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Google e Amazon, video alla polizia anche senza mandato

La notizia crea scandalo negli Stati Uniti

Google e Amazon avrebbero fornito alla polizia americana dei video delle loro telecamere di sicurezza e per la smart home, anche senza aspettare un mandato che li obbligasse a farlo. I due produttori specificano di averlo fatto solo per questioni “di emergenza”. Ma in molti negli Stati Uniti si stanno chiedendo come sia possibile tracciare un limite chiaro fra privacy e sorveglianza.

Google e Amazon avrebbero dato video delle telecamere di sicurezza alla polizia senza mandato

Arlo, Apple, Wyze e Anker, che fra le altre cose producono anche videocamera per la smart home e per la sicurezza, hanno confermato a CNET che non consegnano di propria volontà video alle forze dell’ordine. Lo fanno solo quando un giudice emette un mandato che certifica che sia necessario per le indagini invadere la privacy dei cittadini. Qualcosa che tutti daremmo per scontato. Ma se l’hanno specificato, un motivo c’è.

All’inizio di luglio Sean Hollister di The Verge lo aveva riportato per le videocamere dei campanelli e delle webcam di Amazon, oggi Ry Crist di CNET riporta la stessa cosa per i prodotti Nest di Google. Entrambe le aziende hanno fornito alla polizia dei filmati ripresi nelle case degli utenti senza che glielo ordinasse un mandato.

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Entrambe le società spiegano che in “molti casi” le autorità presentano un mandato, una subpoena o un ordine della corte per chiedere l’accesso ai feed delle webcam. Ma entrambe nelle proprie policy lasciano spazio per delle “situazioni di emergenza”, in cui possono fornire informazioni senza che la polizia presenti un mandato.

Fra il diritto alla privacy e le emergenze

Tutte le aziende che vendono webcam e videocamere di sicurezza, per poi offrire un servizio di storage online per i video, devono concedere le informazioni alle forze dell’ordine quando un giudice lo impone. Violerebbero la legge altrimenti. Ma sembra che Google e Amazon siano gli unici grandi produttori di prodotti simili a farlo anche senza l’obbligo legale, in alcuni casi emergenziali.

Amazon ha rivelato a inizio luglio di averlo fatto 11 volte nel corso di quest’anno negli Stati Uniti. Google invece non ha specificato il numero, anche se dopo le turbolenze mediatiche potrebbe farlo a breve.

Tuttavia, l’azienda di Mountain View ha spiegato la ratio dietro queste eccezioni. “Se crediamo ragionevolmente di poter prevenire la morte o gravi danni fisici per qualcuno, potremmo fornire alle agenzie governative delle informazioni. Per esempio in casi di minacce bombe, sparatorie nelle scuole, rapimenti, prevenzione suicidi e casi di persone scomparse. Stiamo ancora considerando queste richieste alla luce delle leggi applicabili e delle nostre policy”.

Un portavoce della compagnia ha poi detto a CNET che nel caso in cui abbiano dato video alla polizia, Google tenta di contattare gli utenti. Ma solo dopo che “l’emergenza è passata”. Mentre alla stessa domanda Amazon non ha risposto.

Google e Amazon, video alla polizia senza mandato: ma è legale?

Tecnicamente, un’azienda ha la possibilità di condividere con le forze dell’ordine o altre agenzie governative questo tipo di dati nel caso di un’emergenza. Tuttavia, le attuali norme federali negli Stati Uniti non obbligano le compagnie a condividere i dati.

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Ma come spiega Arlo, la situazione d’emergenza dovrebbe richiedere una risposta più pronta da parte delle agenzie, pur chiedendo un mandato. “Se una situazione è abbastanza urgente da richiedere una perquisizione senza mandato delle proprietà di Arlo, allora è abbastanza urgente perché le forze dell’ordine o i magistrati chiedano un’udienza immediata di un giudice per emanare un mandato da presentarci”.

Apple e Anker (che produce le videocamere del marchio Eufy) spiegano che la crittografia end-to-end assicura che nemmeno loro possano accedere ai video delle telecamere nelle nostre case. I videocitofoni di Ring possono abilitare la crittografia, ma non è accesa di default. Mentre non è possibile per le videocamere Nest di Google.

Bilanciare privacy e sicurezza non è certamente un tema che permette di parlare di assoluti: è un atto di bilanciamento complicato. Ma la tutela del mandato serve proprio perché sia un giudice a valutare da che parte far pendere la bilancia. La scelta di Google e Amazon quindi farà senza dubbio discutere. E forse le lamentele di molti negli USA potrebbero far cambiare le policy delle due aziende.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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