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Octo Telematics: dalla Moto GP al futuro della mobilità

OCTO, nella cornice del GP di San Marino di Moto GP, ci accompagna, con il suo nuovo CEO - Nicola Veratelli - in un viaggio nel futuro delle città e dell'azienda

Pochi giorni fa, siamo stati invitati da Octo ad assistere al Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini di MotoGP, presso il Circuito Mondiale Marco Simoncelli di Misano. In questa prestigiosa cornice l’azienda, main sponsor del Gran Premio, ha voluto presentarci il suo nuovo CEO, Nicola Veratelli.

Chi è Octo?

Octo è un’azienda italiana fondata nel 2002 a Roma, specializzata nella fornitura di servizi telematici e nella raccolta di dati.
Molti di voi la conosceranno per la produzione delle cosiddette scatole nere che vengono date in dotazione da alcune compagnie assicurative. In Italia, infatti, ben 4 milioni di vetture sono dotate di un sistema Octo per il monitoraggio di vari parametri, come, ad esempio, il chilometraggio effettivo dell’auto su cui è montato.

In questi 18 anni di attività, Octo si è ritagliata il ruolo di leader nel mondo dell’insuretech, ovvero dei sistemi tecnologici e telematici al servizio del mondo delle assicurazioni.

Octo, però, non è solo questo.
Dal 2013, infatti, l’azienda italiana è partner di Enjoy, il servizio di Car Sharing italiano presente in sei città italiane.
L’azienda si è mossa anche nel settore del fleet management, ovvero della gestione delle flotte aziendali, e in quello della mobilità intelligente.
Inoltre, si sta notevolmente espandendo in altri mercati oltre a quello europeo, come Asia, Medio Oriente e Stati Uniti, con Boston come città “pilota”.

Il legame di Octo con il mondo delle corse

Nel corso degli anni moltissime aziende hanno utilizzato il mondo delle competizioni come palcoscenico per farsi conoscere dal grande pubblico. Octo, nel corso degli ultimi anni, ha legato il proprio nome alla MotoGP.

Nella foto, Danilo Petrucci con la Pramac MotoGP

Nel 2015, infatti, la società è stata main sponsor della Pramac Racing (ruolo mantenuto fino al 2017) e del Gran Premio di Gran Bretagna.
Dal 2018, invece, l’azienda italiana è main sponsor del Gran Premio di San Marino e della Riviera di Rimini, ruolo che ha mantenuto anche quest’anno.

Inoltre, data la sua natura tecnologica e all’avanguardia, ha intrecciato una nuova partnership con Pramac Racing nella nuova avventura del team italiano in MotoE: Octo è main sponsor e partner tecnico della squadra toscana.

Il coinvolgimento dell’azienda italiana nella nuova categoria Full Electric del Motomondiale però non è confinata alla sola Pramac. Infatti, ogni moto partecipante al campionato (prodotta dall’italiana Energica) ha al suo interno un modulo Octo per la lettura e l’elaborazione dei dati.

L’evento: pit walk, qualifiche e… rumore! 

L’invito di Octo ci ha permesso di vivere sulla nostra pelle le emozioni e l’atmosfera di una tappa del Motomondiale.

All’arrivo siamo stati accolti nella sala ricavata al di sopra dei box, dove abbiamo potuto seguire tutte le ultime prove libere e le qualifiche delle varie categorie in pista.
Dopo un giro nel paddock, con tutti gli hospitality delle varie scuderie (per maggiori dettagli su questo aspetto vi rimando all’articolo di Jacopo sulla sua esperienza ad Imola), abbiamo potuto fare la cosiddetta “pit walk“.

Chi ha seguito le stories sul nostro account Instagram già lo saprà, ma per chi non so sapesse la pit walk è un momento in cui tifosi, giornalisti e appassionati possono camminare all’interno della corsia box per vedere da vicino le moto della MotoGP, i meccanici e il box delle singole scuderie.

    Successivamente, abbiamo seguito le qualifiche della Moto3, e alle 14:00 si è scatenata la tempesta delle MotoGP. Dalla postazione privilegiata sopra i box abbiamo potuto vedere da vicino la concentrazione e concitazione di quei momenti, culminati con la pole position di Maverick Viñales su Yamaha ufficiale, seguito dal sorprendente Pol Espargarò su KTM (miglior risultato di sempre della Casa austriaca in MotoGP).

