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In Italia cresce la pirateria di partite ed eventi sportivi

Ben 11 milioni di persone utilizzano le lptv illecite in Italia

Di recente la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali (FAVAP) ha condiviso i dati aggiornati sul fenomeno della pirateria in Italia, soprattutto per quanto riguarda il settore degli eventi sportivi. A crescere nell’ultimo anno, infatti, è stata soprattutto la pirateria di partite ed eventi sportivi, che sarebbe cresciuta del 14% rispetto all’anno precedente. Un dato che preoccupa notevolmente l’industria audiovisiva, soprattutto per quanto riguarda Dazn. Ma andiamo a vedere la situazione più da vicino.

Pirateria: cresce in Italia il fenomeno nel settore degli eventi sportivi

Stando ai dati riferiti dalla FAVAP, negli ultimi 12 mesi è aumentato il numero degli utenti che hanno utilizzato le Iptv illecite almeno una volta, raggiungendo la quota di 11 milioni di persone. Di queste, ben 2 milioni hanno dichiarato di essere in possesso di un abbonamento illegale. “Si tratta di una vera e propria criminalità informatica. C’è una chiara mentalità criminale dietro a tutto questo. I soggetti che alimentano il mercato hanno capito subito che con questo tipo di fenomeno avrebbero potuto ottenere ricavi enormi“. Così ha commentato i dati Federico Bagnoli, segretario generale di FAVAP.

Ma a stupirvi davvero sarà un altro dato. Soltanto il 37% degli utenti, infatti, sa di commettere un reato. E questo non fa altro che ingigantire i problemi che la diffusione della pirateria causa a piattaforme come Dazn, che ha investito ben 480 milioni di Euro nel settore degli eventi sportivi. Non a caso, appena qualche settimana fa la piattaforma ha annunciato la sua volontà di annullare la possibilità di usare due diverse utenze con un solo abbonamento. Una decisione annunciata ma mai concretizzata davvero. In ogni caso, a preoccupare la FAVAP è soprattutto la pirateria che riguarda le pay tv.

È la forma che preoccupa più di tutti“, ha commentato Bagnoli. “L’Italia ha a disposizione tanti strumenti per combattere il fenomeno e molti Paesi continuano ad emularci. Secondo il regolamento Agcom possiamo chiudere un sito in tre giorni attraverso un provvedimento cautelare per esempio“. Ma il problema non è soltanto quanto le società che si occupano di eventi sportivi perdano davvero, ma anche quanti posti di lavoro sono messi a rischio. Sarebbero 6000, infatti, i lavoratori che hanno perso il proprio posto. Insomma, una situazione che va peggiorando, e che richiede subito un intervento del Governo.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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