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Attacco hacker a Sogin, società che smaltisce scorie nucleari

Rubati 800GB di dati, in vendita a 250 mila dollari sul dark web

Sogin, la Società Gestione degli Impianti Nucleari, ha subito un attacco hacker che ha sottratto dei dati sensibili. Le informazioni sono state racchiuse in una cartella da circa 800GB che è finita in vendita sul dark web. Il costo: 250mila euro in criptovalute. Gli hacker hanno messo a disposizione degli acquirenti alcune delle informazioni rubate: curricula dei dipendenti, foto, tabelle delle spese e mappe degli impianti.

Sogin finisce sotto attacco hacker

Il nucleare è un tema che torna spesso agli onori di cronaca. Di recente, sui giornali erano arrivate le parole del ministro alla Transizione Ecologica Roberto Cingolani, che aveva spiegato ad alcuni studenti delle superiori che: “il nucleare ci sarà nella tassonomia europea della finanza sostenibile, lo hanno già anticipato. È una fonte che non produce CO2“.

In questi stessi giorni, il 12 dicembre, arriva un attacco hacker a Sogin, l’azienda pubblica che si occupa dello smantellamento degli impianti nucleari nel nostro Paese e dello smaltimento in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Dopo poche ore, le informazioni rubate dai cybercriminali finiscono già nel dark web. Ci sono 800GB di dati: curricula e foto dei dipendenti, tabelle delle spese e resoconti, mappe degli impianti. Al momento gli inquirenti non hanno ancora determinato se si tratta di dati effettivamente rubati nell’attacco o disponibili in altro modo in rete. Però si sa il prezzo: 250 mila euro, da consegnare in criptovalute.

Nel pomeriggio di ieri, 13 dicembre 2021, Sogin ha pubblicato una nota stampa che conferma l’accaduto. “Sogin comunica che ieri ha avuto evidenza di un attacco hacker al suo sistema informatico. La Società ha immediatamente informato le Autorità competenti con le quali sono state messe in atto le procedure per porre rimedio all’accaduto e verificare l’eventuale violazione di profili collegati alla privacy e alla sicurezza dei dati. Sogin rappresenta che la sicurezza sia nucleare che convenzionale degli impianti e la loro operatività è sempre stata garantita“.

Quindi nessun rischio diretto per gli impianti e i siti di stoccaggio delle scorie. Ma restano da verificare le dinamiche dell’attacco e le ricadute sulla privacy. Vi terremo aggiornati.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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