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Meta: stop alla pubblicità basata sul genere degli adolescenti

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Ci sono intuizioni, scoperte o anche solo azioni o dichiarazioni il cui esito va molto al di là delle aspettative. Pensiamo alla parola serendipità, che sta a indicare “la capacità o fortuna di fare per caso inattese e felici scoperte, specialmente in campo scientifico, mentre si sta cercando altro.”

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Secondo noi, le nuove regole sulla pubblicità volute da Meta, di cui vi parleremo in questo articolo, è vero che partono da mere esigenze di tutela dei giovani (e della stessa azienda). Tuttavia, non sappiamo se in modo calcolato o meno, portano in sé una potenziale rivoluzione culturale.

Scopriamo dunque in cosa consistono le nuove regole di Meta sulla pubblicità. E perché potrebbero essere un involontario apripista di un nuovo modo di ragionare sui generi (e sugli stereotipi di genere, tanto radicati quanto ormai davvero démodé).

Meta: nuove regole per le pubblicità

La notizia è stata resa da una nota pubblicata dall’azienda lunedì 9 gennaio: Meta cambia le regole delle pubblicità.

E questo, come recita il titolo della nota medesima, per “fornire esperienze sicure e adatte all’età per gli adolescenti”. Cosa succederà in concreto, e da quando?

Stop alle pubblicità basate sul genere (e altro)

A partire dal mese di febbraio 2023, gli inserzionisti che operano su Facebook e Instagram non potranno più attirare gli adolescenti per mezzo di pubblicità legate al loro genere.

Chi vorrà pubblicizzare un prodotto, insomma, avrà accesso solo all’età e alla localizzazione dei minori, a garanzia che il contenuto degli annunci sia “appropriato e utile”.

Ricordiamo inoltre che già dall’estate del 2021 gli inserzionisti non possono venire a conoscenza della storia degli adolescenti tramite altri siti.

Sono poi in arrivo ulteriori strumenti che permetteranno ai ragazzi di avere una migliore gestione degli annunci sponsorizzati. Sarà ad esempio più semplice indicare quando si desidera ricevere annunci su determinati argomenti, come un genere di serie tv o un determinato sport.

Inoltre saranno vietati gli annunci rivolti agli adolescenti su argomenti come alcol, prodotti finanziari e prodotti per la perdita di peso.

Sarà infine potenziata l’azione di rimozione di contenuti sensibili per proteggere gli adolescenti da interazioni indesiderate, e saranno rese più severe le regole sulla privacy.

La nota di Meta

Nella nota di Meta, tra le altre cose, viene spiegato che: “Supportiamo le autorità di regolamentazione di tutto il mondo, che lavorano insieme per stabilire leggi chiare e coerenti che si adattino alle tecnologie in continua evoluzione, in modo che possano essere implementate con successo dalle aziende del nostro settore.

Ci auguriamo che la continua regolamentazione in questo settore cercherà di preservare i diritti degli adolescenti di essere online, creando al contempo ambienti sicuri e di supporto in cui possano esprimersi.”

Le nuove regole dopo la multa

In realtà, l’adozione da parte di Meta di nuove regole sulla pubblicità rivolta agli adolescenti non sappiamo quanto sia una mossa dettata da coscienziosità e quanto da… opportunità. Nonostante nella nota si legga anche quanto segue: “Vogliamo che i social media siano una forza positiva nella vita degli adolescenti, quindi ascoltiamo il feedback degli esperti e della nostra community per creare app in cui gli adolescenti possano scoprire e creare in modo adeguato all’età.”

Tuttavia le norme attive da febbraio sono state stabilite all’indomani di una maxi multa arrivata da Bruxelles. Meta infatti dovrà pagare 390 milioni di euro di sanzione. Lo hanno stabilito le autorità di regolamentazione dell’Unione Europea, che hanno accusato l’azienda di avere costretto illegalmente gli utenti ad accettare annunci personalizzati su Facebook ed Instagram.

Meta, le nuove regole sulla pubblicità e una possibile svolta

Le nuove regole sulla pubblicità che Meta applicherà da febbraio, con la rimozione della possibilità di inviare annunci in base al genere dei giovani riceventi, porta in sé un’enorme possibilità.

Chissà se i vertici di Meta ci hanno pensato. Ma questa, come si dice, è un’altra storia.

Proposte commerciali che prescindano dal genere dell’utente minerebbero una serie di preconcetti, comunemente chiamati stereotipi di genere, che accompagnano la nostra cultura da sempre.

Ma che negli ultimi decenni si sono concretizzati (e ben radicati) in antinomie da cui per molti di noi è difficile prescindere. Macchinine ai maschi, bambole alle femmine, per intenderci. Vestiti azzurri di qua, vestiti rosa di là. Calcio e pallavolo. Eccetera eccetera. Per non parlare di cartoni animati e serie tv su misura di bambini o bambine prima, ragazzi o ragazze poi.

Meta, molto probabilmente senza esserne troppo consapevole, potrebbe avere un ruolo destabilizzante in questo senso. E, aggiungiamo noi, sarebbe l’ora.

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