L’ente regolatore e censore della rete cinese, il Cyberspace Administration of China (CAC), ha stabilito che la società americana di memorie Micron costituisce una minaccia per la sicurezza nazionale e ha annunciato un ban.
Micron, le memorie americane bandite in Cina
Questa decisione arriva dopo un’indagine avviata nelle ultime settimane, che ha valuto la catena di approvvigionamento di diverse aziende cinese. E che ha portato alla conclusione che i prodotti di Micron non sarebbero sufficientemente sicure.
Nessuna informazione sul tipo di rischio rappresentato dai prodotti di Micron. Ma diversi commentatori (soprattutto negli Stati Uniti) giudicono l’azione una possibile ritorsione per le sanzioni imposte dall’Occidente alle realtà cinesi. La Cina è il terzo mercato più importante per Micron: ha rappresentato il 10,7% del fatturato dell’anno scorso.
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La Cina non dovrebbe avere problemi a sostituire la quota di Micron con altri fornitori, dalla locale YMTC alle soluzioni di Samsung e SK hynix. Gli Stati Uniti, secondo il Financial Times, hanno tuttavia chiesto alla Corea del Sud di non soddisfare la domanda cinese con i chip delle proprie società in caso di divieto a Micron.
Un portavoce di Micron ha dichiarato quanto segue: “Abbiamo ricevuto la notifica del CAC dopo la sua revisione dei prodotti Micron venduti in Cina. Stiamo valutando le conclusioni e i nostri prossimi passi. Speriamo di continuare a impegnarci nelle discussioni con le autorità cinesi”. Ma il governo americano denuncia le “distorsioni del mercato delle memorie causate dalle azioni della Cina”.
Una nuova pagina nel conflitto commerciale fra USA e Cina, a suono di ban.
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