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In orbita il razzo Vega C, orgoglio europeo e italiano

Il lanciatore è stato costruito dall’azienda Avio di Colleferro

È stato lanciato senza intoppi Vega C, il razzo dell’Esa (Agenzia spaziale europea) che, come suol dirsi, parla anche italiano.

Il razzo Vega C è decollato con due ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia dalla rampa di lancio dello spazioporto di Kourou, nella Guyana francese.

Dopo uno stop a pochi minuti dal lancio, alle 14.11 è stato dato il definitivo ok, e alle 15.13 (ora italiana) di mercoledì 13 luglio il lanciatore è partito da Kourou, con i suoi motori che hanno fornito una spinta pari a quella di 200 automobili di Formula 1. Bene così, perché quella era l’ultima finestra di lancio disponibile.

Il lancio si è concluso in poco più di 2 ore, con il rilascio del carico in orbita e lo spegnimento dell’ultimo stadio (gli stadi sono i segmenti che si accendono in sequenza) del razzo.

Dopo l’accensione e la partenza, la spinta è garantita dal secondo stadio e terzo, che esauriscono il loro compito 7 minuti e 22 secondi dopo il lancio. Dopo di che entra in funzione Avum+, lo stadio a propulsione liquida, che trasporta in orbita i carichi, rilasciando i satelliti su orbite differenti.

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Vega C e l’Italia

Si diceva che il lancio del razzo Vega C è una questione europea ma anche italiana.

Intanto perché il lanciatore dell’Agenzia Spaziale Europea è stato costruito in Italia, e più precisamente a Colleferro, dalla Avio. Ovvero un’azienda fondata nel 1912 e che oggi può contare su oltre 1.000 dipendenti dislocati fra Italia, Francia e Guyana Francese.

Anche il carico di Vega C è in parte italiano: ne fanno parte il satellite scientifico Lares 2, dell’Asi (Agenzia Spaziale Italiana) e 6 cubesat, cioè satelliti miniaturizzati. Tre dei quali sono gli italiani Astrobio e Greencube e Alpha, realizzati per l’Asi i primi due dall’Inaf (Istituto Nazionale di Astrofisica) e dalla Sapienza, e il terzo – Alpha – dall’azienda Arca Dynamics.

Il razzo Vega C più da vicino

Il razzo lanciatore Vega C (dove Vega è acronimo per Vettore Europeo di Generazione Avanzata, e la C è l’iniziale di Consolidamento) è migliore rispetto al precedente Vega.

Intanto, vanta il nuovo motore P120 a combustibile solido, un secondo stadio migliorato. È alto quasi 35 metri, e la sua aumentata capacità di carico gli consente di portare sino a 2.200 chili in bassa orbita terrestre, contro i 1.500 del Vega.

Abbiamo già accennato al nuovo motore Avum+ a propellente liquido, che permette a Vega C di rilasciare i carichi in 3 orbite differenti. Avum+ è infatti in grado di effettuare 7 riaccensioni. Il motore indirizza lo stadio finale in un’orbita di rientro, così da bruciare nell’atmosfera senza lasciare detriti.

Il carico di Vega C

L’obiettivo di questo lancio inaugurale è soprattutto quello di verificare che la procedura vada a buon fine.

Il principale carico è rappresentato dal satellite Lares 2 (LAser RElativity Satellite 2), satellite composto da una sfera di nickel di 42 centimetri in diametro. Il suo obiettivo è quello nientemeno che verificare sperimentalmente una conseguenza della relatività generale. Lares 2 sarà colpito dai raggi laser provenienti dalla Terra, grazie a cui si potrà misurare con estrema precisione la sua posizione. Si potrà in questo modo capire come la posizione stessa del satellite sia influenzata dalla gravità terrestre.

I tre cubesat italiani sono, dicevamo, Astrobio, Greencube e Alpha. Il primo condurrà esperimenti biochimici, il secondo si occuperà della coltivazione di vegetali in orbita. Mentre Alpha studierà alcuni fenomeni legati alla magnetosfera.

Gli altri tre cubesat, due francesi e uno sloveno, studieranno gli effetti delle radiazioni sui sistemi elettrici.

Dieci anni dopo Vega

Il lancio di Vega due segue di dieci anni il primo volo di Vega, datato 13 febbraio 2012.

Vega è decollato l’ultima volta lo scorso 29 aprile, come vi abbiamo raccontato in un altro articolo.

Le dichiarazioni

C’è palpabile soddisfazione per il lancio del razzo Vega 2.

Il ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, ha detto: “Oggi celebriamo il successo di un importante investimento per l’Italia. Un progetto perseguito con determinazione negli ultimi 7 anni per garantire al nostro Paese e all’Europa, alla sua industria e alla sua comunità scientifica, una capacità strategica: l’accesso autonomo allo Spazio. Il lancio di Vega C conferma, infatti, la leadership dell’Europa nello Spazio e ci rende orgogliosi per il contributo determinante dell’industria italiana in questo settore che ora può contare su un lanciatore di media taglia più avanzato e competitivo. Con Vega C l’Italia è oggi l’unico Paese in Europa insieme alla Francia – e uno dei pochi nel mondo – ad avere un accesso indipendente allo Spazio.”

E il presidente dell’Agenzia spaziale, Giorgio Saccoccia: “Con il successo del lancio inaugurale di Vega C, l’Europa si dota del primo di una nuova generazione di lanciatori più performanti e flessibili per meglio rispondere alle esigenze del mercato commerciale ed istituzionale per satelliti, sempre più sfidante a livello internazionale. Allo stesso tempo l’Italia, alla guida di una filiera europea in ambito Esa nel programma Vega, vede oggi ancora più rafforzato il proprio posizionamento nel settore del trasporto spaziale, grazie soprattutto alla propria industria guidata dal primo contraente di Vega C, Avio.”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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