    A fine giornata è arrivata la gara più attesa dal team Octo: la MotoE.
    Il team Octo Pramac, infatti, era in pole position con il pilota di casa, il sanmarinese Alex De Angelis.
    Dopo una ottima partenza e una ottima gara nelle primissime posizioni, però, De Angelis è caduto al quarto giro, ed è stato costretto al ritiro.

    La chiacchierata con Nicola Veratelli

    Facciamo però un passo indietro: poco prima di pranzo, infatti, Octo ha presentato il suo nuovo CEO, Nicola Veratelli.

    Veratelli è un manager italiano con grandissima esperienza all’estero. Ha lavorato infatti per aziende multinazionali in diversi settori come Hertz (car rental e fleet management), Eaton (automotive supplier), Rio Tinto (industria mineraria) e Glaxo SmithKline (industria farmaceutica).
    Dopo tanto girovagare in vari continenti, Veratelli ha sposato la causa di un’azienda italiana leader in un mercato che mai come ora sta per vivere il suo momento d’oro, come quello della smart mobility e dell’Internet of Things.
    “Un gioiello della tecnologia italiana, come è stata definita dallo stesso Veratelli, pronta ad essere portata a dare filo da torcere ai grandi nomi.

    Il passato e il presente di Octo

    Come detto in precedenza, Octo è leader nell’insuretech da svariati anni. Infatti, circa 6 milioni di veicoli in tutto il mondo hanno al loro interno componentistica per l’insuretech Octo. Inoltre, negli ultimi anni è diventata volto noto nel mondo della mobilità intelligente, tra car sharing, OEM e noleggi a breve e lungo termine.

    In questi due settori, Veratelli afferma di aspettarsi una “crescita esponenziale“. Nel mondo dell’insuretech, il CEO di Octo si aspetta un’espansione a livello geografico, mentre per quanto riguarda la mobility si aspetta una crescita a livello geografico che a livello di OEM.

    Apriamo una piccola parentesi: che cosa significa OEM?
    È una sigla che significa letteralmente “produttore di apparecchiature originali“.
    In poche parole, un’azienda è una OEM quando ingegnerizza, progetta e produce un prodotto finito che viene poi venduto e montato su un prodotto di un altro costruttore.
    Un esempio di azienda OEM è Qualcomm. L’azienda americana, infatti, è leader nella produzione di processori per smartphone, che vengono montati sulla maggior parte dei dispositivi Android.
    Questi processori sono progettati e costruiti da Qualcomm, che li vende alle varie aziende produttrici di smartphone, che poi hanno il compito di implementarlo nel proprio prodotto.

    Octo, in questo settore, sta facendo passi da gigante: infatti, uno dei settori in cui si sta cimentando è la produzione da OEM di centraline e dispositivi satellitari e connessi da utilizzare su auto private, per lo sharing o per le flotte.

    Il futuro: la visione della mobility

    Durante il nostro confronto, Veratelli ha voluto fare chiarezza sulla sua visione di Mobility.
    “Molti considerano la nuova mobility solo come “ride hailing”, ovvero lo spostarsi guidati da un autista da A a B.
    Per me invece la mobility è poter offrire all’utilizzatore il modo più facile e veloce per andare da A a B, che sia bici, auto, treno o aereo. L’obiettivo su cui concentrarsi infatti è proprio la commistione tra vari mezzi e tipi di mobilità, sfruttando capacità nuove come 5G e l’enorme mole di dati prodotti.”

    “In questi anni, Octo è stata capace di sviluppare un know-how unico al mondo su come rendere utilizzabili le moli di dati che raccogliamo. Molti raccolgono i dati, ma noi sappiamo come utilizzarli. Grazie al 5G e alla grandissima utilità che può avere nel mondo della mobility, uno dei Paesi che può avvantaggiarsene è proprio l’Italia. Dal punto di vista turistico, l’Italia ha tutto, tranne questo [tipo di mobility]. Il turista che vuole venire in Italia, per molte ragioni, adesso ha difficoltà, anche con i trasporti. Se queste innovazioni verranno implementate come si deve, l’Italia potrebbe giovarne in modo incredibile”.

