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Milo Manara mostra a Elon Musk il confine tra onnipotenza e diritto d’autore

Ripercorriamo l’emblematica vicenda

Se temete di aver perso l’ultima uscita di Elon Musk (e le sue conseguenze), cari lettori di Tech Princess, non temete: ci siamo qua noi.

In queste ore ha fatto discutere la riattivazione dell’account Twitter di Donald Trump. E soprattutto il fatto che, almeno per ora, l’ex presidente degli Stati Uniti avrebbe detto: “No, grazie”. Esplicitando di preferire il proprio social, Truth.

Il fatto è che, quanto a testardaggine, tra i due è davvero una bella sfida. Ed ecco quindi che Musk ha tentato di sedurre, in un certo senso, Trump. Il problema è che lo ha fatto violando il diritto d’autore, e permettendoci così – grazie alla sapida ironia di Milo Manara – di fare un ragionamento sul rapporto tra la libertà e, appunto, il diritto d’autore.

Ricostruiamo, anzitutto, la vicenda.

elon musk twitter 5

Musk riammette Trump su Twitter. Ma Trump ringrazia e rifiuta

Il fatto è noto. In sintesi: Musk, con uno dei suoi soliti sondaggi, ha chiesto agli utenti se vogliano o meno che l’account Twitter di Trump venga riabilitato.

Ha vinto il “sì” (con un risicato 51,8%) e Musk, dopo aver sentenziato “Vox populi, vox Dei”, ha riattivato l’account dell’ex presidente Usa.

Peccato che Trump non abbia vergato mezzo cinguettio, esprimendo assoluta fedeltà al proprio social, che a suo dire “funziona meglio” rispetto a Twitter.

L’ultimo tweet di Trump risale infatti all’8 gennaio 2021, prima della ben nota sospensione per aver appoggiato l’assalto a Capitol Hill.

Milo Manara ed Elon Musk

A questo punto Elon Musk ricorre a Milo Manara.

Ma non nel senso che Musk ha alzato la cornetta e ha chiesto al grande fumettista italiano di, per esempio, inviare a Trump una sua tavola per “ammorbidirlo”.

No. Musk ha preso un disegno dell’artista e lo ha manipolato da par suo, nella convinzione (più narcisistica che ingenua) che la Rete sia il suo immenso parco giochi, in cui vige una sola regola: fare e dire ciò che più aggrada.

Nella fattispecie, la tavola mostra una delle solite giovani sensualissime di Manara in un atteggiamento provocatorio. Rivolto verso un religioso che, le mani giunte e lo sguardo al cielo, tenta di resisterle.

E così Elon Musk ha reinterpretato Milo Manara in un tweet di lunedì 21 novembre. Sulle parti intime della ragazza (anche come forma di censura, immaginiamo) ha collocato il logo di Twitter. Mentre sul religioso ha fatto campeggiare la fin troppo ovvia scritta “Donald Trump”.

Milo Manara risponde a Elon Musk

Milo Manara, uomo colto e spiritoso, non si è lascia to sfuggire la ghiotta occasione di replicare.

E sul proprio profilo Facebook, nella stessa giornata del 21 novembre, ha risposto per le rime al nuovo proprietario di Twitter.

Così Milo Manara: “Vorrei che Elon Musk fosse obbligato a twittare mille volte: ‘Non userò mai più i disegni di Milo Manara senza permesso. Non userò mai più i disegni di Milo Manara senza permesso. Non userò mai più…’ Che ne dite se gli faccio causa, chiedendogli 44Bn di $ di risarcimento? Così potrei ricomprare Twitter e ridarlo in gestione a qualcun altro!”

Il problema del diritto d’autore

Milo Manara denuncerà quindi Elon Musk?

Crediamo proprio di no, e il post dell’artista ha solo un intento paradossale e provocatorio. In pieno stile Manara, insomma.

Tuttavia, il fumettista ha sollevato l’importante questione dei diritti d’autore. Che ha almeno due ricadute. Una rivolta a personalità debordanti come quella di Musk, l’altra rivolta a… noi.

Milo Manara e Musk: il buon senso contro l’onnipotenza

In poche, taglienti righe di post, Milo Manara ha dimostrato a Elon Musk che su Internet non tutto è possibile. Che esistono regole valide per chiunque, violando le quali si rischiano sanzioni.

Manara ha forse indicato l’unico possibile argine agli atteggiamenti spesso infantili, dispotici e incuranti delle norme che Musk ha adottato e – ne siamo certi – adotterà.

Esistono leggi sempre più ferree (pensiamo ad esempio al Digital Markets Act europeo) pensate proprio per contenere lo strapotere dei giganti del comparto tech, e i supermiliardari un po’ megalomani come Musk. Ecco: là dove non arrivano il buon gusto, l’amore per la democrazia e i consigli dei collaboratori, potrebbe arrivare la giurisprudenza.

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Il diritto d’autore e noi

Ma il post beffardo di Milo Manara su Elon Musk ci ha ricordato quanto il problema del diritto d’autore riguardi noi, ogni giorno.

In teoria, non si può condividere materiale coperto da copyright senza aver ottenuto un consenso preventivo da parte dei detentori dei diritti. Nemmeno un’immagine di pochi pixel. Quante volte ce ne ricordiamo?

Poche, verrebbe da aggiungere, vista la nostra propensione a scaricare contenuti da siti illegali (lo dicono le ricerche).

Ecco: se tenessimo sempre a mente che la Rete è un luogo, seppur virtuale, con le sue regole di convivenza civile, non solo smetteremmo di depredarlo come se tutto ciò che vi troviamo fosse nostro. Ma, magari, le discussioni e i commenti avrebbero un tono meno acceso e autoreferenziale.

In Rete si potrebbe addirittura, pensate un po’, prendere parte a dibattiti costruttivi.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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