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Arc Search: The Browser Company vuole reiventare anche la ricerca — con l’AI

Dopo la promessa di reinventare il browser, The Browser Company vuole cambiare anche il modo in cui facciamo ricerche online con Arc Search. La nuova app si propone come un ibrido fra browser web, motore di ricerca e assistente AI.

Arc Search: la nuova app che vuole reinventare la ricerca online

I browser, ormai da anni, non sono un “argomento interessante”. Da anni conosciamo i grandi nomi: Chrome, Firefox, Safari, Edge. Ma The Browser Company ha saputo cambiare le regole del gioco con Arc. E sebbene ancora poco usato, chi lo usa (anche nella nostra redazione) ne tesse le lodi.

Il prossimo passo è cambiare anche la ricerca online — e la nuova app Arc Search ha proprio questo compito. Come spiega David Pierce su The Verge, facendo una ricerca sull’app per iPhone, Arch Search crea una pagina web dedicata alla mia richiesta. Oltre alla notizia o argomento principale, trovate diversi spunti creati dall’AI. Un approccio che differisce dalla tradizionale presentazione di risultati di ricerca: fornisce un resoconto completo e organizzato, come una pagina web creata su misura.

In passato, l’app per Arc Browser funzionava come un complemento desktop — qualcosa di molto meno raffinato rispetto alla personalizzazione della versione per Mac. Ma ora The Browser Company sta introducendo Arc Anywhere, un sistema di sincronizzazione multipiattaforma, per portare le funzionalità basate sull’intelligenza artificiale di Arc su diverse piattaforme. Utenti Windows includi.

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Il CEO di The Browser Company, Josh Miller, spiega che le basi dell’intelligenza artificiale derivano da una combinazione di OpenAI e altri modelli. Questo permette ad Arc Search, oltre a fungere da browser efficace, di fornire informazioni contestuali riguardo a quello che state cercando.

Rispetto al complesso mercato browser (dove battere Chrome o Safari sui prodotti Apple sembra quasi impossibile), Arc Search potrebbe trovare un pubblico interessato. Bing con ChatGPT e altre app che utilizzano l’AI generativa per rispondere alle domande hanno suscitato molto interesse. Anche se non hanno potuto spodestare Google come sinonimo della ricerca online.

The Browser Company dovrà anche capire come gestire alcuni aspetti di metodo ed etici. Per esempio, come citare le fonti e come evitare che l’AI suggerisca informazioni errate o tendenziose. Ma questo lancio sembra suggerire che l’azienda sta crescendo e investendo. E per chi come noi spesso trova limiti nei browser e nelle app per la ricerca, avere un altro giocatore che entra l’arena è una novità interessante. Voi volete provarla? Fatecelo sapere nei commenti.

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Source
The Verge

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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