    Il concetto di “smart city” per Octo

    Dopo aver discusso di Car Sharing e smart mobility, non si può che arrivare al concetto di Smart City.
    Octo, infatti, sta portando avanti il un progetto embrionale di Smart City in diverse città mondiali, tra cui Roma e Boston.

    In queste città, grazie all’altissimo numero di auto con dispositivi Octo a bordo, è possibile studiare i flussi del traffico di queste città, ed analizzare lo stile di guida degli automobilisti.

    Questo, però, è solamente l’inizio.
    Con l’avvento della tecnologia 5G e della sua implementazione nei veicoli, sarà possibile una vera integrazione tra la città, i veicoli e gli abitanti. “Tutti parlano di smart cities, ma per farlo bisogna per forza partire dal veicolo connesso.

    “L’auto connessa non passa solo attraverso le nostre black box. Lo stesso smartphone è un device che possiamo sfruttare per interconnettere le auto. Lo smartphone, infatti, è un device esattamente come la nostra box. Al suo interno, lo smartphone ha accelerometro, giroscopio, e tutti i sensori utili per rilevare spostamenti e chilometraggi in modo preciso.
    Octo, partendo da questo presupposto, ha sviluppato la tecnologia Digital Drive che permette, tra le altre cose, di utilizzare lo smartphone per rilevare posizione e stile di guida.”

    Il futuro dopo le ‘”black box”: tag adesivi e sensori per seggiolini

    “Si può, però, fare un ulteriore passo in avanti: Octo ha progettato un piccolo tag adesivo, da attaccare al parabrezza, che può restituire le stesse informazioni di una box tradizionale. Rimanendo ‘statico’, inoltre, è anche in grado di rilevare un incidente, cosa che uno smartphone, non essendo fissato sull’auto, non può fare”, racconta Veratelli.

    “Inoltre, questo piccolo tag porta con sè altre innovazioni. È connesso ad internet, rendendolo capace di condividere la posizione, creare un hotspot Wi-Fi e, in caso di incidente, di chiamare i soccorsi. Essendo connesso, oltre che al nostro smartphone, anche all’auto (tramite connessione 5G), è in grado di svolgere la funzione di antifurto, rilevando effrazioni o danni. Infine, grazie ai sensori integrati, in caso di incidente è in grado di stabilirne la gravità e di comunicare ai soccorsi il possibile grado di infortunio degli occupanti.”

    “Dal punto di vista della sicurezza, Octo ha anche pensato ad un sistema da integrare nei seggiolini. – continua il CEO di Octo – Visto il fenomeno crescente di bambini dimenticati in auto, abbiamo progettato un sensore connesso. Questo, se rileva tramite il peso la presenza di un bambino con l’auto spenta, invia una notifica sullo smartphone a genitori, parenti, amici o soccorsi, in modo da evitare il peggio.”

    “Ad oggi, molti installano i nostri device perchè “c’è lo sconto del 20%”. Questo aspetto è innagabile, e il risparmio è già tangibile. Tra pochissimo tempo, però, non sarà più il motivo principale per cui sceglierlo. Con le auto connesse, con il device si potrà avere l’antifurto, il tracking della posizione, il rilevamento degli incidenti e l’hotspot Wi-Fi. Da oggetto per risparmiare diventerà un vero valore aggiunto.”

    Digital Drive: un punteggio che premia una guida virtuosa

    Octo fin dalla nascita lavora per permettere al cliente di pagare una polizza assicurativa che rispecchi il suo utilizzo reale del mezzo.
    E nei prossimi mesi, con il lancio del sistema Digital Drive, questo concetto verrà ulteriormente evoluto.

    “I vantaggi del nostro sistema Digital Drive saranno ripresi dall’esperienza che stiamo portando avanti in America.  Negli States, infatti, già oggi sull’app OCTO U hai uno score che “giudica” la tua guida. – mi spiega Nicola – Dopo 3/4 mesi di analisi del tuo stile di guida, effettuato attraverso l’analisi del modo di accelerare, sterzare e frenare, le ore e i luoghi in cui si guida, ti viene assegnato un punteggio visibile sull’app. Quello score non è solo uno sprone per portare il guidatore a guidare meglio. Questo punteggio viene usato dalle compagnie assicurative per adeguare il costo della tua polizza, premiando i guidatori più virtuosi con tariffe agevolate.”

