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Niantic fa causa a Global++, hackerati i giochi

La società californiana, Niantic, leader nello sviluppo di giochi mobile a realtà aumentata, cita in giudizio Global++. Il gruppo Global++ è un’associazione di pirateria informatica che sviluppa e distribuisce app non autorizzate, basate su Pokemon Go e Ingress.

Niantic fa guerra a Global++

Al centro della causa legale sostanzialmente, c’è l’accusa di aver distribuito versioni non autorizzate e cheat, di Pokemon Go ed Ingress. Sembra inoltre che il rilascio di software illecito riguardi anche la versione beta di Harry Potter: Wizards Unite, per altro ancora in beta. Le app mobili modificate non solo violano i diritti di proprietà intellettuale, ma, secondo Niantic, “minano l’integrità dell’esperienza di gioco”, di fatto aiutando i giocatori ad imbrogliare. Questo a discapito non solo dell’azienda californiana, ma anche degli appassionati che giocano “normalmente”. Inoltre, nella causa si fa accenno anche di un altro particolare importante: Global++ di fatto lucrerebbe sulle app modificate, monetizzando quindi contenuti che non sono di sua proprietà intellettuale.

La risposta di Global++: assente

Global ++ non ha risposto direttamente alle accuse, ma di fatto ha oscurato il suo sito web e i server su Discord. L’azione è stata seguita da un comunicato in cui Global++ dichiarava di chiudere a tempo “indefinito” i suoi servizi per onorare “obblighi legali”. Alcuni dei membri chiamati in causa sono il leader Ryan Hunt e il promoter Youtube Alen Hundur. Nella lista di indagati/ricercati, ci sono anche altri 20 membri.

Il fattore legale: diritto o imposizione di mercato?

Come in altre cause legali, alcuni aspetti di questa potrebbero rivelarsi controversi. Global++ non ha chiaramente i permessi per modificare e rilasciare applicazioni con contenuti di Niantic, tuttavia c’è da chiedersi se le software house stiano effettivamente perdendo introiti a causa di cheat e falsi. In questo caso più che una violazione in se, viene fatto un caso a regola d’arte per far si che serva da esempio verso tutti i gruppi malintenzionati, impegnati nel cracking del software.

Questo è particolarmente vero in giochi come Pokemon Go, che non sono focalizzati sulla competizione in tempo reale, ma si avvalgono spesso di acquisti in-app, facilitando l’insorgere di app false o di cheat.

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