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Jurassic World – Il regno distrutto, la nostra recensione

Stanchi dei soliti bei film con i supereroi? Dei cinecomics ben scritti e ben recitati, con attori in parte, ottimi effetti speciali, battute spassose e persino vari livelli di lettura? Niente paura, ho quello che fa per voi: Jurassic World – Il regno distrutto riuscirà a darvi dialoghi brutti, personaggi poco interessanti, una trama che boh e anche una dose di sana ignoranza. E i dinosauri? Sì, ci sono anche loro, poco, ma ci sono, tranquilli.

Rimandati a settembre

Nel 2015, prima dell'uscita del primo Jurassic World, mi chiedevo se i dinosauri avrebbero ancora fatto presa su di me visto che ormai il lavoro dei miei sogni non era più l'archeologa e soprattutto non avevo più 4 anni. Ma vi posso garantire che il mio entusiamo è rimasto pressocché immutato! Pressocché, appunto. La maturità dei miei "16 anni e mezzo" non mi permette più di passare sopra a certe cose e di queste certe cose in Jurassic World 2 ce ne sono a bizzeffe.

Andiamo con ordine: parlavo di dialoghi brutti, no? Bene, lasciatemi descrivere questa scena: abbiamo Chris Pratt e la figlia di Ron Howard che riescono a salire alla guida di un camion e, poco prima di muoversi, lei a lui: “E adesso dove andiamo?” e lui a lei: “Lo scopriremo tra poco”. Ora, ditemi a cosa serve questo dialogo. Che fine ha fatto la regola aurea della narrazione "show don't tell"? Non sarebbe stato meglio: loro salgono alla guida di un camion e primo piano sullo sguardo intenso di uno dei due? Ecco, si fa in fretta a dire sguardo intenso, e qui arriviamo al secondo grande buuu: gli attori. Cioè, Chris Pratt è sempre convincente, mi piace molto e in questo film fa decisamente la parte del leone, ma a parte altri due o tre interpreti, il resto del cast è da bocciare. A cominciare da Bryce Dallas Howard, la figlia del famoso regista che, per l'amor del cielo, bella è bella, ma volete davvero che vi faccia una lista delle attrici belle tanto quanto lei ma che ad ogni sopracciglio alzato o sguardo preoccupato non mi fanno pensare: “Mizega, recitare deve essere il lavoro più faticoso della Terra, altro che in miniera”?

E poi vogliamo parlare di quasi tutti i nuovi personaggi inseriti in Jurassic World 2? Non basta una debole connessione con la prima trilogia per farmi interessare alle loro vicende. Quindi meno vecchi morenti e bambine impiccione e più dinosauri e Jeff Goldblum, please! No, non è discorso superficiale come quando ad un cinecomics si chiedono più botte e meno chiacchiere, perché i veri protagonisti di “Jurassic quel che l'è” sono e devono essere i dinosauri, come in Jurassic Park, anche se apparivano in soli 14 dei circa 120 minuti di durata del film.

A proposito di dinosauri…

Come siamo messi a bestiole in questa versione di Jurassic Park probabilmente prodotta dalla Asylum? Non benissimo. Il primo Jurassic World aveva due cose molto fighe: il legame straordinario tra Pratt e la velociraptor Blue, che ha fatto fremere l'etologa che è in me, e la lotta tra il dinosauro modificato geneticamente e quelli veri, a dimostrazione che la natura sarà sempre più forte di qualcosa creato dall'uomo, anche se, parlando di dinosauri al giorno d'oggi, forse il termine "natura" non è il più indicato.

Ecco il sequel porta all'estremo entrambe, banalizzandole e rendendole poco credibili: la raptor Blue, in Jurassic World 2, non si limita ad avere un legame con Pratt, ma si mette a difendere tutti gli umani dalla parte di Star Lord, snaturando completamente la sua bestialità. Ricordiamoci che Blue non è ontologicamente buona, tantomeno un cane, è un rettile carnivoro spietato e super intelligente che sì, rispetta un essere umano, ma ciò non vuol dire che non potrebbe divorare tutti gli altri, bambina, vecchio o tipa con i capelli rossi compresi.

In questo film ho notato anche una radicale inversione di tendenza nell'utilizzo dei dinosauri nell'economia della narrazione: se nel primo Jurassic Park servivano per rappresentare la bellezza e lo stupore della vita, in Jurassic World 2 sono utili soprattutto nelle scene legate alla morte, loro o degli esseri umani. E poi, la vogliamo finire di usare dei poveri brontosauri morenti per far scendere qualche lacrima dagli occhi degli spettatori? Cioè, io ho pianto, sia nel prequel che nel secondo capitolo, perché amo i brontosauri ma non sarebbe meglio sfruttare, chessò, le doti attoriali della protagonista per far provare emozioni alla gente in sala? Che non sia l'imbarazzo, però, se è possibile…

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