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God Save Vivienne Westwood

Rest In Punk

Mentre il 2022 ci mostrava i titoli di coda, tra un Re del calcio che ci lasciava e un Papa che passava a miglior vita, se n’è andata anche Vivienne Westwood, un po’ in sordina certo, dato il clamore che hanno suscitato i ben più roboanti trapassi di Pelè e Joseph Aloisius Ratzinger.

Eppure una persona come Vivienne Westwood non può andarsene in silenzio. Non sarebbe giusto, dato che per tutta la vita ha urlato, facendo sentire le proprie ragioni. La regina del punk, un movimento che le regine non le aveva mai davvero riconosciute, ha deposto la corona. Quella corona fatta di spille da balia e svastiche provocatorie. Di accordi di quinta taglienti sopra capelli appariscenti. L’ha deposta a 81 anni ma, come cantava qualcuno: “nella mente mia ho l’immagine sua: gli eroi son tutti giovani e belli”.

Semplicemente se n’è andata con lei una parte importante di quella sottocultura che, in Italia, ha sempre faticato ad attecchire, ma che nel resto del mondo ha rivoluzionato il costume, la musica e la società.

SEX

Battezzata col nome di Vivienne Isabel Swire, si trasferisce da giovanissima a Londra dopo un’infanzia passata nella piccola Derbyshire. Si sposa una prima volta con Derek Westwood, da cui assume e mantiene il cognome, ma non dura a lungo. Non dura troppo neanche l’ambizione di studiare Arte: l’accademia di Londra è troppo costosa, e quindi decide di arrotondare insegnando in una scuola primaria. È in questo periodo che realizza i primi gioielli, che poi vende al mercatino domenicale.

La svolta arriva dopo il divorzio, quando conosce Malcom McLaren agli inizi degli anni ’70. Malcom era reduce da un paio di viaggi in Europa, soprattutto Parigi, dove aveva cominciato a dar vita ad un movimento che cambierà la storia della cultura britannica: il situazionismo. Del resto, con i moti del ‘68, il terreno era fertile per la rivoluzione dal basso.

Vivienne e Malcom aprono un primo negozio nel 1971 e lo chiamano Let it Rock. L’idea è semplice: capitalizzare sull’ondata di Teddy Boy con ciuffo laccato e vestiti strappati. Vivienne disegna gli abiti, Malcom genera hype intorno al negozio. 

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Le mode però cambiano, e anche i Teddy Boy finiscono nel calderone dei trend passati. Il seme però era stato gettato. Dopo un aver rinominato il negozio Too Fast To Live Too Young To Die, la coppia ha l’intuizione: SEX. Semplice, provocatorio e assolutamente controculturale rispetto la borghesia puritana che si prostrava ai piedi monarchia inglese degli anni ‘70.

SEX PISTOLS

Nel giro di tre anni il SEX, al numero 430 di King’s Road, diventa il punto di ritrovo di tutta una schiera di ragazzi che proprio non ci stanno a sorseggiare il tè delle 5 in punto. Intorno al negozietto cominciano a gravitare una schiera di personaggi che formeranno la prima ondata della scena punk britannica del 1977. Nasce, insomma, quel movimento che passerà alla storia col nome di Punk 77.

Tra questi ci sono la cantante Siouxsie Sioux (che fonderà i Siouxsie and the Banshees), un giovane Billy Idol e un chitarrista di nome Mick Jones, che qualche anno dopo metterà su una band niente male chiamata The Clash. Ne Sentiremo parlare.

Le attenzioni di Malcom McLaren e Vivienne Westwood sono però tutte per un gruppo di avventori senza arte né parte. Musicalmente poco o nulla, ma attitudine e rabbia tanta. McLaren si offre di fargli da manager. Li mette insieme e al basso assolda uno che neanche lo aveva mai suonato uno strumento. Però ha il look, e va bene così. I patti sono chiari: loro devono pensare solo a suonare, per quanto possibile. I ruoli anche non sono messi indiscussione: Vivienne si occuperà del loro look e Malcom della loro carriera. Questa durerà poco, appena un album, ma avrà un impatto devastante.

Manca un nome però e allora l’enorme scritta all’esterno del negozio è di ispirazione. Era nata la prima boyband della storia, sebbene di pop non avessero nulla. Erano nati i Sex Pistols.

Vivienne Westwood oltre il punk

Secondo NME, una delle riviste di riferimento per la musica e la cultura britannica, “Vivienne Westwood ha contribuito a portare la moda punk nel mainstream, pur mantenendo l’atteggiamento ribelle che l’ha caratterizzata per tutta la vita”.

All’inizio degli anni ’80, Vivienne Westwood lancia il proprio marchio. Una delle sue prime collezioni, nel 1985, presentava un “mini-crini”. Si trattava di una crinolina mista a una minigonna, per sottolineare la crescente emancipazione sessuale delle donne.

In 81 anni di vita Westwood ha esplorato un numero incredibile di forme e contenitori espressivi. Dopo aver creato il look punk, ha disegnato le uniformi del King’s College di Londra e sviluppato le divise della compagnia aerea Virgin Atlantic. Gli abiti targati Westwood hanno vestito i giovani punk, esponenti dell’aristocrazia britannica e persino qualche membro della famiglia reale.

Avete presente l’abito da sposa del personaggio di Lunafreya Nox Fleuret in Final Fantasy XV? È stato disegnato da Vivienne Westwood. E l’abito da sposa indossato da Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker) nel film Sex and the City? Sempre Vivienne Westwood. “Non c’era nulla di avanguardista in quel film”, dirà poi con il suo inconfondibile stile provocatorio.

L’attivismo e la morte: Vivienne Westwood lives forever

Negli ultimi anni Vivienne Westwood era diventata un punto di riferimento dell’attivismo, in particolar modo sul cambiamento climatico. Nel 2020 ha lanciato una collezione primavera-estate interamente realizzata in cotone organico e lino naturale.

Nello stesso anno ha protestato attivamente per la liberazione di Julian Assange, manifestando contro la sua estradizione negli Stati Uniti. Per questa causa era arrivata a rinchiudersi in una enorme gabbia all’uscita dello storico tribunale londinese di Old Bailey.

Vivienne Westwood si spegne il 29 dicembre 2022, all’età di 81 anni. Ma la sua cultura, l’impatto che ha avuto su un’intera collettività di giovani, hanno cambiato il mondo per sempre. Addio Vivienne, regina indiscussa del punk.

Gli omaggi del mondo della musica e dello spettacolo a Vivienne Westwood

La morte di Vivienne Westwood è stata accolta con lutto e sconcerto da parte del mondo della musica, ma non solo. In un concerto tenutosi il 29 dicembre, lo stesso giorno della la morte di Westwood, Patti Smith ha voluto rendere omaggio all’icona punk dedicandole Redondo Beach.

Anche artisti contemporanei come YOUNGBLUD hanno espresso parole di cordoglio, ringraziando la compianta stilista e icona. “Mi hai dato il coraggio per esprimermi. Sei stata il motivo per il quale sono riuscito a lasciare casa con sicurezza. Ho il cuore spezzato. Grazie per tutto, Viv, Riposa in pace”, ha scritto l’artista su Twitter.

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Marco Brunasso

Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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