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Kaspersky avverte: false email di rimborsi fiscali nascondono malware

Il periodo a cavallo tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno è tipicamente il periodo della dichiarazione dei redditi e dei rimborsi fiscali in molti paesi: i cybercriminali lo sanno e tramite mail che promettono rimborsi, diffondono malware o cercano di carpire dati sensibili. Kaspersky mette in guardia.

Kaspersky rileva la frode

Le comunicazioni malevole di spam e phishing di solito contengono link che portano gli utenti a pagine web apparentemente legittime, ma create in realtà dai truffatori informatici con l’obiettivo di rubare diversi tipi di informazioni personali. Queste campagne diffuse via email sfruttano spesso la stagionalità per colpire le vittime più duramente rispetto a quanto succede con altri tipi di frodi online: queste truffe informatiche, infatti, sono meno conosciute rispetto ad altre minacce permanenti.

Nel caso di truffe legate a precisi momenti dell’anno i truffatori possono utilizzare una delle tecniche più efficaci del “social engineering” – quella di dare un tempo limitato per compiere una certa azione, motivandola con la
presenza di alcune scadenze della vita normale delle persone e, quindi, portando le vittime a prendere
spontaneamente delle decisioni.

La frode rilevata da Kaspersky, ad esempio, si è presentata sotto forma di comunicazioni diffuse via
email di rimborsi fiscali con indicazione di alcune scadenze a breve termine. I cybercriminali hanno
sfruttato, ad esempio, i principali servizi fiscali del Regno Unito per indurre le vittime a seguire un
determinato link e a compilare subito un modulo; le email che risultavano inviate dalla CRA (Canada
Revenue Agency), invece, davano ai destinatari solo 24 ore di tempo per rispondere, pena il mancato
rimborso fiscale.

Come funziona la frode

Un esempio di una pagina online di phishing che sembrava un modulo di rimborso fiscale della CRA.

Alcune delle email analizzate dagli esperti di Kaspersky, inoltre, includevano degli allegati malevoli: avevano l’aspetto di copie di moduli di rimborso ma, in realtà, erano downloader dannosi (quindi software in grado di scaricare ulteriori programmi malevoli sui PC degli utenti quando venivano lanciati) o delle backdoor (o malware multifunzionali) in grado di fornire ai cybercriminali l’accesso da remoto alle macchine infette.

Tra le loro funzionalità, ad esempio, il monitoraggio dei tasti premuti dall’utente, il furto delle password utilizzate per i browser e per gli account Windows o la registrazione di video attraverso la webcam dei computer. Per convincere gli utenti a lanciare questi file pericolosi i truffatori, di solito, allegavano quello che sembrava un file .zip contenente informazioni importanti per l’aggiornamento del proprio status fiscale.

Lo spam e il phishing di tipo stagionale può rivelarsi estremamente efficace dal momento che l’arrivo di
certe comunicazioni in determinati periodi dell’anno è addirittura atteso da molti. Questa è la principale
differenza rispetto ad altre truffe tradizionali come la maggior parte delle “offerte uniche”, ad esempio.
La buona notizia è che esistono già delle soluzioni di sicurezza che sono in grado di bloccare il
lancio di un malware e di avvisare l’utente della minaccia che stanno correndo e che sono dotate anche
di filtri anti-spam e anti-phishing che impediscono alle email pericolose di arrivare fino alla casella della
posta in arrivo“, ha commentato Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky.

Come tutelarsi

Gli esperti di Kaspersky, che ricordiamo essere un’azienda di sicurezza informatica attiva da più di vent’anni, consigliano agli utenti di adottare le seguenti misure:

Qualche numero in più

Tra le altre scoperte rilevanti del report “Spam and Phishing in Q2 2019” di Kaspersky troviamo quanto
segue:
– Il numero complessivo di attacchi di phishing nel corso del trimestre in esame è aumentato del 21% rispetto al dato rilevato un anno fa, raggiungendo quota 129.933.555 attacchi.
– Nel secondo trimestre del 2019, la quantità di spam ha raggiunto il picco più alto nel mese di maggio (58%). La quota media di spam rispetto al traffico mondiale delle email è stata del 55%, un valore superiore del 5% rispetto alla media raggiunta nel secondo trimestre del 2018.
La Cina (23,72%) è stata la principale fonte di spam, superando gli Stati Uniti (13,89%) e la Russia (4,83%).
Il paese più colpito da campagne di email malevole è stato ancora una volta la Germania, con il 10,05%. La Russia si è posizionata al secondo posto (6,16%), seguita dal Vietnam (5,98%).

Per saperne di più sui fenomeni di spam e phishing nel secondo trimestre del 2019, è disponibile il
report completo su Securelist.com.

 

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