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Android 13 Beta 3, supporto nativo per i display Braille

Un'importante opzione di inclusività

Nella Beta 3 di Android 13 Google ha aggiunto una funzionalità importante per l’accessibilità: il supporto nativo per i display Braille. Questa nuova funzione permette di gestire più facilmente questi prodotti, importanti per le persone con disturbi alla vista.

Android 13, la Beta 3 supporta i display Braille

Nel corso degli anni Google ha introdotto diverse funzionalità pensate per aumentare l’inclusività del proprio sistema operativo. L’aggiunta del supporto nativo ai display Braille permette agli utenti ipovedenti o non vedenti di utilizzare più facilmente smartphone e tablet.

I display Braille sono dispositivi elettro-meccanici che riproducono il linguaggio Braille alzando delle punte tondeggianti lungo una superficie piatta. Chi conosce il Braille può quindi leggere quando scritto a schermo.

braille displays a min

Prima di questa versione del sistema operativo, gli utenti dovevano collegare i display Braille ad Android tramite l’app BrailleBack, che richiedeva un download separato su Android. Oppure avrebbero dovuto utilizzare una tastiera virtuale con Talkback invece di un dispositivo fisico.

Con il nuovo update, non c’è bisogno di download esterni per la maggior parte dei display Braille. In questo modo gli utenti possono navigare lungo la schermata principale del sistema operativo e selezionare le app che vogliono utilizzare. Dopodiché possono usare i display Braille per comporre una e-mail oppure fare una chiamata, mandare un messaggio o leggere un libro.

Una novità gradita ma che si è fatta aspettare. Infatti iOS aveva questa opzione già da iOS 12, arrivato quasi quattro anni fa. Ma Google introduce anche alcune nuove possibilità interessanti, come le scorciatoie per modificare e selezionare il testo, in arrivo con Talkback. Dando nuove funzioni extra per chi utilizza il linguaggio Braille.

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Source
Gizchina

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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