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Intelligenza Artificiale nelle scuole, intervista a Intel e Junior Achievement

Walter Riviera e Miriam Cresta, CEO di JA Italia, insieme alle ragazze e all'insegnante, ci hanno raccontato di un progetto speciale

Intel e Junior Achievement (JA) hanno lanciato in Italia il programma AI for Youth, con l’obiettivo di formare giovani fra i 13 e i 19 anni sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale, portandola nelle scuole. E i risultati sono già straordinari: un team di 6 ragazze e una docente dell’IT Fermi di Francavilla Fontana ha creato un chatbot per biblioteche e librerie. Arrivando a ricevere un riconoscimento importante al AI in the Classroom: European Youth Showcase. Abbiamo intervistato Walter Riviera (EMEA AI Specialist di Intel) che ha seguito le ragazze e Miriam Cresta, CEO di JA Italia, oltre che le ragazze e la professoressa Giulia Martina che hanno vissuto quest’esperienza in prima persona.

Intelligenza artificiale nelle scuole: intervista a Walter Riviera di Intel e Miriam Cresta di Junior Achievement

L’educazione delle nuove generazioni è una responsabilità che tutta la società deve prendersi. Intel e Junior Achievement sembrano aver capito molto bene questa esigenza. Miriam Cresta ci spiega infatti che “la partnership per portare l’intelligenza artificiale nelle scuole nasce l’anno scorso. Ma ci conosciamo da anni, questo nuovo progetto vuole essere una ripartenza con ancora maggior slancio. Un impegno che è europeo, non solo italiano. E che vuole portare le nuove tecnologie all’interno dei laboratori di imprenditorialità che teniamo nelle scuole superiori”.

La CEO di JA Italia dimostra di credere in questo progetto con tanta convinzione che ci risulta impossibile tradurre per scritto. Ma al tempo stesso, fin da subito, ci spiega come AI for Youth sia solo un pezzo di un puzzle molto più grande. “Nella scuola italiana e in generale nella nostra cultura c’è ancora una divisione di genere quando si parla di nuove tecnologie. Quando entriamo negli Istituti informatici troviamo ancora poche ragazze, come succedeva qualche anno fa nelle facoltà di ingegneria”.

Per questo motivo JA si sta impegnando sempre di più anche nella formazione primaria, per “mettere l’informatica e le discipline STEM nell’immaginario delle ragazze fin da piccole”. Anche perché le qualità delle ragazze in termini “problem solving e social enterprise possono rivelarsi delle risorse importanti nel mondo della tecnologia”.

Intel AI for Youth - intelligenza artificiale nelle scuole
Photo Credits: Intel

Una formazione oltre agli strumenti tecnici

Walter Riviera ci spiega che questo progetto fa parte della strategia di Intel dall’acronimo RISE: Responsabilità, Inclusività, Sostenibilità ed Empowerment (consapevolezza di sé e del proprio potenziale). Perché in questo progetto Intel non si è limitata a fornire qualche dispositivo e un paio di note tecniche, anzi.

“L’obiettivo era quello di migliorare le competenze e dare alle ragazze consapevolezza. Non basta fornire un device: abbiamo lavorato soprattutto sul problem solving, sul lavoro di gruppo. Tutte esperienze che possono servire anche nella vita di tutti i giorni oltre che sul lavoro. La tecnologia pervade moltissimi ambiti della nostra vita, anche solo la consapevolezza di uno strumento potente come l’intelligenza artificiale può aiutare le ragazze in molti modi” spiega Riviera.

Questo progetto pilota infatti ha visto il training degli insegnanti con formatori Intel che hanno collaborato in maniera diretta. Sono stati raggiunti 50 studenti per questo progetto particolare. Ma Riviera ci ricorda che “entro la fine dell’anno Intel avrà avviato progetti in 16 Paesi, con 10 mila istituzioni e coinvolgendo fino a 250 mila studenticon varie attività.

Intelligenza artificiale nelle scuole: Walter Riviera e Miriam Cresta ci raccontano il progetto

La possibilità di avere AI Specialist come Walter Riviera nelle scuole superiori permette di “portare la sua esperienza, la sua vita fra i banchi di scuola. Dando ai ragazzi e alle ragazze di confrontarsi con il mondo del lavoro, ma anche con la passione di chi insegue con entusiasmo la propria carriera” commenta Cresta.

Lo specialista Intel ci spiega che lui stesso da ragazzo non aveva un’idea chiara di quello che avrebbe fatto da adulto, quindi ha trovato interessante la possibilità di far conoscere la propria vocazione professionale agli studenti. Che hanno potuto poi partecipare a un progetto pratico e molto simile “a quello che incontro ogni giorno sul luogo di lavoroci spiega Riviera.

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Un percorso completo, anche per gli insegnanti

La possibilità di collaborare con dei professionisti è un vero valore aggiunto per le studentesse, come spiega la professoressa Giulia Martina. Ma anche una possibilità di formazione per gli insegnanti. “Come referente PCTO sia di Istituto che del dipartimento di Informatica di cui faccio parte, sono sempre molto attenta a raccogliere opportunità che provengono dall’esterno, e, in un momento in cui con l’esterno si poteva interagire solo in DAD, ho deciso di prendere parte ad un progetto innovativo quale è stato AI 4 Youth.”

Il progetto, articolato in 3 sessioni, ha previsto un percorso di formazione in lingua inglese per docenti provenienti dalla Comunità Europea, la condivisione dei contenuti acquisiti con i propri studenti e un Innovation Camp, una full immersion di 2 giorni, per approfondire temi legati all’intelligenza artificiale e per presentare un’idea imprenditoriale in questo ambito specifico. Il progetto è stato molto interessante sia perché mi ha fatto avvicinare ad argomenti mai studiati e trattati; era un progetto internazionale e quindi ho conosciuto docenti provenienti da altri contesti scolastici. Il materiale che ci è stato fornito è stato molto utile.

