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Quanto costeranno i videogiochi di PS5?

Quanto siete disposti a pagare per un videogioco su PlayStation 5 o Xbox Series X?

Pochi mesi ancora e potremo toccare con mano le meravigliose console next-generation targate Sony e Microsoft ma quale sarà il costo dei giochi? Ci sono state varie speculazioni riguardo il prezzo di PlayStation 5, che hanno sconvolto il pubblico.

Ora le notizie riguardanti i prezzi dei videogiochi iniziano a preoccupare ancora di più gli utenti. Proviamo a fare un po’ di chiarezza e ad analizzare la situazione.

Il costo dei giochi next generation è davvero così alto?

Tutto è iniziato con 2K Sports. La società poco tempo fa ha annunciato che avrebbe aumentato il prezzo di NBA 2K21 di ben dieci dollari – quindi da 59,99 a 69,99 – per le console di prossima generazione.

La notizia ha fatto il giro del web, scatenando la rabbia e la preoccupazione dei videogiocatori più famosi, con tanto di lamentele su social media e forum online. La domanda quindi sorge spontanea: se i videogiochi per PlayStation 5 e Xbox Series X aumentano, anche le console rischiano di avere un prezzo maggiore rispetto alle versioni precedenti?

E poi, perché dovrebbero aumentare i prezzi?

In realtà la questione è molto più grande e complicata di quanto si possa immaginare.

Secondo alcuni studi i videogiochi sono una delle forme di intrattenimento più apprezzate e anche le più economiche. Strano ma vero. Immaginate di compare un titolo al prezzo di circa 60 euro; il titolo in questione, con una durata che va dalle 8 alle 20 ore nella fascia bassa, ha un valore più alto rispetto ad un biglietto del cinema.

Mi sembra logico, no?

Pensate poi ai vantaggi che un videogioco, a dispetto di quanto si possa dire, apporta. In fin dei conti, ci permettono di vivere un’avventura entusiasmante in prima persona, possiamo essere chi vogliamo e lasciarci trasportare da un vortice di forti emozioni.

In seguito però, quando ci rendiamo conto che il costo di un biglietto del cinema non ha fatto altro che aumentare costantemente nel corso degli anni, la situazione diventa comica. Ancora più comico è il rendersi conto che i videogiochi AAA hanno mantenuto, nel medesimo arco di tempo, lo stesso prezzo.

Pensate alle piattaforme di streaming che usiamo ogni singolo giorno, anche loro hanno aumentato il prezzo rispetto a quello iniziale.

Ciò posizionerebbe i videogiochi sotto i biglietti del cinema e le piattaforme streaming.

I videogiochi però potrebbero aumentare il loro prezzo. Andiamo ad analizzare meglio questo aspetto e cerchiamo di comprendere perché è positivo e necessario – magari un po’ meno per il nostro portafoglio ma insomma, avete capito.

Qual è il costo di sviluppo per i giochi, specialmente quelli next generation?

Uno degli elementi principali da tenere in considerazione è quanto i videogiochi siano migliorati nel corso degli anni. Non solo da un punto di vista grafico – che insomma, dovrebbe già valere come punto – ma anche le storie, le nuove modalità di multiplayer, online e molto altro.

Credo sia opportuno considerarli la forma di intrattenimento più economica in circolazione.

Per rendere il discorso il più chiaro possibile, credo che si possano paragonare ad un tatuaggio. È meglio pagare di più ma avere la certezza di ottenere un ottimo tatuaggio – e quello che vogliamo – piuttosto che pagare poco e ricevere un tatuaggio che… Vabbé, avete capito no?

Oltretutto è bene tenere a mente che un gioco, prima di uscire sul mercato, deve essere realizzato. E quanto costa, quindi, realizzarlo?

Durante una recente intervista il presidente e CEO di IDG Consulting, Yoshio Osaki, ha parlato un po’ di questo argomento. Ovviamente si tratta di dati riservati e non è potuto andare troppo nello specifico ma ha cercato di spiegare quanto costa effettivamente realizzare un videogioco moderno.

Osaki ha spiegato che nel 2020 una software house di videogiochi, per cercare di piazzare il suo futuro videogioco nella top 10 di quelli più venduti, sta spendendo tra i 75 e i 100 milioni di dollari. Insomma, poco.

Sì, okay, so già cosa state pensando. “Con tutte le copie che venderanno, non avranno problemi successivamente” ma davvero, questo non significa nulla. Innanzitutto non sempre è così.

Poi dobbiamo tenere in considerazione che c’è molto lavoro dietro la realizzazione di un videogioco, specialmente quelli di next-generation che vanteranno comparti tecnici avanzati e una grafica sorprendentemente realistica.

Pensate anche ai dipendenti, all’ambiente di lavoro stesso. In fin dei conti si chiede ad un gruppo di X persone di trascorrere mesi a realizzare un videogioco di alta qualità, facendo anche numerosi straordinari. Direi che quelle persone meritano uno stipendio alto, voi che dite?

La morale quindi potrebbe essere la seguente: se vuoi qualcosa di valore e ben realizzato, devi pagarlo. Continuiamo però il nostro discorso.

Un viaggio senza fine

Assassin's Creed Valhalla nuovoCosa abbiamo compreso fino ad ora? I videogiochi hanno mantenuto lo stesso prezzo per circa 15 anni, mentre l’economica circostante è in costante aumento. Piattaforme streaming, prodotti per la casa, cibo, biglietti del cinema e tutto quello che volete: rispetto a quindici anni fa, costano molto di più.

