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La NASA andrà sulla Luna con il suo razzo SLS o quelli di SpaceX?

La missione Artemis II prende forma. Nei giorni scorsi, gli ingegneri della NASA hanno completato un passaggio cruciale: l’integrazione del core stage del razzo Space Launch System (SLS) con i booster a combustibile solido. Questo segna un altro passo verso il lancio della prima missione lunare con equipaggio dell’agenzia dal 1972.

I lavori si sono svolti nel Vehicle Assembly Building del Kennedy Space Center, in Florida. Qui, i tecnici hanno sollevato la struttura arancione alta 65 metri e pesante 94 tonnellate, posizionandola tra i due booster già assemblati. In seguito, hanno agganciato il core stage ai punti di connessione anteriori e posteriori.

Dopo aver completato i collegamenti elettrici e dati, il team installerà l’adattatore conico, seguito dallo stadio superiore del razzo e dalla capsula Orion. Questa ospiterà i quattro astronauti che voleranno intorno alla Luna in una missione di dieci giorni. Anche se non atterreranno sulla superficie, Artemis II sarà il primo volo umano verso la Luna dopo mezzo secolo.

Artemis II: la NASA userà il razzo SLS o si affiderà allo Starship di SpaceX?

Artemis II dovrebbe partire ad aprile 2026, ma il programma ha già subito ritardi significativi. Alcuni esperti ipotizzavano che la NASA potesse cancellare il razzo SLS prima ancora di questa missione. Tuttavia, l’idea sembra sempre meno probabile. Del resto le alternative commerciali, come il razzo Starship di SpaceX e il New Glenn di Blue Origin, non sono ancora pronte per voli con equipaggio.

Tra le due, sicuramente Starship promette un futuro più sostenibile e potente per i voli spaziali, ma ha subito due importanti fallimenti all’inizio dell’anno. Insomma, SpaceX deve ancora dimostrare la sua capacità di recupero e riutilizzo del veicolo, oltre a testare il rifornimento in orbita. New Glenn, invece, ha compiuto il suo volo inaugurale solo a gennaio e non volerà di nuovo prima di sei mesi.

NASA, quindi, manterrà probabilmente SLS per alcune missioni future, almeno fino all’arrivo di alternative affidabili. Tuttavia, la sua architettura ha un costo elevato. L’ispettore generale dell’agenzia ha stimato che ogni missione Artemis costa 4,1 miliardi di dollari, una cifra decisamente difficile da sostenere nel lungo periodo.

Quali sono i possibili scenari per il programma Artemis?

Il futuro dei razzi SLS dipenderà dalle decisioni della Casa Bianca. L’amministrazione Trump deve ancora nominare un nuovo amministratore della NASA e presentare il budget per il 2026. In quella sede, finalmente, potrebbe emergere un piano chiaro.

Tra le ipotesi sul tavolo c’è una transizione graduale da SLS ad altri veicoli spaziali. Questo potrebbe significare l’abbandono del razzo e forse anche della capsula Orion, per passare a sistemi più economici e riutilizzabili.

Un’altra possibilità meno drastica riguarda la cancellazione dello sviluppo dell’Exploration Upper Stage, lo stadio superiore avanzato di SLS. Il suo costo stimato di 5,7 miliardi di dollari è difficile da giustificare, soprattutto se il razzo ha un numero limitato di missioni previste.

Per il momento, il programma Artemis prosegue senza cambiamenti radicali. Tutto l’hardware di Artemis II si trova già in Florida, pronto per la fase finale di integrazione. Ma nei prossimi mesi, con l’approvazione del bilancio e la nomina di un nuovo amministratore, potrebbero arrivare decisioni cruciali per il futuro dell’esplorazione lunare statunitense.

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Source
Arstechnica

Autore

  • Marco Brunasso

    Scrivere è la mia passione, la musica è la mia vita e Liam Gallagher il mio Dio. Per il resto ho 30 anni e sono un musicista, cantante e autore. Qui scrivo principalmente di musica e videogame, ma mi affascina tutto ciò che ha a che fare con la creazione di mondi paralleli. 🌋From Pompei with love.🧡

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