Spotify riceve una multa da 5 milioni per non aver rispettato il Gdpr

Il colosso della musica in streaming Spotify dovrà pagare una multa di ben 5 milioni di euro per aver violato il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione europea (Gdpr). La decisione arriva dall’Autorità per la protezione dei dati svedese (Imy), dopo una lunga battaglia legale avviata da Noyb, un’organizzazione no profit che difende i diritti digitali degli utenti.

Il contenzioso tra Noyb e Spotify risale al 2019, quando l’organizzazione ha denunciato l’azienda per non aver garantito il “diritto di accesso dell’interessato” previsto dall’articolo 15 del Gdpr. Questo permette agli utenti di accedere ai propri dati personali, di sapere come vengono trattati, per quanto tempo e a chi vengono comunicati, oltre che di chiederne la cancellazione.

Multa salta per Spotify, ma la battaglia legale non è finita

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Spotify, che ha sede in Svezia, non avrebbe risposto adeguatamente alle richieste degli utenti, ma anche l’Imy ha mostrato scarsa attenzione al caso, arrivando a negare il diritto dei reclamanti a essere parte in causa contro l’azienda. Una situazione simile a quella che si è verificata in Irlanda tra le autorità locali e Meta.

Per sbloccare il procedimento, il 22 giugno 2022 Noyb ha citato in giudizio l’Imy per inadempienza presso la corte svedese, ottenendo il favore della stessa. E anche se la causa è ancora pendente per la Corte amministrativa suprema della Svezia, il 13 giugno l’Imy ha finalmente emesso la sua sentenza, infliggendo a Spotify una multa di 5 milioni di euro.

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