Dentro la Canzone – Lungimiranza degli Offlaga Disco Pax, tra un Ligabue fonico e affamato e un’Italia che non esiste più

Schierate, polemiche e dissacranti. Da non prendere troppo sul serio (ma a volte si). Provare a spiegare il significato delle canzoni degli Offlaga Disco Pax è spesso un triplo salto mortale carpiato mentre ti tirano i coltelli da ambo i lati. È però estremamente divertente, perchè nella poetica politica di Max Collini – voce e autore dei testi dell’autodefinitosi “collettivo neosensibilista contrario alla democrazia nei sentimenti” – è possibile ritrovarci un’Italia che non c’è più, come il socialismo. Una puzza di malinconia e disillusiane tali che ti viene voglia di farci un tuffo a bomba. E per oggi basta parlare di tuffi. Lungimiranza è una delle canzoni degli Offlaga Disco Pax che più di tutte riassume questa visione, con un testo dal significato oscuro, che va decifrato provando a dare un nome e un cognome ai personaggi che lo abitano.

Essenzialmente il brano racconta di un concerto tenutosi in un circolo ARCI tempo prima. Max Collini ci racconta di quando lui, da volontario della location, preparava panini agli ospiti (tra cui un insospettabile Luciano Ligabue, mai nominato direttamente, nelle vesti di fonico). 

Il significato intrinseco della canzone sta, probabilmente, tutta nel suo titolo: Lungimiranza. La capacità di vederci lungo e di anticipare i tempi. Un titolo ovviamente ironico, dato che tutte le previsioni di Max Collini nel testo verranno tutte disattese.

Lungimiranza degli Offlaga Disco Pax: il significato del testo

Era un periodo in cui ognuno faceva il suo mestiere:
Il Partito faceva il partito
La Federazione Giovanile faceva la Federazione Giovanile
L’ARCI l’ARCI
I fonici i fonici

Il testo si apre con la premessa di un racconto al passato. Collini ci presenta i quattro grandi protagonisti di questa storia: il Partito (ovviamente quello comunista), la Federazione Giovanile, l’ARCI (‘Associazione ricreativa e culturale italiana) e il fonico. Tutte realtà che confluiscono nella realizzazione di eventi culturali come i concerti. Tutte realtà che però operavano a compartimenti stagni: ognuno faceva il suo mestiere.

In quel circoletto ricavato nella sezione del quartiere Pappagnocca
Il partito metteva i soldi
La Federazione Giovanile i giovani
L’ARCI gli spettacoli

Collini entra ancora più nello specifico: il partito finanziava economicamente i concerti (nel nome della cultura), la Federazione Giovanile promuoveva gli eventi e l’ARCI ci metteva location, artisti e maestranze. Il testo ci rivela anche che la storia raccontata in Lungimiranza si svolge nel circolo ARCI di Pappagnocca, quartiere della periferia sud-orientale di Reggio Emilia.

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Al giovedì suonavano i cosiddetti ‘gruppi di base’
storie improbabili già dal nome:
Toro Toro Taxi
Cipango
Far Fronte
I Far Fronte facevano paura solo per quello

In pieno stile Offlaga, mescolando narrazione e realtà, Collini cita una serie di gruppi emergenti realmente esistiti nella scena musicale Emiliana. E ovviamente, col suo tono dissacrante, non manca di prenderli un po’ in giro per i loro nomi improbabili.

Una sera tocca a una specie di cantautore
Il fonico dell’ARCI che lo accompagna è affamato
e mentre addenta il panino che gli ho appena preparato
anticipa le magnifiche sorti dell’uomo in questione
Io resto in cucina a cucinare, lui appena fuori dalla porta a fonicare

Max Collini e gli Offlaga Disco Pax non hanno mai rivelato il vero nome del cantautore citato nel testo di Lungimiranza, ma è opinione diffusa che si tratti di un giovane Vinicio Capossela. Il fonico (sulla sua reale identità ci torneremo tra poco) è descritto come un uomo affamato, convinto che cantautore avrà una luminosa carriera. Lungimiranza, appunto.

