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Attualità

Giovani e social: 1,1 milioni di under 35 a rischio dipendenza

Lo dice una ricerca di Demoskopika

La recente audizione al Senato Usa, in cui hanno preso la parola Mark Zuckerberg e altri vertici delle principali big tech (Google unico grande assente) ci ha ricordato alcune cose.

Soprattutto il fatto che un po’ troppo semplicisticamente, specie quando il soggetto è rappresentato dai giovani, i social vengono demonizzati a priori, come se fossero dotati di un senso morale (perverso). E come se non avessero un ruolo centrale le varie figure adulte che dovrebbero alfabetizzare i ragazzi a un uso sensato, per quantità e qualità, delle piattaforme.

Ciò detto, siamo ben consci che per i giovani i social sono un’inesauribile fonte di opportunità ma anche di rischio. Un buon modo per vederci più chiaro potrebbe essere quello di affidarsi, anziché all’emotività, alle ricerche e ai report effettuati da associazioni ed enti qualificati. Come quello da poco pubblicato da Demoskopika.

I giovani e la dipendenza da social: il report di Demoskopika

Demoskopika è un istituto attivo dal 2001 nell’ambito della ricerca economica e sociale, delle indagini di mercato e dei sondaggi di opinione per conto di imprese, enti pubblici e privati, istituzioni locali e nazionali.

Venerdì 9 febbraio Demoskopika ha pubblicato sul suo sito ufficiale un report dal titolo “Social dipendenza. Alto rischio per oltre un milione di giovani.” Vediamone in sintesi i risultati.

Young Diversity Standing Row Smiling

1,1 milioni di under 35 a rischio

L’indagine di Demoskopika si è concentrati sull’uso dei social da parte dei giovani utenti italiani sotto i 35 anni.

È emerso che oltre 1,1 milioni gli under 35 anni sono a rischio elevato di dipendenza da social media, con i giovanissimi (tra i 18 e i 23 anni), che pesano per quasi il 40% sul totale.

La cifra di 1,1 milioni di ragazzi equivale al 10,1% della popolazione giovanile complessiva residente in Italia, pari a quasi 11 milioni di individui, secondo gli ultimi dati Istat aggiornati al 1° gennaio 2023.

Più precisamente, hanno un rapporto problematico con i social 430.000 giovani tra i 18 e i 23 anni, 390.000 tra i 24 e i 29 e 308.000 fra i 30 e i 35.

A livello geografico, le regioni più vulnerabili sono Sicilia, Umbria e Campania.

È quanto emerge da una ricerca in cui Demoskopika ha utilizzando la Bergen Social Media Addiction Scale, ossia una valutazione della dipendenza dai social media attraverso sei domande.

Instagram su tutti

L’85,7% dei giovani intervistati usa i social ogni giorno.

Svetta Instagram, frequentato da più di 8 giovani su 10 (83,1%), seguito da Facebook (72,5%). Dopo di che troviamo YouTube con il 50,7% e TikTok con il 37,6%. A seguire, ma con percentuali di molto inferiori, X (10,7%), Linkedin (9,7%), Pinterest (6,3%) e Snapchat (5,2%).

Giovani divisi sull’odio in rete

Per mezzo della già citata Bergen Social Media Addiction Scale, Demoskopika ha rilevato che il 10,3% dei giovani presenta un alto livello di rischio dipendenza dai social media, il 15,6% un rischio moderato e il restante 74,1% è esposto a un rischio basso.

Per quanto riguarda le aree geografiche, la regione più esposta è la Sicilia, con quasi 107.000 giovani ad alto rischio di dipendenza da social (pari all’11,155%) seguita da Campania e Umbria rispettivamente con 131.400 (11,144%) e 16.500 under 35 anni (11,138%).

L’81,6% dei giovani condanna l’odio in rete, ma un preoccupante 40,6% lo giustifica almeno parzialmente. L’odio online “solo parole” per il 27,2% del campione, “evita che l’odio si esprima nella vita reale” (25,6%) o risulta un “modo accettabile per ridurre la rabbia” (20,4%).

Il commento

Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, ha commentato il report sul rapporto tra i giovani italiani e i social.

Rio ha detto: “I dati rilevati sul campo confermano una preoccupazione, oltre che nella comunità scientifica, anche tra i diretti interessati, i giovani, sui rischi comportamentali legati all’utilizzo eccessivo e pervasivo dei social. Gli under 35 rivendicano un ascolto attivo anche per arginare la loro ricompensa sociale attraverso i like e ridurre il social-qualunquismo.

Esiste nella comunità giovanile una crescente consapevolezza digitale sulle criticità legate all’uso delle piattaforme sociali e sulla loro contaminazione emotiva condizionante l’umore delle persone. Ad oggi, però, la politica non sembra particolarmente attenta o, nella migliore delle ipotesi, sembra rinchiusa nel limbo della meditazione su quali misure mettere in campo per arginare il ‘lato oscuro della rete’.

In questa direzione sarebbe utile avviare una capillare campagna di comunicazione della Presidenza del Consiglio funzionale a rafforzare la cultura digitale, a divulgare una maggiore conoscenza sui pericoli dei social media tra le giovani generazioni oltre che ad attivare misure di sostegno alla rete dei soggetti istituzionali e associativi impegnati in prima linea nella costruzione del benessere giovanile nel nostro Paese”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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