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Nasce Assoinfluencer, il primo sindacato italiano per influencer e content creator

Si chiama Assoinfluencer

I sindacati (la definizione è nostra, quindi ci perdonerete l’approssimazione) sono quegli enti che rappresentano una determinata categoria di lavoratori e ne tutelano gli interessi professionali collettivi.

Certo, ci sono anche i sindacati datoriali (dei datori di lavoro), come Confindustria e Confcommercio. Ma nell’accezione più comune il sindacato tutela i lavoratori subordinati, i cui contratti di solito non prevedono retribuzioni principesche.

Altra definizione (sempre nostra) è quella di influencer. Che corrisponde a un personaggio piuttosto (o molto) noto il quale, proprio in virtù della sua notorietà, dal pulpito dei social dice cose, su argomenti di cui non sempre è ferratissimo. Tuttavia, grazie alla già citata notorietà, egli o ella ha il potere di influenzare, appunto, i gusti – ma anche i comportamenti e le decisioni – dei suoi seguaci, o follower.

Inoltre, come abbiamo visto in un recente articolo, gli influencer guadagnano assai bene. In Italia, un contenuto pubblicato su YouTube da chi ha più di un milione di follower può far incassare anche oltre 80.000 euro.

Il giro di affari complessivo, nel nostro Paese, nel 2022 è stato stimato intorno ai 300 milioni di euro.

Fedez Chiara Ferragni

Il sindacato degli influencer

Insomma, piove sul bagnato. Perché gli influencer di solito sono persone già assai benestanti, in quanto vip. Che con questo secondo “mestiere” arrotondano in modo generoso i loro già cospicui conti in banca.

Oppure sono individui comuni che, aguzzando l’ingegno, sono stati capaci di crearsi ex novo una fama in un determinato ambito, che fanno fruttare a suon di decine di migliaia di euro.

Quindi la domanda sorge spontanea: a cosa serve il sindacato degli influencer?

Sì, perché da qualche tempo in Italia esiste Assoinfluencer, il cui atto costitutivo risale in realtà al giugno del 2019.

Assoinfluencer

Come possiamo leggere nella home page del sito ufficiale, Assoinfluencer è “la prima realtà del suo genere in Italia, nata con lo specifico intento di promuovere e tutelare la professione di nuova generazione da cui prende la denominazione.”

Ma chi può inscriversi al sindacato degli influencer?

Le categorie rappresentate

Qui il discorso si specifica, e rende forse meno balzana l’idea di un sindacato degli influencer.

Non solo Chiara Ferragni e Khaby Lame possono infatti aderire ad Assoinfluencer, ma anche tutti i creator, i podcaster, gli streamer e gli youtuber. Inizia così meglio a comprendersi il senso ultimo dell’associazione, a tutela di tutte le nuove figure professionali che col boom dei social sono nate, e ora si stanno sviluppando.

I servizi di Assoinfluencer

L’intuizione è venuta nel 2018 agli avvocati Jacopo Ierussi e Valentina Salonia, che oggi sono rispettivamente il presidente e la vicepresidente dell’associazione.

Attualmente, Assoinfluencer è stata inserita nell’elenco delle Associazioni Professionali del ministero dello Sviluppo Economico. Offre servizi di networking, di tutela legale, di formazione e di difesa dei compensi. Ha inoltre attivato uno sportello del cittadino, “presso il quale i committenti delle prestazioni professionali possono rivolgersi in caso di contenzioso con i singoli professionisti iscritti […] nonché per ottenere informazioni relative all’attività professionale in generale e agli standard qualitativi richiesti agli iscritti dalla nostra associazione”.

E soprattutto ha avviato la campagna di tesseramento. Ma come iscriversi al sindacato degli influencer?

Iscriversi al sindacato degli influencer

Per iscriversi ad Assoinfluencer, occorre versare un quota annuale di 200 euro, scontata a 99 euro sino al 31 dicembre 2022.

Non occorre dimostrare di avere un minimo di seguito in termini di follower o visualizzazioni dei propri contenuti.

La tutela legale

Assoinfluencer dunque non è un’esclusiva per i vip, ma interessa un mercato che nel nostro Paese coinvolge ormai ben 350.000 figure con diverse professionalità (molte delle quali non vivono, come si suol dire, sotto i riflettori).

Si tratta di ambiti spesso inediti e quindi non ancora regolamentati da un punto di vista contrattuale. Le nuove figure della digital economy chiedono “il riconoscimento della professionalità nel mondo della comunicazione e del marketing che spesso vede i suoi attori scontare un quadro giuridico poco chiaro e trasparente”.

La parola ad Assoinfluencer

Il perché della tutela a influencer e creator lo spiega Jacopo Ierussi ad Adnkronos: “Quella dell’influencer è una figura nuova e che cambia tanto rapidamente quanto il mondo dei media.

I creator possono essere artisti e imprenditori, atleti e divulgatori, ma sono sempre professionisti, capaci di produrre valore attraverso competenze e strumenti specifici. E in quanto professionisti, in un mercato ancora non regolato, ciò che fino ad oggi è mancato è esattamente una realtà che ne tutelasse diritti e interessi. Assoinfluencer è nata proprio per rispondere a questa esigenza”.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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