Il ritorno dei Cure, la Brat summer di Charli XCX e un disco pressochè perfetto come quello dei Fontaines D.C.: abbiamo stilato per voi la classifica dei migliori album internazionali usciti nel corso di questo 2024 (secondo noi). Ecco la nostra Top 10.
La top 10 dei migliori album del 2024
10 – Cowboy Carter – Beyoncé
Con Cowboy Carter, Beyoncé continua a spingere a ovest i confini della musica pop, incorporando influenze country e western in un contesto contemporaneo decisamente atipico e straniante. Alla faccia del pop 4.0. Queen B ritorna con una narrazione potente che esplora temi di identità, resilienza e tradizione (con una vena critica nei confronti del razzismo che pervade l’intero lavoro), evidenziando la sua capacità di reinventarsi pur rimanendo fedele alle sue radici.
9 – Songs of a Lost World – The Cure
Un’attesa durata 16 anni. Alla fine la storica band britannica è tornata con un album che riflette proprio sul trascorrere del tempo, con la loro immancabile malinconia espressa a suon di melodie saltellanti, bassi incalzanti e chitarre distorte al punto giusto. Solo 8 tracce, quanto basta per riportarci nel mood di Disintegration, anche se in questo tumultuoso 2024 Lovesong lascia spazio a Warsong e Endsong. Bentornati!
8 – Lives Outgrown – Beth Gibbons
Che dire di James Ford. È uno dei migliori produttori della scena rock e alternative (spoiler: ha prodotto anche il disco numero 1 di questa classifica). Negli anni è stato l’uomo dietro gli Arctic Monkeys, Foals, Gorillaz e Depeche Mode. E se nel 2023 aveva prodotto il ritorno discografico dei Blur (qui la nostra recensione), quest’anno ha lavorato al nuovo dei Pet Shop Boys e di Beth Gibbons. Già, quella Beth Gibbons, l’irresistibile voce dei Portishead che rompe un lungo silenzio con questo bellissimo album chiamato Lives Outgrown.
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Anticipato dallo spettacolare singolo Floating On a Moment, Lives Outfrown è un album che esplora temi di crescita personale e riflessione interiore. Al centro c’è la sua voce e nient’altro (e scusate se è poco). Ecco perchè abbiamo voluto fare un plauso iniziale a James Ford, la cui produzione minimalista mette in risalto la disarmante capacità espressiva di Beth Gibbons. Bentornata anche a te Beth, ne sentivamo la mancanza.
7 – GNX – Kendrick Lamar
Con GNX, Kendrick Lamar riafferma la sua posizione di leader nel panorama hip-hop. L’album, caratterizzato da un ritmo incalzante, esplora temi di rivalità, lealtà e status (probabilmente influenzati anche dal dissing con Drake). Brani come Wacced Out Murals e Squabble Up mettono in luce la sua abilità lirica, mentre la produzione, curata da Sounwave con contributi di Jack Antonoff, ci regala un sound spazioso e risonante. Non mancano poi le collaborazioni. Il disco presenta vari feat con artisti come SZA e Deyra Barrera, che arricchiscono ulteriormente l’opera e consolidando Kendrick Lamar come figura centrale nel rap contemporaneo.
6 – Diamond Jubilee – Cindy Lee
Che piacevole sorpresa Diamond Jubilee di Cindy Lee. Un album che fonde elementi di pop sperimentale e art rock, creando un’atmosfera eterea e avvolgente. Non a caso le tracce dell’album sono tutte caratterizzate da arrangiamenti complessi, compensate però da una produzione lo-fi che conferisce un’aura nostalgica e sognante.
5 – Charm – Clairo
Charm rappresenta un’evoluzione non da poco nel percorso artistico di Clairo, incorporando sonorità più mature e una produzione raffinata pur rimanendo con i piedi saldi nei confini sempre più sbiaditi del pop contemporaneo. L’album esplora temi di amore, identità e crescita personale, con melodie che fondono elementi di pop e indie.
4 – This Could Be Texas – English Teacher
Testi incisivi e melodie accattivanti. Il suono? Un giusto mix tra influenze indie e accenni post-punk. In definitiva, This Could Be Texas degli English Teacher è tanto energico quanto malinconico, trainato dalla vocalità della frontwoman Lily Fontaine. Sono inglesi, il rock lo sanno fare.
3 – Hit Me Hard and Soft – Billie Eilish
Lo avevamo amato già al primo ascolto, tanto che lo avevamo elogiato a più riprese nella nostra recensione. Hit Me Hard and Soft non ha bisogno di 30 tracce o di frecciatine agli ex per raccontarsi (sorry Taylor). E non ha neanche bisogno di copertine appariscenti o titoloni altisonanti. Il titolo del disco è esattamente ciò che troviamo al suo interno: canzoni spinte e canzoni introspettive. Arrangiamenti maestosi e riflessioni acustiche, scarne e tetre.
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L’ultimo brano del disco si chiude con elegantissimi archi e beat sintetici, mettendo fine alla possibilità di sbirciare ancora nella cameretta abitata da Billie Eilish e Finneas, con la cantante che – ironicamente – sussurra: “quando posso ascoltare il prossimo?”. Una frase, quest’ultima, da non sottovalutare, in quanto potrebbe rappresentare una velata critica al convulso e iperveloce mondo discografico, in cui rilasciato un disco si deve già pensare al prossimo, tra pressioni delle major e ossessione dei fan assetati di musica.
2 – Brat – Charli XCX
Per quanto volessimo sfuggirvi, la Brat Summer ha dominato i trend dell’estate 2024. La pop star britannica Charli XCX ha prodotto un album dance-pop all’avanguardia. Perchè in definitiva Brat è un disco che fonde l’energia della cultura dei club con una profonda introspezione emotiva, che cattura l’essenza dell’era rave, portando l’underground nel mainstream (e viceversa).
Un equilibrio avvincente tra perfezione pop e imperfezione umana, che non manca di frecciatine alle mean girls che si sentono fighe ascoltando Lana Del Rey con le loro AirPods. Se non lo inseriamo al primo posto dei migliori album di questo 2024 è solo perchè c’è chi ha saputo fare di meglio.
1. Romance – Fontaines D.C.
Basterebbe anche solo il singolo Starbuster, che dalla sua uscita ci è entrata in testa e ancora fatica ad uscire. E invece no, perchè Romance, quarto album della band irlandese (a proposito, D.C. sta per Dublin City) è pressochè perfetto. Certo, più morbido rispetto allo spettacolare trittico precedente, ma comunque perfetto, che porta la firma del già citato James Ford alla produzione.
Romance fonde post-punk, liriche poetiche e video disturbanti al punto giusto, con chitarre distorte (pare che Alex Turner in persona abbia prestato la sua Epiphone Coronet alla band di Dublino) e tutta l’intensità espressiva e disagiante del frontman Grian Chatten. E poi c’è l’estetica, che i Fontaines D.C. alterano ad ogni nuovo disco. Insomma, se il 2024 ci ha insegnato qualcosa, è che il rock è in ottime mani (e non solo per le reunion delle band storiche di Manchester).
Grazie Fontaines, per averci regalato non solo uno il miglior disco del 2024, ma uno dei migliori album di questi anni ‘20 caratterizzati da algoritmi e insopportabile ricerca di viralità social.
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Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API