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Google e Meta: UE indaga su un accordo tra le società sulla pubblicità online

I due colossi avrebbero violato le leggi di concorrenza europee

Ancora notizie sconcertanti dal mondo delle Big Tech. Le autorità di regolamentazione in Europa e nel Regno Unito hanno aperto un’indagine antitrust su un accordo segreto tra Google e Meta sulla pubblicità online. L’azione segue quella dell’Antitrust statunitense, che sta indagando su un accordo noto in modo informale come “Jedi Blue“. In entrambi i casi, le compagnie sono state accusate di lavorare insieme per spartirsi i profitti pubblicitari, agendo per sostenere a vicenda le loro attività.

Google e Meta: UE indaga su un accordo segreto tra le società

Google e Meta al centro di un’indagine dell’Antitrust UE e del Regno Unito. A quanto pare, i due colossi tecnologici potrebbe aver violato le regole di concorrenze europee stringendo un accordo segreto sulla pubblicità online. “La pubblicità è molto importante e, per questo motivo, è importante che ci sia concorrenza su chi può inserire annunci e dove“. Così ha dichiarato Margrethe Vestager, responsabile della concorrenza dell’UE. “Ci sono altre entità oltre a Google che lo fanno. Quello che sospettiamo qui è che potrebbe esserci stato un accordo tra Google, e poi Facebook, solo per utilizzare i servizi di Google e non i servizi concorrenti. È un problema gigantesco“.

Le aziende ritenute in violazione del diritto dell’UE, quindi, rischiano di perdere fino al 10% dei ricavi globali, anche se le procedure legali potrebbero richiedere anni. Entrambe le società sono diventate il bersaglio regolare delle indagini antitrust dell’UE negli ultimi anni, e l’Europa è diventata il centro di un contraccolpo normativo contro la forza economica delle Big Tech. In ogni caso, al momento la Commissione Europea sta anche indagando sul sospetto che Google possa aver agito da solo, all’insaputa di Meta. “Non abbiamo ancora concluso se è solo una cosa di Google o se ci fossero dentro insieme. Non è un dato di fatto che Meta fosse consapevole degli effetti dell’accordo e questo è ciò su cui dobbiamo indagare“, chiarisce Vestager.

Andrea Coscelli, Amministratore Delegato di CMA, ha dichiarato: “Siamo preoccupati che Google possa aver collaborato con Meta per ostacolare i concorrenti che forniscono importanti servizi di pubblicità display online agli editori“. Da un rapporto della stessa CMA, infatti, è stato evidenziato che Google ha una quota superiore al 90% del mercato della pubblicità sui motori di ricerca. E Meta controlla più della metà del mercato della pubblicità display. Insomma, le due compagnie potrebbero aver violato davvero le leggi di concorrenza europee. Ma questo lo scopriremo soltanto al termine dell’indagine.

Nel frattempo, un portavoce di Google ha dichiarato: ““Le accuse mosse in relazione a questo accordo sono false. Si tratta di un accordo documentato pubblicamente e a favore della competizione, che consente a Facebook Audience Network (FAN) di partecipare al nostro programma Open Bidding, insieme a decine di altre società. Il coinvolgimento di FAN non è esclusivo e non riguarda vantaggi che possano aiutare a vincere le aste. L’obiettivo di questo programma è collaborare con una gamma di reti pubblicitarie e di exchange per aumentare la domanda di spazi pubblicitari degli editori, così da aiutare gli editori ad aumentare i ricavi. La partecipazione di Facebook serve a questo. Saremo felici di rispondere a tutte le domande della Commissione o dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato britannica“.

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Chiara Crescenzi

Editor compulsiva, amante delle serie tv e del cibo spazzatura. Condivido la mia vita con un Bulldog Inglese, fonte di ispirazione delle cose che scrivo.

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