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La macchina del tempoRubriche

Il servizio Televideo (ma dovremmo dire Teletext). La macchina del tempo

I social evolvono ma lui resta

Ci sono miti intramontabili. I lettori di ebook possono evolvere finché vogliono, ad esempio, ma (per fortuna) i libri cartacei non tramonteranno mai.

Il modo di dare le notizie sarà sempre più rapido e smart, veicolato attraverso i social finché volete. Ma nelle case, soprattutto i membri meno giovani della famiglia continueranno a sintonizzarsi sul mitico servizio Televideo, attenderanno secoli per arrivare alla pagina desiderata, leggeranno una notizia ormai datatissima ma cosa importa? Per loro sarà stato un salto nelle più formidabili possibilità tecnologiche che il mondo possa offrire.

Una piccola precisazione terminologica

Per tutti noi, ciò che trasforma un televisore in un quotidiano non esattamente tascabile né esattamente dalla grafica modernissima è il servizio Televideo.

Eppure il nome corretto sarebbe Teletext. Il Televideo è il teletext della Rai, ma probabilmente la maggior facilità di pronuncia ha fatto sì che Televideo scalzasse Teletext, imponendosi come sinonimo di – ecco la definizione – servizio interattivo con cui un’emittente propone pagine di testo contenenti informazioni visualizzabili sullo schermo del televisore.

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Nascita del Televideo

Il servizio Televideo (ci adattiamo anche noi all’uso, con buona pace dell’ostico termine Teletext) nasce intorno alla metà degli anni Settanta del Novecento, anzi precisamente nel 1975 con la BBC. Ma in Italia arriva – in Rai, appunto – il 15 gennaio del 1984.

Non paghi di cotanto approdo, i signori di Viale Mazzini ci hanno regalato anche il Televideo Regionale, dove si possono avere notizie di grande praticità sulla propria regione: dai trasporti alle previsioni meteorologiche, dagli spettacoli alle farmacie di turno.

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Il titolo del paragrafo sarà curioso solo per alcuni. Scommettiamo che molti dei lettori di Tech Princess avranno riconosciuto al volo la pagina di apertura della sezione “Calcio”.

Come funziona il servizio Televideo è superfluo ricordarlo. L’allora sconvolgente novità era che il televisore, che fino al giorno prima decideva per noi i programmi e gli orari, diventava adesso uno strumento in qualche modo in mano nostra, che noi potevamo a consultare a piacimento, in qualunque orario e per avere notizie di ogni natura.

Al punto che, prima che questo strumento diventasse la normalità, quanto meno sino all’inizio degli anni Novanta del Novecento avere il televisore dotato di servizio Televideo proiettava in una condizione sociale elevatissima.

Cambiano i ritmi delle notizie

Quello che oggi ci appare forse come un servizio un po’ ruspante e non agilissimo, ha contribuito in modo sostanziale a cambiare la sensibilità degli utenti rispetto ai tempi di una notizia.

Ben prima di Internet, il servizio Televideo ha scardinato almeno due concetti. Il primo, già espresso, è quello della passività: le informazioni anche di stringente attualità, di cronaca, potevano essere cercate a piacimento, 24 ore su 24.

Inoltre, ci si emancipava dal duopolio dei giornali (quotidiani o periodici che fossero) e della televisione, a cui se vogliamo andava aggiunta la radio. Con i loro linguaggi e soprattutto con i loro tempi.

Il servizio Televideo ci ha fatto finalmente percepire che le cose, nel mondo così come nel nostro quartiere, accadono sempre, non solo agli orari stabiliti dai telegiornali.

La mitica “ultim’ora”

Infatti, un altro sublime godimento (fonte di ingestibile invidia per chi il servizio televideo non lo possedeva) era quello di scoprire – magari per puro caso – una determinata notizia in anticipo rispetto ad amici e conoscenti. Il titolo “Ultim’ora”, ammettiamolo, dava non piccoli brividi lungo la schiena.

E che soddisfazione dava – all’ora del telegiornale, quando la notizia veniva annunciata come nuova – fare lo sguardo sornione di chi la medesima notizia la conosceva già a memoria?

Storia politica della Rai. 1945-2010
  • Gnagnarella, Giuseppe (Autore)

Il servizio Televideo oggi

Ma il servizio Televideo è tutt’altro che un relitto degli anni Ottanta. Viene utilizzato ancora oggi da milioni di italiani. Perché?

La prima risposta potrebbe essere che quello del Televideo rimane un buon modo per fruire delle notizie quasi in tempo reale da parte di chi, per motivi anagrafici o di competenze digitali, non è avvezzo alle nuove tecnologie.

Ma forse, a rendere intramontabile il servizio Televideo, concorre anche una miscela di pigrizia e attrazione per l’abitudine. Se si sta guardando la TV, magari un programma noioso, perché abbassare gli occhi sui minuscoli caratteri dello smartphone, quando il fido telecomando ci permette di scoprire tutto sul mondo con pochi clic?

Certo, si è perso il gusto di leggere “Ultim’ora” e poi pavoneggiarsi con i propri intimi. Ma il piacere dell’attesa, leggere “pagina 1 di 11” sapendo che ciò che ci interessa apparirà a pagina 9, e poi ottenere l’agognata informazione, resta e resterà per sempre impagabile.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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