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La bufala della settimana: Elon Musk licenzia in diretta

Ma, visto il personaggio, la fake news sembra quasi autentica

Elon Musk, diciamo la verità, non lo si prenderebbe come esempio per mostrare a un marziano la virtù della temperanza nelle comunicazioni.

Ogni cosa che gli passa per la testa lui la dice. O, meglio, la twitta. Da quando poi Musk è diventato appunto il proprietario di Twitter, non solo ha confermato la sua tendenza al cinguettio facile. Ma si è anche prodotto in una serie di decisioni improntate all’autocrazia. Dal licenziamento di quattro super manager a quello della metà dei dipendenti, per passare poi al taglio dell’80% dei collaboratori esterni a contratto.

Non pago, ha dato un severo ultimatum (chiedendo un impegno “hardcore”) che ha fatto fuggire a gambe levate una buona quantità dei dipendenti superstiti.

E ora ecco che nelle ultimissime ore Elon Musk licenzia una sua dipendente durante una trasmissione radiofonica o forse durante la registrazione di un podcast. E usa un disegno di Milo Manara per convincere Donald Trump a riutilizzare il proprio account, appena riattivato. Gesto che potrebbe costargli una denuncia da parte del grande fumettista italiano.

E questi due fatti quando sarebbero successi? Beh, la verità è che uno dei due è successo davvero, mentre l’altro è una bufala. Però dite la verità: non sapete capire quale delle due sia la fake news.

Vi aiutiamo noi, dopo di che vi diciamo perché avete avuto difficoltà a decidere quale fosse la bufala e quale la notizia autentica.

bufala

Elon Musk licenzia in diretta una dipendente

Il post è circolato su Facebook con diversi gradi di precisione. O meglio: il video è sempre lo stesso. Siamo negli studi di registrazione (di una trasmissione radiofonica? Di un podcast?) Nella ventina di secondi del filmato, si vede Vijaya Gadde, ex responsabile degli affari legali e della policy di Twitter nonché uno dei quattro manager lasciati a casa da Musk. Gadde dice: “Penso che abbiamo fallito su diversi punti”.

Al che, sotto lo sguardo sbalordito dei due conduttori, arriva implacabile la sentenza di Musk, che la licenzia: “Il fallimento comporta una pesante sanzione”. E subito di seguito: “Sei licenziato”.

A questo punto Vijaya Gadde si leva le cuffie e, con un sorriso un po’ tirato, si alza dalla sedia.

Cambiano i testi che accompagnano il video. C’è chi si limita ad affermare: “Elon Musk, nuovo proprietario di Twitter, ha licenziato in onda il capo della censura”. E chi specifica: “Ecco come Elon Musk licenzia in diretta la capa della censura di Twitter. La donna in video è Vijaya Gadde, head of legal di Twitter fino al 27/10/2022. Si tratta del dirigente dell’ufficio legale della Compagnia che ha preso la decisione di poter escludere Trump da Twitter. Nel 2021, a 48 anni, ha guadagnato 18 milioni di dollari, e la pupilla di Jack Dorsey, il fondatore, è ovviamente una democratica cresciuta in un importante studio della Silicon Valley.

Twitter presto sarà una bocca di fuoco di Trump e molte verità saranno rivelate. Niente e nessuno fermerà quello che deve succedere!”.

Il montaggio fake

Non occorre essere Steven Spielberg per accorgersi che nel montaggio qualcosa non va.

E in effetti si tratta della combinazione (un po’ goffa) di diversi video. L’intervista a Vijaya Gadde è apparsa in un episodio dello show “The Joe Regan experience”, trasmesso il 5 marzo 2019 sul canale YouTube dello stesso Joe Rogan.

Mentre gli interventi di Musk che la “licenzia” sono stati estrapolati in parte da un episodio del il 7 settembre 2018, e in parte da un’intervista rilasciata il 28 febbraio 2020 sul canale YouTube “The Space archive”.

Bufala. Ma…

A ben vedere, gli evidenti segnali della bufala sono almeno due.

Oltre al montaggio decisamente improvvisato e poco fluido, il fatto che un licenziamento così clamoroso non sarebbe potuto balzare agli onori della cronaca solo a distanza di giorni. Specie poi se fosse avvenuto all’interno di una trasmissione andata in onda su YouTube!

Ma ad aver lasciato in molti nel dubbio è che con Musk, talvolta, la realtà supera la più fervida delle fantasie.

Come poter pensare che ci sia un limite in ciò che potrebbe dire e fare un uomo che, via Twitter, detta il piano di pace all’Ucraina, o sostiene di voler acquistare la Coca-Cola per introdurre la cocaina nella ricetta? O che si presenta negli uffici di Twitter di San Francisco con un lavandino sottobraccio?

Occorre più creatività, cari dispensatori di fake news, perché si riconosca subito che tale azione o dichiarazione non possa essere farina del sacco di Elon Musk.

Caravaggio
  • Manara, Milo (Autore)

E Milo Manara?

Vi siamo debitori di una spiegazione.

All’inizio vi abbiamo fatto scegliere: qual era la bufala? Elon Musk che licenzia in diretta o che adopera un disegno di Milo Manara per attrarre a sé Donald Trump?

Ebbene sì, quella di Manara e Trump è successa davvero. Musk ha utilizzato una tavola del maestro, con la didascalia “E non ci indurre in tentazione”, riferendosi alla fascinosa ragazza del disegno che cerca di ammaliare un religioso con le mani giunte, su cui campeggia la scritta – aggiunta da Musk – “Donald Trump”.

Ma il disegno è stato utilizzato senza alcuna richiesta all’autore. E così, in un post su Facebook, Milo Manara non ha resistito al sarcasmo (che dubitiamo si tradurrà davvero in denuncia).

Queste le sue parole: “Vorrei che Elon Musk fosse obbligato a twittare mille volte: ‘Non userò mai più i disegni di Milo Manara senza permesso. Non userò mai più i disegni di Milo Manara senza permesso. Non userò mai più…’ Che ne dite se gli faccio causa, chiedendogli 44Bn di $ di risarcimento? Così potrei ricomprare Twitter e ridarlo in gestione a qualcun altro!”

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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