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La bufala della settimana: la Kalush Orchestra e il saluto romano

Sarebbe successo durante la finale dell’Eurovision

Uno dei leitmotiv di Mosca, per giustificare l’invasione dell’Ucraina e la guerra che si protrae ormai dallo scorso 24 febbraio, è quella della denazificazione del territorio. Come ha anche avuto modo di ripetere il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov nell’imbarazzante intervista-monologo andata in onda su Zona Bianca.

Ma questa fantomatica denazificazione muove da alcune interpretazioni piuttosto arbitrarie della storia recente, e fa leva sulla memoria ancora vivida della resa nazista ai tedeschi alla fine della Seconda guerra mondiale. Evento che, curiosamente, in Russia viene celebrato nello stesso giorno della Festa dell’Europa, ovvero il 9 maggio.

Anche chiunque voglia intravvedere una qualche congruità nell’offensiva russa contro Kiev, tira in ballo la presunta inclinazione all’ultradestra da parte dei cittadini ucraini. E sfodera il cavallo di battaglia: Ma allora il Donbass?

Dimenticandosi che, anche in questo caso, la conoscenza di quanto sia accaduto in quella regione dell’Ucraina è lacunosa e poggia su dati spesso gonfiati, come evidenziato da un report di NewsGard.

Eurovision 2022 kalush orchestra

La Kalush Orchestra e il saluto romano

Insomma, il discorso è chiaro: chiunque voglia anche solo parzialmente giustificare l’invasione ucraina da parte di Mosca, ama farlo additando gli ucraini come filonazisti tout court.

E allora è iniziata una curiosa (e tragicomica) ricerca di personaggi pubblici ucraini che avrebbero mostrato in modo evidente le proprie simpatie per l’ultradestra.

E in quale modo si può palesare la propria indole filonazista, meglio che non sfoderando un saluto romano?

Gli ultimi a cadere in questa assurda trappola mediatica sono stati nientemeno che i recenti vincitori dell’ultimo Eurovision. Il bersaglio è ideologicamente perfetto: dopo il loro trionfo, i membri della Kalush Orchestra sono diventati il simbolo dell’Ucraina e del suo desiderio di emanciparsi dall’invasore russo. Al punto che il presidente Volodymyr Zelensky, con la sua indubbia capacità di comunicare, ha promesso via social che la prossima edizione dell’Eurovision Song Contest si svolgerà proprio in Ucraina.

Cosa sarebbe successo

Secondo i complottisti ideologicamente vicini la Cremlino, durante la serata finale dell’Eurovision 2022, il cantante della Kalush Orchestra avrebbe fatto il saluto romano.

Sulle piattaforme social è in effetti girato un fotogramma che immortala il cantante Oleh Psjuk con il braccio teso.

Il fotogramma (o, in alternativa, il brevissimo video decontestualizzato) è stato diffuso con testi furbescamente ambigui. Come quello che segue: “Ci hanno segnalato questo video. Oleh Psjuk, membro della band Kalush Orchestra al contest Eurovision sarebbe stato ripreso mentre faceva il saluto romano. Pensiamo sia abbastanza improbabile che abbia fatto un gesto del genere, che potrebbe mettere a rischio il supporto internazionale all’Ucraina, proprio in favore delle telecamere. Tuttavia, vi riproponiamo il video, in cui sembrerebbe effettivamente fare un saluto romano. In fin dei conti non avrebbe senso farsi venire alcun dubbio, l’Ucraina è un paese assolutamente democratico che ripudia il neonazismo. Sarà stato un caso.”

La bufala

No, il cantante della Kalush Orchestra non ha rivolto il saluto romano al pubblico dell’Eurovision. Stava semplicemente salutando, come si può ben vedere guardando (ad esempio su RaiPlay) lo spezzone completo di quegli istanti.

Ma il fotogramma, e la didascalia che in modo sornione invita a dubitare di quanto accaduto, hanno avuto un impatto potente su un pubblico sempre desideroso di scoop. O, in altri casi, desideroso di vedere confermate le tesi di Mosca sull’indole destrorsa degli ucraini tutti.

D’altronde, poniamo anche l’ipotesi che Oleh Psjuk abbia le più turpi fantasie neonaziste. Secondo voi, le avrebbe mai esternate durante la serata finale di un evento di quella portata? E nessuno se ne sarebbe accorto, tranne pochi attentissimi setacciatori del Web?

Eh sì, perché la diffusione delle bufale gioca anche con il narcisismo di chi ama sentirsi tra i pochi e tra i primi ad aver scoperto davvero come stanno le cose.

Non solo Kalush Orchestra

Ma la bizzarra moda di intercettare saluti romani tra i personaggi pubblici ucraini non ha origine con la serata finale dell’Eurovision.

Si possono citare almeno altri due episodi simili. Qualche settimana fa, sul Web è girata una foto in bianco e nero che ritraeva alcuni giovani tendere il braccio, stavolta sì in un equivocabile saluto romano. In prima fila, hanno scritto in molti, si sarebbe vista la moglie di Zelensky. Ma è bastata una semplice ricerca per svelare la verità: l’immagine è del 2006 e ritrae un gruppo di neonazisti durante un raduno in Michigan.

È poi stata la volta di Kateryna Prokopenko, giovane ucraina moglie di un comandante del Battaglione Azov asserragliato a Mariupol, che è andata in visita da Papa Francesco. La ragazza, secondo un’immagine che ha fatto il giro della Rete, qualche anno fa si sarebbe fatta ritrarre assieme a due amiche col braccio ben teso a favore di fotocamera. Peccato che, semplicemente, la giovane ritratta non fosse lei.

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Il saluto romano, quello vero

Se proprio si vuole citare un recente e clamoroso saluto romano, purtroppo la realtà ci viene in soccorso. Si tratta del giovanissimo motociclista, pilota di kart, Artyom Severyukhin. Il quindicenne russo, che ha corso con licenza italiana a causa delle sanzioni contro Mosca, ha vinto una gara a Portimao, in Portogallo. E durante la premiazione ha levato in modo inequivocabile il braccio davanti a sé, ridendo poi per la bravata.

Ecco: quando qualcuno vuole davvero palesare la propria ideologia neonazista, lo fa in questo modo esplicito, lasciando ben pochi dubbi interpretativi. Il resto sono solo fake news.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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