Ho potuto conoscere anche piattaforme di E-learning nuove. E poi è stato molto stimolante il dover trasferire alle studentesse e agli studenti quanto appreso. Dal momento che i vari step seguivano date che erano in linea con le indicazioni per lo STEM, ho pensato di coinvolgere solo studentesse e solo docenti donne. Dal nulla sono nate nel tempo tante opportunità di crescita e momenti di gratificazioni sia per noi docenti e sia per le studentesse. Infatti, siamo riusciti a vincere il premio “Novimpianti” bandito nel nostro Istituto, il premio “Digital Education Hack” ed il concorso “storie di alternanza” bandito dalla Camera di Commercio di Brindisi, vincendo premi in denaro.

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Startupper fra i banchi di scuola

“Le ragazze avevano molta libertà. Avevano una task, una data di scadenza e un obiettivo finale, il resto era una lavagna bianca. Io ho dovuto giustamente impostare un ‘guardrail’ per limitare il campo, l’intelligenza artificiale è un campo davvero ampio. Ma ciò che mi ha stupito è come le ragazze (che non necessariamente erano le prime della classe e venivano da sezioni diverse della scuola), si siano messe in gioco da subito. E dopo essersi confrontate si sono dette: non abbiamo le skill per scrivere del codice da zero, dobbiamo trovare una soluzione alternativa. Quello che io chiamo ‘arrangiometro‘: lo strumento più importante che si possa avere nel mondo del lavoro”.

Le ragazze hanno quindi trovato in autonomia una piattaforma userfriendly chiamata Chatfuel, che potevano programmare con un supporto grafico, senza bisogno di scrivere codice. Hanno creato un meccanismo “rules based” per rispondere su Facebook alle richieste di chi vuole prenotare un libro. “Se il bot non capiva, chiedeva il numero di telefono per essere ricontattati da un operatore umano. Mi ha colpito che le ragazze hanno persino considerato il GDPR per capire quali dati chiedere e preparato un modulo da accettare per lasciare i dati”.

Sebbene a livello di codice ci sia poco (“ma avranno una vita per affinare le skill tecniche”) si sono dovute confrontare con scadenze e compromessi, una grande palestra per il loro lavoro un domani.

Intelligenza artificiale a scuola: l’opinione delle ragazze

Le studentesse sembrano soddisfatte dell’esperienza, che ha dato loro molte soddisfazioni, compresi i premi ricevuti. “È stata una bella opportunità perché abbiamo conosciuto nuovi settori tecnologici, come l’intelligenza artificiale; abbiamo avuto la possibilità di lavorare in team e di conoscerci meglio anche come studentesse di classi diverse. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere e lavorare con Intel grazie a Walter Riviera. È stata veramente una esperienza piena di soddisfazioni anche per tutti i premi che abbiamo ricevuto.”

Le ragazze sembrano inoltre interessante al mondo dell’intelligenza artificiale, anche in futuro. Quando chiediamo loro se continueranno ad applicarsi in questo campo rispondono: “Al momento no, ma sicuramente cercheremo di trovare degli spazi per continuare a lavorare e ad approfondire temi legati all’intelligenza artificiale.”

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Per educare alla tecnologia ci vuole una società intera

Miriam Cresta ci tiene inoltre a sottolineare l’importanza non solo del progetto in sé, ma anche del contest a cui hanno partecipato le ragazze. “Non è banale, significa confrontarsi con il contesto esterno. Per questo noi di Junior Achievement cerchiamo collaborazioni come quella con Intel e con le realtà del territorio che possono riconoscere il lavoro degli studenti”.

Confrontarsi con il mondo della tecnologia e con l’imprenditorialità diventa importante per i ragazzi. Sia per formare cittadini consapevoli, “con un pensiero critico sulla tecnologia” come spiega Riviera. Ma anche perché “spesso un non corretto orientamento nel mondo della scuola può contribuire alla disoccupazione”. Investire nella formazione invece “porta un ritorno sociale fondamentale, ma ha anche un grande impatto economico: per ogni euro investito su uno studente ne tornano 4,3 euro”.

Oltre al sistema economico allargato, per JA diventa importante arrivare a tutti i livelli del percorso scolastico. “Ci piace l’idea che le sedicenni siano da esempio alle dodicenni. Ma non si può prestare attenzione solo ‘all’ultimo miglio’, alle superiori. Per compiere questo importante cambio culturale c’è bisogno di partire prima. Ispirare la logica dell’imprenditorialità, creare consapevolezza nell’uso della tecnologia. Già dalla scuola primaria“.

Riviera poi sottolinea come questo tipo di formazione sia sempre più richiesto nel mondo del lavoro. L’intelligenza artificiale è la seconda competenza più richiesta, subito dopo il cloud“. Ma la tecnologia (e l’intelligenza artificiale in particolare) è pervasiva “da Spotify che mi consiglia le canzoni alla gestione dei dati. Come cittadini prima ancora che come brand vogliamo essere parte di questo cambio culturale. Più diversità e inclusività nel mondo della tecnologia, una risorsa di cui abbiamo bisogno”.

Questo cambio culturale parte dalle scuole. Con le ragazze e i ragazzi che sviluppano un pensiero critico sulla tecnologia, per migliorarla quando entreranno nel mondo del lavoro. Progetti come questo di Intel e JA preparano la strada per un futuro migliore.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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