzo è l’aspetto solidaristico: Internet Army si occupa anche di ricevere donazioni in criptovalute.

Ma adesso pare che ci sia un quarto ambito di intervento.

Internet Army e i brand occidentali

Ormai da diverse settimane si sta operando un boicottaggio di Mosca su vasta scala. Hanno iniziato i colossi del tech, lasciando la Russia a corto di prodotti e servizi. Dopo di che si sono uniti grandi marchi di altri comparti. E molti dei meno lesti, fosse anche solo per una questione di pubblico prestigio, stanno a poco a poco aderendo a questo blocco su larga scala.

Internet Army, in questo senso, sta facendo forti pressioni sulle aziende che ancora non hanno abbandonato il territorio russo. E lo fa tramite un canale Telegram che conta più di 310.000 iscritti. I post pubblicati raggiungono quotidianamente circa 100 milioni di utenti a livello globale. È quindi intuitivo a quale figura si esporrebbe un brand che, chiamato pubblicamente in causa dall’Internet Army ucraino, si rifiutasse di dare il proprio contributo.

Sembra poi che il pieno controllo delle operazioni sia proprio del Ministero della trasformazione digitale, che indica non solo i marchi da sollecitare, ma anche il linguaggio da utilizzare.

Tra le aziende che si sono fatte convincere dall’Internet Army ucraino a chiudere (o limitare fortemente) il giro di affari in Russia citiamo Johnson&Johnson, Nestlé e McDonald’s.

Lo stesso, come vi abbiamo riportato in un altro articolo, è capitato al colosso francese dell’abbigliamento sportivo, Decathlon.

Il cyberesercito ucraino e Telegram

Altrove vi abbiamo segnalato come Telegram sia stato eletto dalla popolazione ucraina a social di riferimento, tramite cui ricevere notizie certificate e organizzare la resistenza.

Con il procedere del conflitto, altre piattaforme sono scivolate su posizioni sempre più ambigue, senza riuscire a (o senza voler?) arginare l’enorme quantità di fake news circolanti assieme alle notizie autentiche.

Telegram invece sta riuscendo a passare indenne da questo forte rischio. Offrendo ad esempio, con il canale @UkraineNOW, notizie certificate 24 ore su 24.

Ma c’è di più: tramite Telegram si stanno organizzando piccoli gesti di resistenza e ribellione quotidiana, vengono reclutati volontari da tutto il mondo. E, come dicevamo, è tramite un canale Telegram che agisce l’Internet Army voluto da Mykhailo Fedorov.

Offerta
La Russia di Putin
  • Editore: Il Mulino
  • Autore: Mara Morini
  • Collana: Universale paperbacks Il Mulino

Il boicottaggio di Mosca e i suoi limiti

L’invasione russa dell’Ucraina ha portato l’opinione pubblica a schierarsi istintivamente, e quasi unanimemente, a favore della popolazione assediata. E ciò è più che legittimo.

Tuttavia, e ne abbiamo scritto in diversi articoli, sovente si è poi sviluppato un insensato sentimento antirusso, che ha colpito anche in modo dissennato e talvolta involontariamente ridicolo.

Parlando nello specifico del boicottaggio contro Mosca da parte dei brand occidentali, vanno citati almeno due aspetti. Il primo lo abbiamo sviluppato in un altro articolo, a cui vi rimandiamo. E riguarda la possibilità che molte aziende lascino Mosca per puro social washing, ovvero per dare al mondo un’immagine di sé ben più virtuosa di quanto non sia in realtà.

C’è poi un aspetto pratico. Chiudere di colpo ogni attività in un Paese, specie per grandi marchi, significa avere centinaia se non migliaia di lavoratori (del tutto incolpevoli) da ricollocare. Ma da ricollocare dove? E come?

Forse, anziché accogliere i gesti altisonanti con superficiale entusiasmo, bisognerebbe analizzarne le conseguenze in tutta la loro complessità.

Da non perdere questa settimana su Techprincess

✒️ La nostra imperdibile newsletter Caffellattech! Iscriviti qui 
 
🎧 Ma lo sai che anche Fjona ha la sua newsletter?! Iscriviti a SuggeriPODCAST!
 
📺 Trovi Fjona anche su RAI Play con Touch - Impronta digitale!
 
💌 Risolviamo i tuoi problemi di cuore con B1NARY
 
🎧 Ascolta il nostro imperdibile podcast Le vie del Tech
 
💸E trovi un po' di offerte interessanti su Telegram!

Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

Ti potrebbero interessare anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button