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La Cina è sempre più dura contro le criptovalute

Ma sembra non sortire effetti sul valore delle monete digitali

La People’s Bank of China ha annunciato la chiusura di una società che sviluppa servizi software per transazioni in valuta virtuale. Inoltre, la Banca centrale della RPC ha messo in guardia altre imprese contro qualsiasi assistenza a tali organizzazioni. La lotta della Cina contro le criptovalute è iniziata almeno nel 2013 ma fino al 2021 tutto sembrava tacere: ora, però, la nazione fa sul serio.

La guerra della Cina contro le criptovalute

criptovalute Cina

A maggio di quest’anno, la Cina ha completamente vietato alle istituzioni finanziarie e ai servizi di pagamento di fornire servizi relativi alle criptovalute. A giugno, ci sono stati arresti di massa di persone che avrebbero potuto utilizzare le criptovalute per scopi criminali. Inoltre, nello stesso mese, i regolatori locali hanno aumentato la pressione sulle banche e sui sistemi di pagamento, vietando qualsiasi servizio relativo alle criptovalute. E la versione cinese di Twitter, Weibo, ha bloccato gli account relativi alle criptovalute. A luglio, metà delle società di mining di Bitcoin del mondo sono semplicemente scomparse.

I motivi per cui la Cina è diventata improvvisamente molto dura per qualsiasi tentativo di trasformare le criptovalute sono ancora sconosciuti. Ci sono le teorie più insolite, come quella secondo cui le autorità stiano “mettendo ordine le cose” per il centenario del Partito Comunista Cinese, che cade proprio quest’anno. Più realistici sono i presupposti che le criptovalute siano ampiamente utilizzate dai criminali, siano difficili da controllare e tracciare e che la Repubblica Popolare Cinese intenda “liberare la strada” per il proprio yuan digitale, che è stato sviluppato e testato per anni. In teoria, le valute digitali della banca centrale (CBDC) consentono di tracciare praticamente qualsiasi transazione in tempo reale, consentendo loro di tracciare qualsiasi spesa di qualsiasi cittadino.

Secondo esperti e operatori di mercato, la Cina sta solo sprecando gli sforzi. E a lungo termine contribuirà anche allo sviluppo dei mercati delle criptovalute. Dopo i divieti, le transazioni e il mining si sono spostati all’estero, mentre il tasso di bitcoin è rimasto relativamente stabile. Da un po’ di settimane, infatti, il valore del Bitcoin è attorno i 34.000 dollari.

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Source
Gizchina

Sara Grigolin

Amo le serie tv, i libri, la musica e sono malata di tecnologia. Soprattutto se è dotata di led RGB.

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