Sono passati dieci anni dall’arrivo in Italia di Just Eat. Dieci anni che oggi si traducono in oltre 2 milioni di utenti, 24.000 ristoranti e 1.300 città coperte dal servizio. Dieci anni costellati da eventi di ogni genere, dal primo ordine messicano, da Chattanooga Saloon a Roma, all’ordine più grande fatto sempre nella capitale, per un totale di 181 prodotti, fino ad arrivare alla pandemia e all’aumento vertiginoso degli ordini.
E oggi qual è la situazione del cibo a domicilio in Italia?
Le cucine più amate dagli italiani
Le cucine più popolari vedono al vertice la sempre amatissima pizza, in particolare margherita, diavola e capricciosa. Seguono a ruota gli hamburger, con gli italiani che mostrano una predilezione per cheeseburger, hamburger e double cheeseburger, e la cucina giapponese, con gli ordini che si concentrano sui nigiri al salmone, gli uramaki ebiten e il sashimi di salmone.
Al quarto posto troviamo il cinese con tre grandi classici: gli involtini primavera, il riso alla cantonese e i ravioli alla griglia. Sotto di lui una new entry: il pokè.
Il Bel Paese però ha voglia di sperimentare. Negli ultimi 12 mesi gli ordini legati alla cucina libanese sono saliti del 93%; crescono il thailandese (+61%) e le specialità regionali (+43%), oltre alle insalate e al cibo healthy. Aumenta anche la popolarità della cucina vegana, con la torta salata alle verdure, la pita falafel e babaganoush a guidare questo trend; i vegetariani invece preferiscono gli hamburger – naturalmente vegetariani-, i wrap veggie e l’hummus.
Il food delivery è per i single?
In realtà no. Il 46% degli italiani ordina su Just Eat quando è in compagnia del proprio partner, il 27% quando è con i figli e il 22% in occasione delle serate con gli amici o altri membri della famiglia.
Ma qual è l’utente medio del servizio? Prima di tutto c’è un equa divisione tra i generi mentre le fasce d’età più interessante al food delivery sono quelle dai 18 ai 34 anni (38%) e dai 35 ai 55 anni (49%). Gli iscritti a Just Eat inoltre sono grandi appassionati di calcio e videogiochi e si concentrano nelle grandi città (68%).
Le ragioni per affidarsi al food delivery sembrano essere principalmente tre: il desiderio di rilassarsi dopo una giornata stressante, di soddisfare una voglia specifica o di non cucinare.
Il futuro del cibo a domicilio
La fotografia scattata da Just Eat con la sua ricerca, che copre il periodo dal 30 settembre 2020 al 30 settembre 2021, ci racconta il mondo del cibo a domicilio oggi, ma in futuro?
In realtà il food delivery andrà in contro a una marea di cambiamenti. Prima di tutto dovrà fare i conti con il tema sostenibilità, motivo per cui ci aspettiamo l’introduzione di contenitori compostabili e biodegradabili nonché di mezzi elettrici per la consegna degli ordini.
Questo però sarà il primo step: tra qualche anno probabilmente saranno i veicoli a guida autonoma ad occuparsene. Lo scenario però si evolverà ancora, con i concierge virtuali e l’aggregazione di servizi diversi. Un esempio? Nel prossimo futuro la vostra cena potrebbe arrivare insieme ai vestiti ritirati in tintoria.
Voi quale futuro vi immaginate per il food delivery?