Da un paio di settimane, questa rubrica si occupa dei programmi televisivi di culto degli anni Ottanta e Novanta del Novecento.
La scorsa settimana vi abbiamo parlato di Telemike, e ci rendiamo conto che Mike Bongiorno potrebbe da solo riempire le prossime sette od otto settimane. Non solo per la longevità del conduttore italo-americano, dalla carriera fitta e tutto sommato piuttosto varia.
Ma anche perché quella sua ingenuità, quel suo populismo conservatore (su cui ci siamo soffermati la scorsa settimana), erano ingredienti perfetti per far deflagrare alcune situazioni – su cui torneremo – che probabilmente altri avrebbero gestito con ben più sobrietà. Ma così facendo, non avrebbero permesso a certi episodi di entrare nella storia della TV.
Oggi è la volta de La ruota della fortuna, un altro dei quiz televisivi di culto condotti da Mike Bongiorno.
La ruota della fortuna: le origini
Partiamo, citando il Maestro, dicendo: “Colpo di scena!”
Perché, pensate, in Italia La ruota della fortuna non nasce con Mike Bongiorno.
Ricordiamo, anzitutto, che la versione sbarcata nel nostro Paese è la riproposizione piuttosto fedele del gioco televisivo a premi Wheel of fortune, che ha esordito sul canale statunitense NBC nel 1975.
In Italia il gioco è arrivato negli anni Ottanta del secolo scorso, ma in modo curioso. È stato introdotto non come programma autonomo ma, appunto, come gioco all’interno di programmi-contenitore di Canale 5. Tra cui Ciao gente! (condotto da Corrado tra il 1983 e il 1984), Buona domenica e – udite udite – Pentatlon, condotto nel 1987 proprio da Mike.
Sono stati i costi elevati dei diritti di messa in onda del format a far escogitare ai vertici Fininvest questa soluzione di compromesso.
L’esordio su Odeon TV
Nell’autunno del 1987, il colpo di scena (e due).
È l’emittente privata Odeon a puntare in modo più diretto sulla trasmissione. Ed ecco che viene lanciato il quiz La ruota della fortuna, che andrà in onda precisamente dal 19 ottobre 1987 al 25 giugno 1988. A condurlo è stato un certo Augusto Mondelli, in arte Casti.
Mike Bongiorno (e oltre)
Inutile dire che è toccato a Mike Bongiorno dare grande notorietà al quiz TV.
Bongiorno lo ha condotto dal 1989 al 2003. C’è stato poi il triennio 2007-2009, con la conduzione di Enrico Papi.
La ruota della fortuna, assieme a Ok, il prezzo è giusto! e a Il gioco delle coppie, è stato tra i pochissimi programmi ad andare in onda su tutt’e tre le principali emittenti Mediaset.
Il Signor Giancarlo e le Amazzoni
Il gioco
Brevemente, La ruota della fortuna vede affrontarsi tre concorrenti.
Anziché scendere nei dettagli del regolamento, vale la pena di soffermarci sulle due componenti consegnate al mito: la ruota stessa, e il gioco della Frase misteriosa. In pratica: un concorrente gira la ruota che, salvo rari casi (Perdi, Passa e Jolly), si ferma su una somma in denaro.
A questo punto il concorrente sceglie una consonante. Che, se presente nella frase misteriosa che campeggia sul tabellone, viene mostrata nel tabellone stesso (rendendo la frase sempre più facile da indovinare). Nel frattempo, il concorrente vince la somma in denaro indicata dalla ruota, moltiplicata per le volte in cui la consonante è apparsa nella frase.
Dopo di che, il concorrente di turno ha cinque secondi di tempo per scegliere se girare ancora la ruota, provare a dare la soluzione (cioè indovinare la frase misteriosa) oppure comprare una vocale, che a differenza delle consonanti erode il suo montepremi.
Insomma, per farla breve, vince chi indovina la frase misteriosa. Benissimo. E poi c’era lui, Mike.
La ruota della fortuna e Mike Bongiorno
Le frasi misteriose, ricordiamolo, erano accompagnate da una definizione (spesso bizzarra). Se a ciò aggiungiamo l’aria un po’ svagata di alcuni concorrenti, e l’impareggiabile atteggiamento di Mike Bongiorno, a metà tra lo zio severo di stampo ottocentesco e il più innocente dei ragazzini, la frittata è fatta. Ed ecco che La ruota della fortuna ci ha regalato diversi momenti di sublime comicità involontaria.
Come dimenticare, ad esempio, il signor Giancarlo, che doveva indovinare la frase la cui definizione era “Le amazzoni”? Mentre Mike, ridendo come uno scolaretto, ripete a Giancarlo: “Stia attento alle vocali!”, ecco il povero concorrente, ridendo a sua volta, dice l’irreparabile. La soluzione giusta sarebbe stata: “Vinsero battaglie grazie alla loro foga”.
Ebbene, cari lettori, Giancarlo… non ha detto esattamente “Foga”. Figuratevi Mike: “Ma roba da matti, signor Giancarlo! Mi meraviglio di lei, un ragazzo serio!”. Con la valletta di allora, Paolo Barale, in lacrime.
Grazie, Mike. E grazie, signor Giancarlo.
Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API
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