    L’analisi dei dati e la ricostruzione dei crash

    Octo, tra le sue tante attività, sta cercando di farsi un nome per combattere ad armi pari con i grandi nomi dell’industria digitale.
    Molti come detto la conoscono per la fornitura di scatole nere, ma la vera forza dell’azienda italiana è l’elaborazione dei dati.

    “Il nostro oro è l’elaborazione dei dati. Moltissime aziende raccolgono milioni di bites di dati, ma poi non riescono a sfruttarli.
    Noi abbiamo 6 milioni di auto connesse, e 250 milioni di miglia di bites di dati raccolti. Con questi dati, grazie alla nostra esperienza quasi ventennale, riusciamo ad ottenere grandi risultati.

    Vi faccio un esempio pratico. Nei nostri database abbiamo registrato mezzo milione di crash, di incidenti. Da questi crash, abbiamo sviluppato un algoritmo originale, con il quale siamo in grado di redigere un CID telematico con validità legale, e anche di fornire un video della precisa dinamica dell’incidente. Questo è stato pensato in ottica rental fleet, dove spesso le persone fanno danni sull’auto a noleggio dicendo “Era già così!”, facendo perdere moltissimi soldi alle società di noleggio.
    Con questo sistema, non solo le società di noleggio saranno tutelate, ma saranno anche debellate le truffe ai danni delle assicurazioni dei clienti normali.”

    I tre Zero

    Octo sta lavorando con tutti questi progetti per ottenere un obiettivo: dare un risparmio di tempo, denaro e fatica ai suoi clienti.

    Veratelli, infatti, ci parla del progetto dei Tre Zero: “Con il progetto della Smart City noi stiamo cercando di raggiungere, tramite le auto connesse tra loro, con la città e l’ambiente circostante, l’obiettivo dei Tre Zero.
    Zero emissioni. Auto ecologiche e connesse in città, unite all’intermodalità tra diversi mezzi di trasporto permettono a tutti di spostarsi in città impattando il meno possibile, con l’uso di mezzi pubblici, sharing o ride hailing.
    Zero congestione. Tramite la connessione dei veicoli con la città, è possibile riuscire ad evitare ingorghi, traffico e conseguenti perdite di tempo e denaro.
    Zero crash. Evitare alla radice gli incidenti, e permettere, quando inevitabili, di evitare truffe assicurative, o danni ingenti agli occupanti, grazie alla connessione diretta con i soccorsi.

    Come vedete, non si tratta solo di hotspot Wi-Fi e auto connesse per l’assicurazione. Grazie alla Smart City e alla Smart Mobility, è possibile ottenere in pochissimo tempo un aumento della qualità della vita, di risparmio di denaro e di tempo in quantità esponenziali.”

    Un’azienda dinamica ed appassionata

    Già dalla location scelta da Octo per presentarci Nicola Veratelli è visibile la natura dinamica dell’azienda.
    Dopo l’incontro con Veratelli, poi, questo aspetto è stato lampante. Il neo CEO ci ha trasmesso la grande passione che lui e la sua azienda hanno nel perseguire i loro obiettivi.

    Migliorare la vita delle persone, i trasporti, la vita nelle città e la sicurezza, il tutto basandosi su solidissime e uniche tecnologie, sviluppate da informatici e ingegneri italiani.
    Un orgoglio italiano ben presente nelle parole di Veratelli, manager italiano con grandissima esperienza internazionale, venuto a capo di un’azienda nostrana con grandissime potenzialità di crescita, che vi invito a seguire da vicino nei prossimi mesi.
    Perchè, come ha detto il suo CEO, per Octo “il meglio deve ancora venire, e sta iniziando adesso”.

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    Giulio Verdiraimo

    Ho 22 anni, studio Ingegneria e sono malato di auto. Di ogni tipo, forma, dimensione. Basta che abbia quattro ruote e riesce ad emozionarmi, meglio se analogiche! Al contempo, amo molto la tecnologia, la musica rock e i viaggi, soprattutto culinari!

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