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LinkedIn come Microsoft: licenziamenti in arrivo?

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La sciagura dei licenziamenti sembra essersi abbattuta anche su LinkedIn. La società acquistata da Microsoft nel 2016, sembra essersi accodata al trend delle altre big tech, intraprendendo la dolorosa strada del taglio del personale.

LinkedIn, il motivo dei licenziamenti

Sembra assurdo, ma LinkedIn avrebbe avviato la sua campagna di licenziamenti colpendo la divisione assunzioni. Tuttavia dei segnali di pericolo erano già nell’aria: nel 2022 il social di ricerca lavoro aveva congelato le assunzioni, lasciando paventare a più detrattori che il prossimo passo sarebbe stato proprio quello dei licenziamenti.

La notizia, ai tempi, era stata smentita con forza dal CEO Ryan Roslansky, ma il momento tanto temuto è giunto: così come Microsoft, adesso anche LinkedIn ha deciso di tagliare la propria forza lavoro.

A lanciare per primo l’indiscrezione è stato il sito The Information già nella giornata del 13 febbraio ed è allarmante constatare come nel giro di pochi mesi le più grandi aziende tech del mondo abbiano deciso di licenziare parte dei propri dipendenti.

Allo stato attuale, inoltre, non è ancora chiaro il numero di persone che LinkedIn licenzierà. Potrebbero essere poche decine, così come migliaia seguendo la scia di Microsoft, che nei prossimi mesi arriverà a tagliare 10.000 posti d’impiego nell’azienda.

Anche le motivazioni legate ai licenziamenti sono poco chiare, ma prevedibilmente potrebbero rientrare in una necessità aziendale di contenimento dei costi. Non dovrebbe sorprendere, considerando il periodo storico che stiamo vivendo, ma fa male ugualmente constatare come migliaia di persone stiano perdendo il proprio posto di lavoro in aziende che fino a un anno fa avremmo considerato botti di ferro.

Tutto vero?

Attualmente da LinkedIn non sono arrivate conferme in merito e neanche smentite. Smentite che a questo punto sembrerebbero essere anche superflue, accodando il social network dei lavoratori per eccellenza non solo alla multinazionale fondata da Bill Gates, ma anche a Twitter, Meta, Amazon, Apple e Google.

Insomma, la piaga dei licenziamenti sembra ormai inarrestabile e chissà quali altri industrie lanceranno segnali simili nei prossimi mesi.

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