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Giornate degli Autori, da Isabelle Huppert a Céline Sciamma: il programma della ventesima edizione

Il programma della ventesima edizione delle Giornate degli Autori è stato presentato oggi: l’evento si svolgerà dal 30 agosto al 9 settembre nell’ambito dell’80 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Per le Giornate degli Autori, questa ventesima edizione, rappresenta un “rito di passaggio” simboleggiato dall’immagine dell’anno, tratta dalla performance “Doposole” di Anna Franceschini. In essa, il passato dialoga con il presente e il tempo viene interrogato alla ricerca di un’identità. Questa indagine si accompagna alla scelta di autrici e autori che hanno il coraggio di uscire dalla loro comfort zone e partire alla scoperta del mondo.

Il film di apertura del Concorso internazionale delle Giornate degli Autori sarà Los océanos son los verdaderos continentes, esordio al lungometraggio del regista milanese Tommaso Santambrogio. Ambientato interamente a Cuba, il film restituisce malinconia e vitalità, speranze e sogni perduti attraverso una storia che tocca tre generazioni.

La regista francese Élise Girard si trasferisce in Giappone per il suo terzo lungometraggio, Sidonie au Japon, interpretato da Isabelle Huppert. Restiamo in Giappone con Kyoshi Sugita, uno dei nomi più interessanti del cinema asiatico contemporaneo che in Kanata no uta affronta il tema dell’empatia e dell’altruismo.

Giornate degli Autori: il programma della ventesima edizione

Giornate degli Autori 1

Le Giornate degli Autori continuano a sorprenderci con un film dell’esordiente olandese Stefanie Kolk, Melk, la belga Delphine Girard con Quitter la nuit, una sorta di sequel del cortometraggio Une sœur che le valse la candidatura agli Oscar 2020, e ancora il basco Víctor Iriarte (Sobre todo de noche), con un racconto di un’alleanza sorta per cercare e difendere il senso autentico delle relazioni, anche di quelle che spesso sono intrappolate in vincoli burocratici costruiti da chi non pensa ai sentimenti.

La regista canadese Ariane Louis-Seize, nota per il suo cinema indipendente e di genere, nel suo film “Vampire humaniste cherche suicidaire consentant”, mette in scena una giovane vampira malata di empatia che rifiuta di nutrirsi perché ucciderebbe, sovvertendo così la regola scritta da chi per vivere si sente autorizzato a sopraffare il prossimo.

Due film molto diversi tra loro parlano di alleanze artistiche: il marocchino “Backstage” di Afef Ben Mahmoud e Khalil Benkirane e il greco “To kalokairi tis Karmen” di Zacharias Mavroeidis. Nel primo, una sorta di road movie danzante con le bellissime coreografie del belga-marocchino Sidi Larbi Cherkaoui, i registi si addentrano nella vita di una compagnia di ballo e ne svelano le dinamiche interne tra piccole vendette e regolamenti di conti, segreti e confessioni. Il secondo è una commedia apertamente queer che esplora il significato di varie relazioni, tra cui quelle con la famiglia, i partner, gli amici e gli animali domestici, e racconta di due amici che si godono una giornata nella spiaggia gay di Atene collaborando a un’idea di lungometraggio.

Il film “Wu yue xue” di Chong Keat Aun si affida a una presa di coscienza collettiva. Fantasmi di una tragedia passata che nel presente provano a riproporsi per riportare alla luce il rimosso. I massacri della storia spesso sono dimenticati. E allora un regista dalla Malaysia sfida il silenzio con l’immaginazione e con un linguaggio personale.

Giornate degli Autori, da Isabelle Huppert a Céline Sciamma

Giornate degli Autori

Dal teatro di strada di Chong Keat Aun alla commedia greca di Aristofane (Lisistrata) come fonte di ispirazione per il regista iraniano Ayat Najafi. Dal concorso agli eventi speciali, permane il serrato confronto tra vita e arte.

“Aftab mishavad”, film che inaugura la sezione fuori concorso, racconta di una potente e complessa ribellione, del rischio della vita, delle repressioni, delle libertà da conquistare, delle donne che si prendono in carico il compito di sovvertire regole che non sono state scolpite sulla pietra e che dovrebbero, al più presto, dissolversi per una volontà generale.

I registi slovacchi Ivan Ostrochovský e Pavol Pekarčík (Photophobia) arrivano in Ucraina. Tra le rovine di una guerra devastante decidono di assumere un punto di vista alternativo, quello dei bambini che hanno trovato riparo in una stazione della metropolitana.

Gianluca Matarrese in “L’expérience Zola” ci porta in un altrove linguistico e letterario dove lavora con una coppia di attori teatrali francesi e con loro percorre il tragitto che dalla realtà porta alla finzione e viceversa in uno scambio continuo tra arte e vita.

La regista franco-palestinese Lina Soualem (Bye Bye Tibériade) compie un percorso a ritroso nel tempo, incontrando sua madre, la nota attrice Hiam Abbass, e le altre donne che compongono una grande famiglia, quelle che hanno vissuto nella Palestina del secolo scorso, tra guerre, speranze, ingiustizie, diaspora e quella fiera volontà di restare per affermare la propria presenza.

Céline Sciamma con un breve film girato a Roma: This is how a child becomes a poet

Un altro regista italiano, Edoardo Morabito (L’avamposto), si mette in movimento, prende la direzione della foresta amazzonica per seguire le tracce di un eco-guerriero scozzese che all’Amazzonia ha dedicato la sua vita.

Infine, la celebre regista francese Céline Sciamma, Presidente di giuria della scorsa edizione, approda con un breve film girato a Roma in modalità produttiva completamente autonoma e avvalendosi del contributo artistico della cantante Chiara Civello: un piccolo gioiello legato al nome di Patrizia Cavalli (This is how a child becomes a poet).

Lo stesso giorno, alla stessa ora, nella stessa sala, Sciamma si troverà accanto a Teona Strugar Mitevska (21 days until the end of the world). Anche la regista macedone ha deciso di regalare qualcosa al pubblico, un diario intimo, una riflessione politica, un atto di ribellione.

Film di chiusura fuori concorso è lo statunitense Coup! di Austin Stark e Joseph Schuman con Peter Sargsaard. Protagonista è un piccolo gruppo asserragliato in una villa nel 1918 per proteggersi dall’Influenza Spagnola in preda agli istinti umani dai quali dovremmo liberarci. Egoismi, ambizioni, sotterfugi, trame oscure, tradimenti.

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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