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Tutti i vaccini a confronto

Indagine sulla percentuale di copertura dei principali vaccini attualmente utilizzati, non solo in Italia

In questo articolo vi proponiamo un’indagine sull’efficacia dei principali vaccini disponibili.

Per ciascuno dei sieri a nostra disposizione, disponibili in Italia e non solo, abbiamo verificato la loro percentuale di copertura. Con una particolare attenzione, là dove ci siano i dati, all’efficacia rispetto alle due maggiori varianti del Coronavirus a oggi circolanti.

Quali sono i vaccini attualmente disponibili

Prima di mettere a confronto l’efficacia dei vari vaccini, è opportuno chiederci quali sieri siano a nostra disposizione.

Attualmente, i vaccini contro il Covid-19 che circolano in Italia sono quattro: il vaccino Comirnaty di Pfizer-BioNTech, il vaccino Moderna, il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca e il vaccino Janssen di Johnson&Johnson.

Questi quattro vaccini sono stati autorizzati da EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) e AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

Altri vaccini non sono, per ora, autorizzati in Europa, perché ancora al vaglio dell’EMA. I quattro principali sono il siero russo Sputnik V, il CoronaVac dell’azienda cinese Sinovac, il tedesco CureVac e lo statunitense Novavax.

Vediamo dunque l’efficacia di questi otto importanti vaccini. Ricordandoci che per tutti i sieri che necessitano di due iniezioni non ci sono studi puntuali sull’efficacia dopo la sola prima dose. Si calcola tuttavia che già una prima somministrazione dei quattro vaccini autorizzati da EMA e AIFA può ridurre la possibilità di contrarre il Covid in una percentuale oscillante fra il 60 e il 70%.

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Vaccino Comirnaty di Pfizer BioNTech

Il vaccino Comirnaty viene somministrato agli adulti e agli adolescenti di età pari o superiore a 12 anni.

Lo si inocula in due iniezioni, a distanza di almeno 21 giorni (e di non oltre 42) l’una dall’altra.

Questo siero può essere utilizzato per completare un ciclo vaccinale misto, nei soggetti under 60 anni che abbiano già effettuato una prima dose di vaccino Vaxzevria, a distanza di 8-12 settimane dalla somministrazione di questo vaccino.

L’efficacia è del 94,6% a partire da 7 giorni dopo la somministrazione della seconda dose in soggetti dai 16 anni in su. Negli adolescenti di età compresa fra 12 e 15 anni la stima puntuale di efficacia è risultata pari al 100%.

La doppia dose è necessaria per garantire anche una buona copertura dalle più recenti varianti del virus: il ciclo completo è efficace al 92% per la variante alfa (la cosiddetta inglese) e al 79% per la variante delta (quella indiana).

Vaccino Moderna

Proseguiamo la nostra indagine sull’efficacia dei vaccini occupandoci del siero Moderna, riservato alla popolazione over 18.

Anche questo siero va somministrato in due dosi, a distanza di almeno 28 e massimo 42 giorni l’una dall’altra.

I risultati di uno studio ha dimostrato che due dosi del vaccino Moderna, somministrate a distanza di 28 giorni l’una dall’altra, sono state in grado di impedire al 94,1% degli adulti dai 18 anni, vaccinati, di sviluppare il Covid. L’efficacia (massima a partire da due settimane dopo la seconda dose) è elevata anche per le principali varianti del virus, ma mancano studi recenti in grado di fornire numeri certi.

Vaccino Vaxzevria di AstraZeneca

Attualmente, in Italia, il siero viene somministrato a chi ha dai 60 anni in su.

Tra le due dosi occorre un intervallo di tempo di 10-12 settimane per raggiungere la massima efficacia. Stesso intervallo per gli under 60 che hanno già ricevuto una prima dose di Vaxzevria e che dovranno completare il ciclo col vaccino Pfizer o Moderna.

L’efficacia del vaccino di AstraZeneca, massima dai 15 giorni dopo la seconda dose, è dell’82,4% se le due somministrazioni avvengono a 12 settimane l’una dall’altra. Il siero ha un’efficacia del 73% per la variante alfa e del 60% per la variante delta.

Vaccino Janssen di Johnson&Johnson

Somministrato in un’unica dose a soggetti con più di 18 anni di età, il vaccino Janssen di Johnson&Johnson ha efficacia massima dopo 14 giorni dall’inoculazione, e secondo uno studio impedisce l’insorgenza del Covid nel 66,9% dei casi.

Un recente studio del team di malattie infettive della University of Maryland Upper Chesapeake Health di Bel Air segnala un’efficacia del 72% per la variante inglese, mentre mancano dati certi riferiti a quella indiana.

Vaccino Sputnik V

L’efficacia dei vaccini è più dubbia per i quattro sieri da noi indicati fra i principali ma a oggi non somministrati in Italia.

Il siero russo Sputnik V si somministra in due dosi. La distanza tra la prima e la seconda, inizialmente fissata a 21 giorni, ora si può estendere addirittura sino a 3 mesi.

La Repubblica di San Marino ha condotto uno studio pilota su questo vaccino, secondo cui l’efficacia supererebbe persino quella proposta da The Lancet, che si attestava al 91,6%.

L’Università di Bologna, partner del progetto, segnala che in Russia la vaccinazione di 3,8 milioni di persone ha dimostrato un’efficacia dello Sputnik V al 97,6%.

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Vaccino CoronaVac di Sinovac

Benché non utilizzato in Italia, il vaccino CoronaVac di Sinovac ha recentemente avuto l’ok dell’OMS.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità non raccomanda un limite d’età per il CoronaVac ma lo consiglia a tutti dalla maggiore età, con seconda dose a 2-4 settimane di distanza dalla prima.

I primi studi parlano di un’efficacia del 51%.

Vaccino CureVac

Un recentissimo studio condotto su circa 40.000 soggetti a due settimane dalla seconda somministrazione del siero tedesco ha dimostrato un’efficacia non elevatissima: il 47%.

L’azienda giustifica così la percentuale piuttosto bassa: si tratta di un “contesto senza precedenti, con almeno tredici varianti circolanti all’interno della popolazione studiata”.

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Vaccino Novavax

Terminiamo l’excursus sull’efficacia dei vaccini con lo statunitense Novavax, anch’esso da somministrare in due dosi. Lo scorso 14 giugno, l’azienda stessa ha dichiarato i risultati di uno studio, secondo cui l’efficacia del siero garantisce si attesta in un’ottima percentuale: 90,4%.

Altro dato confortante riguarda il fatto che il siero ha rivelato la medesima efficacia anche sulla variante alfa del virus.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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