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La bufala tech della settimana: Mario Draghi e il vaccino

Manipolata ad arte una dichiarazione del premier. E intanto le bugie sul Covid rischiano di rallentare la campagna di vaccinazione

Mario Draghi sostiene che i vaccini sono inutili per via delle loro continue mutazioni.

Non querelateci e non temete per la lucidità del nostro premier: si tratta dell’ennesima bufala sul Covid. Ordita da un quotidiano vicino agli antivaccinisti, la clamorosa fake news è importante per due motivi.

Intanto perché chiama in causa il più noto politico italiano attualmente in carica, aggiungendo un nuovo elemento alle solite notizie infondate sulla pandemia. Non si tratta più di un messaggio anonimo e privo di fondamento che si propaga tramite i social, ma di una precisa (anche se un po’ rozza) manipolazione di una dichiarazione del nostro Presidente del Consiglio.

E poi, perché si basa sul noto meccanismo furbesco della decontestualizzazione. Cerchiamo di vederci più chiaro.

Mario Draghi: vaccini inutili per via delle mutazioni

Come stiamo ormai testimoniando da settimane nei nostri articoli, non c’è quasi giorno che il Covid non stimoli la produzione di fake news o notizie inverificate.

Una delle più recenti bufale, dicevamo, si differenzia dalle solite. O forse dovremmo dire che spicca per sfacciataggine, visto che chiama in causa il nostro premier.

Sabato 29 maggio un sito vicino agli antivaccinisti ha segnalato un passaggio dell’intervento di Draghi al Global Solutions Summit 2021. Mario Draghi avrebbe dichiarato inutili i vaccini a causa delle continue mutazioni del virus. Ecco come viene interpretato il virgolettato del Presidente del Consiglio dal giornale online: “In sostanza, i vaccini salvifici propagandati dai media e dalle autorità sanitarie regionali e governative, per Draghi, a fronte delle mutazioni, non servono a nulla. Ci saranno, dice il premier, varianti che potrebbero minarne l’efficacia, per cui le attuali vaccinazioni non sortirebbero gli effetti sperati.”

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Mario Draghi e i vaccini inutili. Un caso di decontestualizzazione

Ma estrapolare una frase dal contesto aggiungendovi una propria interpretazione significa fare cattivo giornalismo. Cattivo e facile da sbugiardare da parte del lettore avveduto: è infatti sufficiente pescare in Rete uno stralcio meno risicato della dichiarazione di Draghi, per capire dove stia la verità.

Ecco per esempio come una fonte autorevole, l’AGI, amplia la citazione in questione, incorniciandola nell’adeguato contesto: “La nostra prima priorità è, naturalmente, sconfiggere la pandemia. Questo significa farlo ovunque e non soltanto nei Paesi sviluppati. Garantire che i paesi più poveri abbiano accesso a vaccini efficaci è un imperativo morale. Ma c’è anche una ragione pratica e, se vogliamo, egoistica. Finché la pandemia infuria, il virus può subire mutazioni pericolose che possono minare anche la campagna di vaccinazione di maggior successo”.

Dunque Mario Draghi reputa i vaccini inutili? Niente affatto. Il premier dice solo parole di normale buon senso. Invita a completare quanto prima la campagna di vaccinazione, nell’eventualità che in futuro nuove varianti ne possano parzialmente compromettere l’efficacia.

E intanto Twitter sospende Naomi Wolf

Le bufale sul Covid negli ultimi giorni sembrano cambiare di segno. Oltre alle presunte parole di Mario Draghi sui vaccini inutili, un altro personaggio pubblico è al centro di una polemica legata alle fake news, ma per tutt’altro motivo.

È accaduto che Twitter ha sospeso la giornalista e scrittrice Naomi Wolf per le sue bufale sui vaccini.

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Il caso Naomi Wolf: cosa è successo

Twitter sospende la giornalista Naomi Wolf, che negli ultimi mesi ha inanellato una serie di cinguettii davvero fantasiosi riguardo pandemia e vaccini.

La reporter e scrittrice americana ha sviluppato, sin dal primo lockdown, una massiccia campagna di disinformazione, disseminata fra gli oltre 126mila suoi tweet. E che prima dell’allontanamento dalla piattaforma le aveva assicurato più di 140mila follower. Anche se, va detto, chi seguiva la giornalista era nettamente diviso in due gruppi: alcuni la sostenevano in modo acritico, altri non mancavano di ironizzare sui contenuti quanto meno bizzarri dei suoi interventi.

I più clamorosi tweet di Naomi Wolf

In un tweet dello scorso marzo, la giornalista aveva condiviso una frase contro i vaccini attribuita a un medico, tale dottor John Sims. Si trattava in realtà di un post ironico, diventato meme, e la persona che si era prestata al gioco era un pornoattore, il cui vero nome è Johnny Sins.

Oltre a vari tweet allarmistici sulla tossicità dei vaccini, Naomi Wolf ha istituito uno spericolato paragone tra il passaporto vaccinale e il controllo a cui sono stati sottoposti gli ebrei prima della deportazione nei campi di concentramento.

In precedenti tweet, la Wolf aveva paragonato l’immunologo Anthony Fauci a Satana, e aveva proposto di separare urine e feci dei vaccinati dalle acque reflue per testare l’impatto sui non vaccinati dell’acqua potabile.

Chi è Naomi Wolf

E dire che la famosa giornalista e autrice di The Beauty Myth (e del best-seller Vagina: A New Biography) ha guadagnato la sua notorietà anni fa come femminista, oltre che come consulente politica per le campagne presidenziali di Bill Clinton e Al Gore.

Ma una certa tendenza alla rilettura libera dei fatti l’ha obbligata, nel 2019, a ritirare il suo libro Outrages, per una lettura gravemente distorta di alcuni atti giudiziari.

Segnalata già dal 2014 come teorica della cospirazione, Naomi Wolf ha ricevuto pesanti critiche per aver diffuso disinformazione su importanti temi come l’Isis ed Ebola.

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La pericolosità delle fake news sui vaccini

Se per i creatori di fake news i vaccini sono pericolosi, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità sono le bufale stesse ad essere fonte di pericolo. Il direttore dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha definito infodemia la diffusione incontrollata di notizie prive di fondamento o di verifica che riguardano il Coronavirus.

La prima conseguenza di tale atteggiamento è quella di ingenerare confusione e ansia in un’ampia percentuale della popolazione globale, già sufficientemente sotto pressione. Ma ce n’è un’altra forse più grave.

Pare infatti che la disinformazione faccia crescere la sfiducia della cittadinanza nell’efficacia della vaccinazione. Uno studio, per esempio, segnala che solo il 39% dei londinesi appartenenti alle minoranze etniche sia favorevole a farsi somministrare il siero.

Lo stesso scetticismo sembra essere una della cause per cui il continente africano, abitato dal 16% della popolazione mondiale, finora ha ricevuto meno del 2% dei vaccini distribuiti in tutto il mondo.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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