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Odio online: donne, persone con disabilità e persone LGBTQ+ le categorie più colpite

Lo dice la Mappa dell’intolleranza 2022

Quando venerdì 27 gennaio abbiamo dedicato un articolo al Giorno della memoria, abbiamo cercato di istituire un ponte con il presente.

Ragionando sul fatto che tenere vivo il ricordo della Shoah può avere, tra le altre virtù, quella di allenare alla tolleranza. Oggi che la Rete, oltre alle svariate possibilità virtuose che offre ai suoi fruitori, sta ingenerando anche nuove e pericolosissime forme di intolleranza e discriminazione. Sono forme nuove e in un certo senso comode, perché è assai più facile manifestare sentimenti deprecabili ben nascosti dietro l’anonimato.

A questo proposito, nell’articolo abbiamo citato un recente report, che testimonia proprio la solidità dell’odio online, e dimostra anche come le fasce della popolazione tradizionalmente più deboli sono quelle maggiormente prese di mira dagli haters.

Stiamo parlando della Mappa dell’intolleranza 2022. La settima edizione della Mappa, a cura di VOX-Osservatorio Italiano sui Diritti, fotografa l’odio online nell’anno appena trascorso.

Pride

La Mappa dell’intolleranza

È dunque giunta alla settima edizione la Mappa dell’intolleranza, progetto voluto da VOX in collaborazione con l’Università Statale di Milano, l’Università di Bari Aldo Moro, Sapienza-Università di Roma e IT’STIME dell’Università Cattolica di Milano.

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Come funziona il report? Sono stati estratti e geolocalizzati tweet che contengono parole considerate sensibili, per creare appunto una mappatura dell’odio online secondo sei categorie: donne, persone omosessuali, migranti, persone con disabilità, ebrei e musulmani.

Vediamo i risultati dell’edizione 2022, per cui sono stati analizzati dati del periodo gennaio-ottobre.

L’odio online radicalizzato e il ruolo dei mass media

Il report sull’odio online si apre con un convincente ragionamento. Secondo il quale un periodo decisamente difficile (pensiamo ad esempio alla guerra in Ucraina e alla crisi energetica) ha radicalizzato i discorsi d’odio. “Fenomeno, questo, già registrato nella rilevazione dello scorso anno, ma quest’anno decisamente esploso”.

L’odio online cresce e si polarizza, e c’è subito una seconda notizia sconcertante:  i mass media tradizionali hanno un ruolo centrale nell’orientare e influenzare l’odio online.

Le categorie maggiormente prese di mira

L’indagine sull’odio online nel 2022 dimostra come esso sia sempre più indirizzato verso le categorie cosiddette deboli.

Ovvero donne, persone con disabilità e persone LGBTQ+. Ma mentre le donne sono (disgraziatamente) sempre presenti tra le categorie più bersagliate, vale la pena di segnalare come negli scorsi anni si fosse attenuata la discriminazione contro gli omosessuali.

“Appare dunque evidente che una delle connotazioni dell’odio online rilevate dalla Mappa n.7 è una forte concentrazione sui diritti della persona, sia essa donna, gay o disabile.”

I risultati

Nella rilevazione del 2021 (sempre del periodo gennaio-ottobre) erano stati raccolti un totale di 797.326 tweet dei quali 550.277 negativi (il 69% circa). Nella rilevazione del 2022 sono stati raccolti 629.151 tweet dei quali 583.067 negativi (dunque il 93% circa).

Assistiamo dunque a una radicalizzazione del fenomeno dell’odio online.

Ed entrando nel dettaglio della ricerca, vediamo come nella poco meritoria classifica del 2022 il primo posto è occupato dalle donne (43,21%), seguite da persone disabili (33,95%), persone omosessuali (8,78%), migranti (7,33%), ebrei (6,58%) e islamici (0,15%).

I picchi

I picchi dell’odio online sono spesso concomitanti con avvenimenti notevoli che riguardano quello specifico ambito.

Per prendere solo un esempio, il picco di messaggi di odio contro le persone con disabilità si è verificato in corrispondenza di un’omelia di papa Francesco, che ha invitato a considerare la disabilità una sfida per costruire una società più inclusiva.

La mappa dell’odio

Di grande interesse il dato che geolocalizza le sei categorie prese in esame. Lo riportiamo nella sua interezza.

  • Antisemitismo: Nord Italia e nel Lazio.
  • Islamofobia: Piemonte, Nord Est ed Emilia.
  • Misoginia: Centro Nord, Centro e Centro Sud. In particolare, Bologna, Terni, Roma, Caserta.
  • Omofobia: Tutto il Nord e soprattutto nel veronese, Calabria.
  • Xenofobia: Nord Est e alto Lazio, con forte concentrazione a Roma. Puglia.
  • Disabilità: Nord Ovest, Emilia e Toscana.
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Una proposta

All’interno della Mappa dell’intolleranza viene anche esplicitato un auspicio.

Quello, cioè, di un’educazione all’uso dei social, e del rapporto tra questi e gli utenti, “al fine di prevenire forme sempre più radicali di odio, che possono superare i confini della dimensione online e tradursi in atti concreti come i femminicidi o i sempre più frequenti attacchi di bullismo.”

Ma forse la cultura del dialogo e della tolleranza va coltivata prima: nelle famiglie, nelle scuole, nei rapporti tra cittadini e istituzioni.

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Claudio Bagnasco

Claudio Bagnasco è nato a Genova nel 1975 e dal 2013 vive a Tortolì. Ha scritto e pubblicato diversi libri, è co-fondatore e co-curatore del blog letterario Squadernauti. Prepara e corre maratone con grande passione e incrollabile lentezza. Ha raccolto parte delle sue scritture nel sito personale claudiobagnasco.com

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