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Gli editori potranno far pagare gli articoli singolarmente su Twitter

Il CEO di Twitter, Elon Musk, ha annunciato che dal “mese prossimo” gli utenti del suo social network potranno accedere agli articoli di diversi editori senza abbonarsi e pagando solo gli articoli che leggono. Musk sostiene che il nuovo servizio “one-click” di Twitter “sarà un grande beneficio sia per i media che per il pubblico“. Permettendo ai media di applicare un prezzo per articolo più alto ai lettori che non sottoscriverebbero un abbonamento completo.

Twitter, gli editori potranno far pagare gli articoli singolarmente

Come ormai sembra la norma, l’annuncio arriva con un tweet del CEO e nessun dettaglio extra. Musk non ha specificato quale quota Twitter prenderebbe o quali requisiti avrebbero dovuto soddisfare i media.

Come al solito, le previsioni sulle tempistiche di Musk vanno prese con le pinze. Il “mese successivo” potrebbe essere un’ipotesi ottimistica per il lancio del servizio di microtransazioni pay-per-view di Twitter. Ma non c’è dubbio sulla sua determinazione.

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Twitter è sotto pressione per incrementare le entrate, anche per recuperare il minor uso degli utenti storici, che stanno esplorando altre opzioni – Bluesky, lanciata dal co-fondatore di Twitter Jack Dorsey.

L’annuncio di Twitter sul pagamento per articolo arriva mentre Musk cerca di attrarre i creatori sulla piattaforma in difficoltà. Oltre a contattare direttamente i creatori di podcast, Musk invita anche i creatori di tutto il mondo a monetizzare i loro contenuti con gli abbonamenti Twitter (in precedenza chiamati Super Follows). Promettendo che “Twitter non tratterrà i soldi” per i primi 12 mesi.

Musk vuole disperatamente aggiungere nuove fonti di entrate per ripianare il debito. Visto che lui stesso ha valutato la società a meno della metà di quanto l’ha acquistata. Gli abbonamenti a Twitter Blue non stanno dando i risultati sperati per compensare la perdita. E anche le API a pagamento sembrano aver trovato pochi programmatori disposti a pagare fino 42 mila dollari al mese – soprattutto per qualcosa che era gratis fino al mese scorso.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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