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Joe Rogan intervista Steve Jobs, in un podcast generato dall’AI

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Volete sapere cosa penserebbe Steve Jobs dei nuovi iPhone? Una compagnia di Dubai potrebbe avere la risposta, o quasi. Infatti ha pubblicato un podcast in cui un finto Joe Rogan intervista un finto Steve Jobs, entrambi generati dall’Intelligenza Artificiale (AI). Con risultati (quasi) realistici, anche se non necessariamente originali. E soprattutto, controversi.

Joe Rogan intervista Steve Jobs in un podcast, entrambe le voci generate in AI

Il primo episodio della serie Podcast.ai fa sentire la voce di due persone che sono celeberrime nei rispetti campi. Da un lato il podcaster di maggior successo al mondo (anche se contestato per posizioni no-vax e non solo) Joe Rogan. Dall’altro il co-fondatore di Apple Steve Jobs. Che come sapete, è morto ormai da undici anni.

L’azienda con sede a Dubai Play.ht ha infatti ricreato le voci di entrambi utilizzando il deep learning. Ascoltando i pattern vocali delle persone per tantissime ore, riesce a cogliere tutte le sfumature della voce e del parlato per generare risultati molto simili all’originale. Di recente abbiamo visto qualcosa di simile nella voce di Darth Vader nella serie su Disney+ Obi-Wan Kenobi

Addestrare la macchina

Per sfruttare l’intelligenza artificiale servono molte ore di contenuti audio. Joe Rogan è quindi il candidato ideale per questo tipo di tecnologia: registra continuamente ore su ore su podcast per Spotify, ha lanciato speciali su Netflix. Tanto che, come riporta The Verge, già in passato un’azienda chiamata Dessa aveva sintetizzato la voce del podcaster.

Per Steve Jobs la questione è più complessa, visto che non aveva tutto quel tempo per registrare podcast mentre dirigeva Apple. Tuttavia, il deep learning ha campionato la voce dell’ex CEO della Mela dai celeberrimi keynote di lancio prodotto e dalle interviste fatte per radio e televisione. Il risultato per Jobs è meno fluido: a volte la voce sembra spezzata. Ma funziona. Abbastanza.

Domanda e risposta

Anche il testo dell’intervista, sia le domande di Joe Rogan che le risposte di Steve Jobs, sono tutte generate dall’intelligenza artificiale, usando modelli di Large Language Model (LLM), come il GPT-3 di OpenAI.

Nella descrizione del podcast, l’azienda spiega che: “l’episodio su Steve Jobs è stato addestrato sulla biografia e su tutte le sue registrazioni che abbiamo potuto trovare online, in modo che l’AI possa riportarlo accuratamente in vita“. Che non è una scelta di parole molto sensibile, ma spiega il procedimento piuttosto bene.

Credit: Apple

Tuttavia, il percorso seguito dall’intervista da 19 minuti non risulta troppo sensato. Dopo un po’ di tempo, sembra che Jobs ritorni su alcuni punti salienti delle sue passate interviste come fossero “greatest hits” un po’ troppo sconnesse tra loro. Parlando per esempio del successo del Macintosh originale insieme alla competizione con Google.

In un punto Jobs sembra ripercorrere la sua celebre intervista con Triumph of the Nerds nel 1995, pur variando le parole usate. “Il problema che ho sempre avuto con Microsoft è che in molti modi sono persone intelligenti e fanno un buon lavoro, ma non hanno mai avuto gusto. Non hanno mai avuto alcun senso estetico”.

Sentiremo altri podcast con Steve Jobs?

Non sappiamo se utilizzare la voce di Steve Jobs e Joe Rogan sia davvero legale, specie per promuovere un prodotto commerciale come il software di play.th. Immaginiamo che potremo scoprirlo nel caso Rogan o gli eredi di Jobs decidessero di far causa.

Ma sembra che l’ora in cui dovremo chiederci se questo tipo di deep fake sia apprezzabile ed etico stia arrivando. È giusto che una compagnia utilizzi la voce di Steve Jobs per il prossimo podcast di successo sulla tecnologia? Potremo utilizzare il deep fake di grandi attori del passato per film e serie TV moderne?

Soprattutto, come faremo a tutelare gli interessi di queste persone quando non sono più qui per dire la loro. Nel podcast, Steve Jobs dice a Rogan che “Mi piace rilassarmi in auto e ascoltarti inveire”. Siamo sicuri che sarebbe d’accordo a dirsi fan di un podcaster controverso come Rogan? Non lo sappiamo. E forse è giusto continuare a non saperlo.

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