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Internet, l’Italia nella top 10 dei Paesi più liberi

Il nostro Paese al sesto posto nella ricerca di Proxyrack

Un nuovo studio di Proxyrack ha analizzato l’accesso a internet e le eventuali restrizioni in diversi Paesi del mondo: l‘Italia risulta nella top 10 di quelli più liberi. Sebbene ci siano margini di miglioramento (specialmente rispetto al podio tutto europeo), sembra che il nostro Paese sia uno dei migliori luoghi dove essere cittadini del web.

L’Italia è fra i Paesi più liberi di accedere e utilizzare internet

Proxyrack, servizio per fornire proxy performanti e rapidi, permette a diversi utenti di navigare online ed è quindi molto interessato a sapere quali sono i Paesi in cui internet è più libero. Una questione che non può essere sottovaluta soprattutto in questo momento: l’accesso al web permette ai cittadini di esercitare i propri diritti. Accedere alle informazioni corrette, contattare altre persone e organizzarsi per gruppi di interesse: sono tutti prerequisiti per una cittadinanza attiva.

Gli analisti rilevano un declino delle libertà di navigazione online in tutto il mondo, qualcosa che possiamo vedere nella cronaca internazionale sempre più spesso. Ma quali sono le nazioni più libere? E come possiamo capirlo? Proxyrack ha deciso di analizzare diversi parametri:

  • Il numero di persone online ogni 100 mila
  • Un punteggio sulla censura
  • Uno sulla libertà di navigazione
  • Un’analisi delle restrizioni su internt
  • Una su quelle sui social media
accesso Internet

Comparando questi risultati, ha stilato una classifica che vede il nostro Paese al sesto posto, nella top 10 (su venti Paesi presi in considerazione). Va segnalato che questo studio non può avere un valore assoluto, ma permette di avere una visione delle libertà su internet che noi italiani abbiamo. E che purtroppo molti altri no.

L’Italia fra i Paesi più liberti su Internet

Al primo posto per la libertà sul web troviamo il Regno Unito, che ha un punteggio di 0,26/10. Segue la Germania (0,4) e la Francia (0,53), che chiude il podio. Il Giappone resta poco distante con il punteggio di 0,66. Seguono gli Stati Uniti, che a 1,19 sono poco distanti rispetto all’Italia che è invece a 1,32.

Ma quali sono i fattori che incidono su questi risultati. In altre parole: cosa dovremmo fare per abbassare ancora il nostro punteggio e avvicinarci al Regno Unito.

La discriminante più evidenti senza dubbio è la quantità di persone online. Infatti se la quasi totalità dei britannici è su internet (99.231 su 100 mila), nel nostro Paese quel valore scende a 86.132 persone ogni centomila.

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Per il resto siamo piuttosto vicini. Non ci sono vere restrizioni all’accesso sui social media, il punteggio sulla censura in generale resta a 2 su 11. E il punteggio per la liberta su Internet è di 76 su 100 per l’Italia e 78 per l’UK (che solo in questa categorie è battuto dalla Germania con 79). Quindi più che migliorare le libertà una volta online, dovremmo lavorare per garantire ad ancora più persone l’accesso a una rete veloce e sicura.

I Paesi con più restrizioni

La Cina risulta il Paese con più restrizioni per internet in assoluto (9,21 su 10), sebbene sia tecnologicamente molto avanzato. Infatti il numero di utenti online è piuttosto alto 71.534, molto più vicino al fanalino di coda Bangladesh con 30.715. Ma il numero di restrizioni è enorme: la censura vale 11 su 11 e il punteggio della libertà su Internet solo 10 su 100. Il fatto che siano banditi i social media occidentali e che giornali e associazioni politiche subiscano una forte censura rende la Cina il Paese meno libero su internet.

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Al secondo posto l’Iran (8,16), che ha bandito l’accesso ai social media e censura con vigore le opposizioni online. Ma ha un alto tasso di utenti su internet: 81.241 su 100 mila. E le proteste delle ultime settimane sembrano dimostrare che molti di questi trovino modi per organizzarsi nonostante la censura.

Il terzo Paese per numero di restrizioni è molto vicino a noi: si tratta dell’Egitto (6,97). Gli utenti online sono oltre 68 mila, ma l’incarceramento di attivisti e giornalisti, spesso per via di notizie e report pubblicati online, mostra la forza della censura egiziana.

Questa metà inferiore della classifica della libertà su internet mostra all’Italia quello che NON deve fare. La censura governativa ha un peso specifico importante in questi Paesi. Se per migliorare la libertà sul web dobbiamo semplicare l’accesso online, per non scendere in classifica dobbiamo conservare le libertà politiche e civili che abbiamo conquistato negli anni.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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