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La fake news (con truffa) della pagina Facebook che avrebbe violato il copyright. La bufala della settimana

Attenzione al phishing

Negli ultimi mesi, in questa rubrica, ci siamo più volte soffermati in un territorio ibrido, a metà tra bufala e truffa, o meglio che le contiene entrambe.

È il caso di avvisi che suscitano l’attenzione degli utenti della rete, benché la notizia all’origine sia fasulla. E l’invito a cliccare un determinato link porta con sé il tentativo di sottrarre dati (o, peggio, spillare denaro). È capitato ad esempio per diversi concorsi truffaldini, da cui l’azienda di volta in volta chiamata in causa si è subito smarcata.

Più subdola è la bufala-truffa il cui mittente ci sembra degno della massima fiducia, ed è ancor più difficile non cascarci quando ci viene certificata una nostra mancanza, o un presunto comportamento scorretto.

In questo senso, è di recente tornata in auge una pseudonotizia che prende di mira i possessori di una pagina Facebook.

Facebook

Profili e pagine Facebook

Prima di scoprire di quale bufala (con truffa) si tratti, è bene specificare la differenza tra profilo e pagina Facebook.

Il profilo personale viene aperto da ogni persona fisica che faccia il suo primo accesso sul social. Dal profilo personale, poi, è possibile aprire in qualità di amministratore una pagina Facebook, tramite cui far conoscere – ad esempio – una propria attività.

La truffa in questione prende di mira proprio gli amministratori delle pagine Facebook.

La pagina Facebook che viola gli standard (o il copyright)

L’avviso che sotto forma di messaggio può apparire al possessore di una pagina Facebook è di diversa natura, ma il concetto è sempre il medesimo.

Anziché prendere un esempio in astratto, ci permettiamo di citare per intero il messaggio ricevuto in bacheca dall’estensore di questo articolo, che a suo nome ha aperto una pagina. Leggiamolo: “Ti inviamo questo messaggio per informarti che la tua pagina rischia di essere rimossa definitivamente.

Un’azienda ha segnalato che il tuo sito viola il copyright delle immagini.

Si prega di consultare il rapporto dettagliato qui: {{https://feacbook-supporter.pages.net.br/warnings}}

ID rapporto: 2564893125.

Ti preghiamo di rivedere e risolvere questa situazione il prima possibile per evitare la perdita di pagine.

Cordiali saluti, Team di supporto di Facebook.”

Altrove il messaggio può parlare, anziché il copyright, di violazione delle “politiche e le linee guida della community di Facebook”. E si concedono 24 ore di tempo per “eseguire questi passaggi per evitare che il tuo account venga sospeso in modo permanente” (passaggi che si dovrebbero eseguire cliccando su un link).

La bufala e l’ingegneria sociale

Perché, come dicevamo, la bufala della pagina Facebook non a norma ci spaventa, e non è facilissimo resistervi?

Perché, anzitutto, uno dei sei principi di persuasione alla base dell’ingegneria sociale è l’autorevolezza: se lo dice qualcuno di cui mi fido, allora è vero. Come può un messaggio nella bacheca di Facebook dire una bugia? Con l’aggravante che davvero pochi utenti, al momento dell’attivazione di un profilo o di una pagina, leggono per intero le norme e la policy del social: e qui entra in gioco un altro principio dell’ingegneria sociale, l’ignoranza.

Questa sensazione di inadeguatezza e di subordinazione psicologica non solo ci fa sentire in colpa, ma non ci permette neppure di ragionare con la dovuta lucidità. Ed ecco il terzo e quarto principio: senso di colpa, appunto, e panico. Quattro principi su sei: non male.

Perché si tratta di una bufala

Basterebbe, intanto, dare un’occhiata alla sintassi del link riportato poco più sopra. All’interno del quale si legge “feacbook”, con un grossolano errore. Ma anche nel caso in cui il link non destasse vistose perplessità, il mittente è sempre “Utente Facebook”, o “Guest” seguito da una cifra: inutile aggiungere che una comunicazione ufficiale da parte di Meta avrebbe ben altra provenienza.

Inoltre, l’intero messaggio è pervaso da una vaghezza più che sospetta: non si dice quale contenuto avrebbe violato il copyright, quale azienda lo ha segnalato, e in cosa dovrebbe consistere, nello specifico, la violazione.

Infine, un’azienda seria (figuriamoci una big tech) non fornirebbe mai un link per risolvere un’eventuale controversia, di cui peraltro non si dice praticamente nulla.

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Non solo bufala

Superfluo aggiungere che la bufala della pagina Facebook non in regola porta con sé anche un tentativo di phishing.

L’utente che, mosso da ansia e senso di colpa, desiderasse appianare la propria posizione, e cliccasse sul link truffaldino, metterebbe a rischio i propri dati (compresi quelli della carta di credito).

Mai cliccare su link sospetti, insomma. E soprattutto fare un bel ripasso dei modi di operare dell’ingegneria sociale.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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