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Gli sprechi alimentari e le abitudini sostenibili degli italiani

TheFork ha condotto un sondaggio in occasione della Giornata della Terra 2021

Lo spreco alimentare è una questione centrale e determinante della nostra epoca. Non è solo una questione etica, ma anche e soprattutto ambientale, una problematica che provoca un considerevole impoverimento delle nostre limitate risorse naturali.

Quando sprechiamo cibo non stiamo solo sprecando cibo. Coltivare cibo che viene sprecato determina importanti consumi di acqua, fertilizzanti, terreni coltivati, risorse ambientali e incide sul cambiamento climatico, sulla gestione dei rifiuti, sull’inquinamento, sulla biodiversità. Il Food Waste Index-Report 2021 stima che l’8-10% delle emissioni globali di gas serra siano dovute al cibo che non viene consumato.

Sempre secondo il Food Waste Index Report 2021 la quantità maggiore di spreco alimentare avviene nelle abitazioni private, nelle quali viene buttato circa l’11% di tutto il cibo acquistato, ovvero 74 kg per abitante di scarti l’anno. Secondo la ricerca “Metronomo” condotta da METRO con il supporto del Bocconi Green Economy Observatory, i ristoranti italiani dichiarano di buttare tra i 2 e i 5 sacchi da 220 litri di scarti alimentari.

Gli sprechi alimentari e le abitudini sostenibili degli italiani

TheFork

Dopo l’irrompere della pandemia, i comportamenti e gli stili di vita in relazione agli sprechi alimentari sono cambiati. Nel 2020 sono stati buttati 27 kg di cibo a testa, l’11,78% in meno rispetto al 2019 con un risparmio di 376 milioni di euro. L’attenzione al clima e al riscaldamento globale è legata a doppio filo alla promozione di buone pratiche che possano respingere lo spreco alimentare, e incoraggiare la sensibilizzazione dei cittadini nei confronti degli sprechi, poiché il benessere dell’ambiente passa attraverso anche e soprattutto una cucina sana, consapevole e sostenibile. È quindi necessario limitare gli sprechi alimentari, ma come si può invertire questa tendenza nociva? 

Recentemente TheFork, piattaforma leader per la prenotazione online di ristoranti, ha condotto un sondaggio su oltre 2000 utenti in occasione della Giornata della Terra 2021 – giornata istituita nel 1969 dall’ONU per celebrare l’ambiente e la salvaguardia del pianeta – con lo scopo di comprendere quali siano le abitudini sostenibili legate al cibo che gli italiani hanno sviluppato o coltivato nell’ultimo anno e soprattutto il loro punto di vista circa gli sprechi alimentari. 

Per l’occasione TheFork ha intervistato i suoi utenti a proposito del food waste, la cucina, le abitudini e la sostenibilità; il sondaggio ha rivelato da un lato quanta strada c’è ancora da fare per dimezzare e diminuire gli sprechi, e dall’altro ha evidenziato quanto la consapevolezza di questa tematica sia cresciuta assieme alla volontà di intraprendere un comportamento più sano e sostenibile per evitare gli sprechi, come acquistare solo ciò che si consuma, minimizzare l’impatto ambientale scegliendo alimenti non imballati o cucinare cibi in scadenza. 

TheFork ha condotto un sondaggio in occasione della Giornata della Terra 2021

Per l’83,8% degli intervistati i consumi alimentari hanno un impatto ambientale elevato o molto elevato, in particolar modo carne, olio di palma, frutta e verdura di importazione, pesce non di stagione e mais OGM sono percepiti come alimenti ad alto impatto ambientale. Poco impattanti sono considerati frutta e pesce di stagione, legumi, cereali e soia. Per il 54,8% dei partecipanti al sondaggio di TheFork gli sprechi alimentari domestici sono diminuiti durante i vari lockdown, così come il consumo di alimenti ad alto impatto ambientale (39,9%). Numeri confermati da uno studio Doxa realizzato per Food, secondo il quale durante il periodo di emergenza, quasi 4 intervistati su 10 (il 38%) hanno aumentato la loro attenzione verso lo spreco di prodotti alimentari. 

Alcune delle abitudini meno intraprese dalle persone intervistate sono prediligere cibi sostenibili quando si fa la spesa, optare per consegna a domicilio o asporto di ristoranti attenti alla sostenibilità, regalare gli alimenti che altrimenti andrebbero buttati, usare gli scarti per cucinare o ancora utilizzare app di recupero come Phenix o Too Good To Go. 

Per il 48% degli intervistati quel che ci impedisce di diventare sostenibili e attenti in fatto di cibo è un problema di reperimento: i prodotti a basso impatto ambientale sono difficili da trovare; il 42% invece ne fa un problema economico, sostenendo che il prezzo degli alimenti sostenibili sia troppo alto; infine per il 22% è un problema pratico perché non trovano abbastanza tempo da dedicare alla spesa – e quindi alla scelta accurata dei prodotti. 

Per il 77% degli intervistati, per quanto riguarda i consumi fuori casa, è molto importante scegliere  un ristorante attento alla sostenibilità alimentare e a particolari regimi alimentari; mentre il 27% è più propenso a chiedere una doggy bag rispetto a prima del lockdown.

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Lucia Tedesco

Giornalista, femminista, critica cinematografica e soprattutto direttrice di TechPrincess, con passione ed entusiasmo. È la storia, non chi la racconta.

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