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Microsoft: multa di 20 milioni di dollari per la raccolta di dati dei minori

Pratica attuata su Xbox dal 2015 al 2020

Scrivevamo in un recente articolo che un attesissimo documento congiunto tra Europa e Stati Uniti potrebbe avere un’importanza storica, e fungere da fondamentale precedente. Non tanto per il suo contenuto (si tratta di un codice di condotta condiviso da Usa e Ue sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale). Quanto perché avvicinerebbe due universi assai distanti per quanto riguarda l’attenzione alla privacy degli utenti. Argomento, questo, che innerva il bel volume Internet fatta a pezzi, da noi recensito.

E che, soprattutto, ha mostrato in ormai svariate occasioni una certa leggerezza da parte delle big tech americane nei confronti della gestione dei dati degli utenti europei. E altrettanto puntuali richiami o sanzioni da parte degli organi di controllo dell’Ue.

Recentissima, in questo senso, la maxi multa di 1,2 miliardi di euro comminata a Meta, che trasferiva appunto i dati degli utenti europei negli Usa ignorando il mai abbastanza meritorio GDPR.

Xbox accessibilita gaming

La multa a Microsoft

Questa volta, invece, tutto si è svolto nel territorio degli Stati Uniti: l’azienda coinvolta è Microsoft, e chi ne ha stabilito la condotta lesiva della privacy dei minori è la FTC, ovvero la Federal Trade Commission, agenzia governativa indipendente a tutela dei consumatori. Obiettivo della FTC è quello di prevenire pratiche commerciali anticoncorrenziali e tendenze monopolistiche.

Sempre la FTC, pochi giorni fa aveva inflitto una doppia sanzione ad Amazon per motivi non troppo dissimili: violazione della privacy degli utenti dell’altoparlante Alexa e del dispositivo di sorveglianza Ring, per un totale di 30 milioni di dollari di sanzione.

L’annuncio è sato dato nella giornata di lunedì 5 giugno dalla stessa Federal Trade Commission, che ha comminato una multa a Microsoft di 20 milioni di dollari. Vediamo perché.

Raccolta di dati dei minori senza consenso

L’azienda capitanata da Satya Nadella ha violato il Children’s online privacy protection act, più noto come COPPA.

Ovvero una legge del 1988 (ma in vigore dal 2000) che stabilisce con una certa precisione i limiti d’azione dei siti web nella raccolta di dati online di bambini di età inferiore ai 13 anni.

In sintesi, la legge federale degli Stati Uniti vieta alle aziende la raccolta dei dati degli under 13 senza il consenso dei genitori. Inoltre la COPPA vieta l’utilizzo dei medesimi dati (che devono essere conservati per un tempo limitato) per scopi commerciali.

La registrazione a Xbox (senza consenso dei genitori)

Il fulcro del problema risiede nell’accesso a Xbox, la celebre console di casa Microsoft.

Secondo la Federal Trade Commission per ben sei anni – dal 2015 al 2020 – Microsoft ha raccolto dati dai bambini minori di 13 anni che si sono iscritti alla console Xbox senza il permesso dei genitori. L’azienda ha dunque conservato le informazioni, e ha reso semplicissima l’apertura di un account: era sufficiente fornire il proprio nome e cognome, un indirizzo e-mail e la data di nascita, senza alcuna necessità dell’intervento di un genitore.

Microsoft: multa e rafforzamento della privacy

Microsoft dovrà dunque pagare una multa da 20 milioni di dollari per la raccolta e conservazione di dati personali di minori senza il consenso dei genitori, in violazione del Children’s Online Privacy Protection Act.

Oltre alla sanzione, l’azienda con sede a Redmond è chiamata a rafforzare le protezioni della privacy per gli utenti della console Xbox con meno di 13 anni. Simili misure saranno estese anche  agli editori di giochi di terze parti con cui Microsoft condivide i dati dei minori.

Le dichiarazioni

Samuel Levine, direttore dell’Ufficio per la protezione dei consumatori della Federal Trade Commission, ha commentato la decisione dell’agenzia.

Levine ha detto: “La nostra proposta di ordine rende più facile per i genitori proteggere la privacy dei propri figli su Xbox e limita le informazioni che Microsoft può raccogliere e conservare sui bambini.

Questa azione dovrebbe anche chiarire che gli avatar dei bambini, i dati biometrici e le informazioni sulla salute non sono esenti dal Children’s online privacy protection act”.

Pur non rispondendo direttamente nel merito della multa, un portavoce di Microsoft ha fatto sapere: “Oltre alla nostra strategia di sicurezza esistente, abbiamo anche intenzione di sviluppare una validazione dell’identità e dell’età di prossima generazione. Un processo comodo, sicuro e unico per tutti i giocatori, che ci permetterà di offrire esperienze personalizzate, sicure e adeguate all’età”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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