In sala non più di venti persone,
sul palco un tizio schivo quanto basta farfuglia cosette al microfono
Lo ascolto con attenzione ma non mi dice niente
Mentre il fonico affamato giura che farà una grande carriera
Sarà ma il pubblico sparuto del giovedì sera
non pare garantirgli un promettente futuro

La descrizione del concerto quel giovedì sera sembra stonare con le alte aspettative del fonico. Venti persone in sala, e un cantante timido che fatica ad emozionare gli astanti. Avrà davvero una grande carriera come dice il fonico? Al momento non sembra.

Anche il fonico sta lavorando ad un disco in proprio
e pure del suo ne dicono un gran bene
Mi sembrano tutti fuori di testa
Ma dove pensate di andare!?

A quanto pare anche il fonico sta facendo un proprio disco (venendo meno al patto non scritto della prima strofa, dove ognuno si limitava a fare il proprio mestiere). Tra la grande stella che sarà in difficoltà sul palco, e il fonico affamato che sta facendo un suo disco, Collini non le manda a dire: “siete seri? “Ma dove credete di andare?”. Anche in questo caso è questione di lungimiranza, dato che la storia darà ragione sia al cantautore che al fonico. C’è quindi una grandissima dose di autoironia nel testo della canzone.

Torno in cucina a fare panini per due sedicenti futuri eroi della canzone italiana
Ridacchiando alle loro spalle di quelle speranze un po’ ridicole
Nel loro grossolano errore di prospettiva
Ripensando al circoletto
Allo sfigato sul palco
E al ‘mangiapane a tradimento’ che stava al mixer
Credo che in quel giovedì sera sia andata poi di lusso quasi a tutti

Collini torna in cucina, ridendo delle aspettative elevate di tutti gli altri. Come andrà a finire ce lo racconta l’ultima strofa.

E…andò che il circolo chiuse assieme alla sezione
Per far posto ad una pizzeria dal nome insolito
Andò che l’ARCI Spettacoli organizza spettacoli sempre più grandi
E il cantautore ha fatto davvero la sua luminosa carriera
Mentre il fonico si gioca da anni con un modenese
Il primo posto nell’immaginario collettivo
Il partito risulta… NON PERVENUTO

L’ultima strofa chiude tutte le porte. Il circolo ARCI di Pappagnocca (che si chiamava Red Box) chiuderà e al suo posto sorgerà davvero una pizzeria chiamata Il buco della signora. ARCI Spettacoli è ancora oggi una delle realtà organizzative più importanti del panorama culturale italiano. Vinicio Capossela ha effettivamente fatto una carriera luminosa. Ci arriva il primo (e unico) importante indizio sulla vera identità del fonico: “uno che da anni si gioca con un modenese il primo posto nell’immaginario collettivo”. Si tratta ovviamente di Luciano Ligabue, in perenne dualismo artistico con Vasco Rossi. Il partito Comunista non esiste più.

Max Collini si ritrova davvero il figlio di Ligabue come fonico

Corsi e ricorsi storici. Il destino fa il suo giro e sembra prendere in giro noi inermi esseri umani. Nel 2018 Max Collini si ritrova a tenere uno spettacolo di letture a Fosdondo (Reggio Emilia). Come andò ce lo racconta lo stesso Collini in un post sul suo profilo Facebook :

“In console un ragazzo gentile mi aiuta.
Dal microfono gli dico: ‘Fonico scusa, come ti chiami?’.
‘Mi chiamo Lenny’. “
‘Ah, Lenny, come il figlio di Luciano Ligabue! Bello’.
E lui: ‘Sì, esatto. Come lui. Che poi sono io’.

Insomma il mio fonico stasera è il figlio di Ligabue. Sto impazzendo”

Fonte: Gazzetta di Reggio

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