I videogiochi però no. Nonostante le migliorie grafiche, i pacchetti DLC, i bonus, le Collector’s Edition tanto apprezzate dal pubblico: stessi identici prezzi, per quindici anni.

Credo sia arrivato il momento di una svolta.

Credo sia anche doveroso considerare nuovamente che alla creazione e allo sviluppo di un videogioco lavorano tante persone, forse più di quanto ci si possa immaginare. In particolare per quei videogiochi che ci conquistano e che attendiamo con ansia da cinque, sei o sette anni.

Con l’arrivo di PlayStation 5 e Xbox Series X, i giochi next generation dovranno necessariamente aumentare il costo di vendita. I comparti tecnici delle console, dei videogiochi, il tempo speso per la creazione di prodotti che andranno a sfiorare l’immaginario umano, meritano di essere pagati il giusto.

Il discorso, almeno dal mio punto di vista, ha senso. Spesso e volentieri vedo persone disposte a pagare mille euro per uno smartphone o magari cambiarlo ogni mese, e lamentarsi poi per un videogioco dal prezzo di 70 euro. Altre persone mi hanno detto: “Sì Veronica ma poi il videogioco ad un certo punto finisce, dopo che fai?”.

Ciò che vorrei fare è ridere di cuore ma poi mi fermo un attimo e rispondo dolcemente. I giochi non finiscono. Sì, okay, al termine delle nostre ore di gioco, la storia principale inevitabilmente finisce ma possiamo sempre tornare indietro, vestire di nuovo i panni del nostro personaggio preferito e vivere l’avventura diversamente.

Possiamo concentrarci sulle missioni secondarie, se il gioco ne possiede, oppure esplorare al meglio l’ambiente circostante. Io personalmente posso rivelarvi di aver giocato a Life is Strange la bellezza di 10 volte – forse anche di più. Un amico, tempo fa, mi chiese: “Veronica, ci sono tanti giochi. Perché continui a rigiocare ancora e ancora a quello?”.

Tutto sommato non aveva tutti i torti, la storia e i colpi di scena ormai li sapevo a memoria e non avevo bisogno di seguire i discorsi con attenzione perché sapevo già tutto.

Quindi perché ho giocato a quel titolo così tante volte e, in questo preciso istante, mi alzerei e tornerei a giocarci?

Perché, in semplici parole, mi ha rubato il cuore. Pagai circa 50 euro il titolo e ogni volta che osservo la schermata iniziale con quella soundtrack con i fiocchi penso a quanto li valga tutti, fino all’ultimo spicciolo. Rifletto sul duro lavoro dietro ad una trama così intensa e particolare, l’attenzione al dettaglio, alla musica, alla caratterizzazione di ogni personaggio. Li spenderei nuovamente quei soldi, senza nemmeno pensarci un secondo di più.

Da un punto di vista grafico Life is Strange ha dei difetti ma li spenderei ancora e ancora quei soldi.

Proviamo ad immaginare adesso un Resident Evil Village o un Horizon Forbidden West, che vanteranno una grafica nettamente migliore e probabilmente nessun difetto: mi chiedono 80 euro? Se il titolo mi interessa, ovvio che ce li spendo.

Eviterò di fare baldoria per qualche sabato sera magari, ma quel particolare titolo merita di essere pagato quel prezzo – no ragazzi, in realtà il sabato sera me ne sto a casetta su Netflix ma avete capito dai.

Inoltre credo sia il caso di tenere a mente questo piccolo dettaglio: se il pubblico non fosse disposto a pagare 70 euro per un videogioco, le software house lo abbasserebbero no? Altrimenti rischierebbero di fallire. Se il prezzo è questo da parecchi anni, significa che la maggior parte del pubblico è disposta a spendere quella determinata cifra per l’acquisto di un gioco.

La pandemia ha avuto un risvolto positivo?

Un elemento, anche se spiacevole, che va a favore dell’industria di videogiochi è questa pandemia che ha colpito l’intero mondo a marzo. Perché dico che è piacevole? Perché ha indubbiamente aiutato ad ampliare il pubblico per i giochi su console.

Il COVID-19 e il suo impatto nel mondo, ha permesso di cancellare i pregiudizi di molte persone associati ai videogiochi. In un certo senso ha accelerato delle tendenze che le software house stavano prevedendo da qualche anno ormai.

Ormai i videogiochi hanno conquistato un numero maggiore di persone. Ciò significa che anche dopo l’arrivo di un vaccino e il graduale ritorno alla normalità, i giochi resteranno nella vita di queste persone.

Lo abbiamo detto e ripetuto molte volte: le console next generation e i videogiochi presenteranno innovazioni tecniche davvero sorprendenti, grafiche mozzafiato e molti altri elementi che sono stati migliorati nel tempo. L’innovazione sarà anche economica, ciò significa che il nostro portafoglio potrà risentirne.

Sappiate che il mio già piange, infatti credo dovremo fare un bel discorsetto verso dicembre…

Non sappiamo con certezza se tutti i giochi next generation avranno un costo maggiorato o se solo alcuni verranno venduti ad un prezzo più alto. Siamo certi però, che spetterà al mercato decidere se giocare oppure no.

Io, personalmente, voglio giocare.

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Veronica Ronnie Lorenzini

Videogiochi, serie tv ad ogni ora del giorno, film e una tazza di thé caldo: ripetere, se necessario.

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