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Nel 1953 un articolo anticipò l’ascesa degli smartphone moderni e delle videochiamate

Le predizioni di Mark Sullivan sono divenute realtà

Quanti di voi conoscono Mark Sullivan, l’uomo che nel lontano 1953 aveva previsto alcune caratteristiche chiave dei nostri attuali smartphone? Se non sapete nulla riguardo questa storia, scopritela insieme a noi.

Mark Sullivan, l’uomo “dello smartphone”

Se provate a chiedere al vostro assistente digitale preferito di parlarvi del primo smartphone, probabilmente vi nominerà Simon di IBM. Nato nel 1994, Simon è considerato il primo smartphone al mondo. Prodotto dalla IBM e distribuito dalla BellSouth, non aveva una tastiera fisica e veniva comandato attraverso uno schermo tattile con un pennino. Simon permetteva addirittura di inviare e ricevere fax.

Circa 50.000 unità sono state vendute all’inizio degli anni ’90, il che può sembrare nulla in confronto al numero di iPhone venduti ogni anno, ad esempio. A quel tempo, però, era un incredibile traguardo. Tuttavia dovete sapere che alcune delle principali caratteristiche degli smartphone sono state previste molto tempo prima.

A quanto pare il dirigente di Pacific Tel e Tel, Mark Sullivan, ha previsto alcune caratteristiche dello smartphone, nel lontano 1953. Secondo una vecchia clip di giornale che è stata pubblicata da Open Culture, 41 anni prima che IBM creasse il primo smartphone, un dirigente di una compagnia telefonica predisse ciò che un telefono moderno avrebbe potuto fare.

Pubblicato nel Tacoma News Tribune l’11 aprile 1953, quando Steve Jobs aveva poco più di due anni, il giornale cita Mark R. Sullivan, presidente e direttore della Pacific Telephone and Telegraph Company con sede a San Francisco.

Parlando dei telefoni del futuro, Sullivan disse: “Quale forma avrà il futuro telefono è, ovviamente, pura speculazione”. Sullivan ha però colpito nel segno quando ha detto:

Nel suo sviluppo finale, il telefono sarà portato in giro dall’individuo, forse come oggi portiamo in giro un orologio. Probabilmente non avrà bisogno di alcun quadrante o equivalente, e penso che gli utenti saranno in grado di vedersi l’un l’altro, se vogliono, mentre parlano.

Pensate a questo. 54 anni prima della presentazione dell’iPhone OG, Sullivan aveva previsto un portatile touchscreen (senza quadrante) e 57 anni prima del debutto di FaceTime, il dirigente della compagnia telefonica stava parlando della caratteristica chiave delle videochiamate.

Mark riuscì anche a vedere abbastanza lontano nel futuro da prevedere l’eventuale sviluppo delle app di traduzione linguistica. “Chi lo sa”, disse, “ma esso [il futuro telefono] potrebbe effettivamente tradurre da una lingua all’altra?”

Sullivan, che era nato nel 1896, predisse anche un dispositivo delle dimensioni di una piccola macchina da scrivere che avrebbe registrato automaticamente la durata delle telefonate di un utente senza bisogno di un operatore per “registrare la chiamata a fini contabili”. Sullivan è morto all’età di 89 anni, solo un paio di anni dopo il rilascio del primo cellulare disponibile in commercio, il Motorola DynaTAC 8000X.

“In futuro non ci sarà scampo dai telefoni”

Ma è stato solo con la creazione del moderno smartphone che le previsioni di Sullivan si sono effettivamente avverate. Immaginate quanto avrebbe potuto essere ricco Sullivan se fosse stato in grado di sostenere le sue previsioni investendo in esse.

Le apparizioni di Sullivan alle conferenze commerciali di solito includevano un discorso che menzionava le sue previsioni sul telefono. In un titolo preveggente, il giornale di Tacoma ha scritto “There’ll Be No Escape in Future From Telephones”. E, insomma, possiamo affermare che anche questa previsione è diventata realtà.

Tutto ciò che dobbiamo fare è camminare nel centro della nostra città o cenare in un ristorante per vedere quanto, ora, non “ci sia più scampo dai cellulari”.

Oltretutto, in seguito alla pandemia, questo aspetto si è fatto ancora più concreto e presente nelle nostre vite perché con gli smartphone, ora, facciamo tutto. Lavoriamo, inviamo messaggi, videochiamiamo, ascoltiamo musica, paghiamo le tasse, ordiniamo la spesa e molto altro. Riteniamo che Sullivan sarebbe rimasto a bocca aperta nel vedere ciò che sono in grado di fare gli smartphone al giorno d’oggi.

Le predizioni di Isaac Asimov

Mark Sullivan, tuttavia, non era l’unica persona che vedeva smartphone in grado di videochiamare nel futuro. Anche Isaac Asimov riuscì a prevedere alcune interessanti caratteristiche delle nostre attuali tecnologie. Analizzando bene il personaggio, Isaac Asimov non era veramente un romanziere. Era più un futurista che scriveva anche romanzi.

È difficile dire quale sia stata la causa, però: l’interesse di Asimov per la fantascienza o il suo amore per la scienza. Ma certamente si sono modellati a vicenda, scrivono Matthew Holmes e Lindley Homol per il blog dei libri della Penn State.

Le questioni etiche dell’intelligenza artificiale e del corretto comportamento robotico che la sua serie di romanzi Robot esplora, sembrano particolarmente rilevanti oggi, anche se, come nota Erik van Rheenen per Mental Floss, in un saggio speculativo Asimov ha anche previsto la noia postmoderna, la tecnologia wireless e l’automazione.

Ma anche se le previsioni dello scrittore sembrano astute, e lui aveva un forte background scientifico, Asimov stesso ha ammesso che non era in grado di progettare tutte le tecnologie che immaginava. Tuttavia, in una conferenza tenuta alla NASA nel 1985, Asimov menzionò un’idea che si era realizzata:

Nel 1950, in un passaggio pubblicato come prima sezione del mio libro Foundation, feci tirare fuori al mio protagonista un computer tascabile. Non l’ho chiamato computer tascabile, l’ho chiamato “tabulatore”.

Nel 1959, aveva usato la frase “computer tascabile”, che apparve in un racconto. Decenni dopo, disse, qualcuno gli menzionò l’idea e gli chiese perché non l’avesse brevettata. Dopo tutto, avrebbe potuto fare milioni. Asimov rispose che lui aveva solo descritto l’aspetto esteriore di un probabile “computer tascabile” e non il modo in cui avrebbe potuto funzionare. Lo scrittore affermò:

Sarò franco, tutt’oggi non so ancora cosa ci sia dentro. Ho sviluppato una teoria; penso che sia uno scarafaggio molto intelligente.

Oltretutto, l’autore di fantascienza scrisse un pezzo op-ed per il New York Times nel 1964 affermando che in futuro, i dispositivi di comunicazione avrebbero sfoggiato uno schermo che avrebbe permesso agli utenti di “vedere e sentire la persona con cui si telefona”.

Asimov aggiunse, infine, che “lo schermo sarebbe stato usato non solo per vedere le persone che si chiamano, ma anche per studiare documenti e fotografie e leggere libri. Ed è esattamente ciò che siamo in grado di fare con i nostri smartphone, oggi.

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PhoneAreaSmithSonianMag

Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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