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La beta di Android Q finalmente disponibile: tutto quello che dovete sapere

Android Q è arrivato, ma solo in beta e no, non per tutti. Il nuovo sistema operativo di Google è attualmente disponibile solo per i device della famiglia Pixel e porta con sé parecchie novità. Scopriamo quelle principali.

Android Q: come provarlo

Prima di passare in rassegna le funzioni del Android Q, vi spiego come provarlo. Come vi accennavo poco sopra, avete bisogno di un device della famiglia Pixel, quindi:

  • Pixel 3 XL
  • Pixel 3
  • Pixel 2 XL
  • Pixel 2
  • Pixel XL
  • Pixel

Dovrete poi recarvi sulla pagina dedicata al Programma Beta ed iscrivervi. A quel punto dovreste ricevere la notifica relativa all’aggiornamento sul vostro smartphone. Non compare? Niente panico. Aprite le Impostazioni del device e verificate manualmente.

Attenzione però: ricordatevi che una volta iscritti non potrete tornare indietro, o quasi. Qualora decideste di tornare ad Android Pie il device verrebbe formattato, eliminando quindi tutto il suo contenuto.

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La sicurezza al primo posto

Non è un anno semplice questo 2019. L’introduzione del 5G e quella dei dispositivi foldable hanno portato con sé nuove sfide e la necessità di introdurre nuove funzionalità. La società americana però non perde di vista ciò che conta davvero per gli utenti, privacy inclusa.

Android Q quindi può contare su tantissimi miglioramenti legati alla sicurezza. Ora potrete avere più controllo sulle applicazioni che sfruttano la vostra posizione: il sistema vi permette di vietare l’accesso al GPS, di consentirlo solo quando l’app è in uso o di geolocalizzarvi in qualsiasi momento.

I permessi legati alla posizione non sono gli unici ad aver subito modifiche. Android Q infatti migliora l’accesso a file, foto, video e audio. Per quanto riguarda invece il download, le app dovranno utilizzare il file picker di sistema e ciò permetterà agli utenti di decidere quali file saranno accessibili alle singole applicazioni.

Vi è mai capitato di aver a che fare con app molto prepotenti? Sto parlando di quelle applicazioni che passano in primo piano senza alcun permesso, spesso disturbandovi o interrompendo altre attività. Beh, non succederà più. Ora riceverete una notifica quando un’app avrà bisogno della vostra attenzione.

Parliamo infine di IMEI e numeri seriali. Google ha infatti deciso di limitare l’accesso a questi dati e di assegnare al device un indirizzo MAC casuale ogni volta che si collega ad una rete WiFi.

Parliamo di pieghevoli

Immancabili naturalmente i dispositivi pieghevoli, una categoria che apre nuovi utilizzi e nuove esperienze. Ad essi sono legati i cambiamenti a onResume e onPause, pensati per supportare il multi-resume e per riattivare quindi le app chiamate in causa. Ad essere differente è anche il comportamento del manifest di resizeableActivity, ora ottimizzato per garantire un’ottima fruizione delle singole app anche su schermi più larghi e smartphone pieghevoli.

Non avete la possibilità di procurarvi uno di questi device? Niente panico, Google sta aggiornando l’emulatore per poter supportare anche i foldable.

Condivisione migliorata

La condivisione di contenuti dovrebbe essere più rapida. Ecco perché Android Q propone la nuova funzionalità Sharing Shorcuts, che vi permette di passare automaticamente ad un’altra app per condividere il contenuto.

Un nuovo pannello per le impostazioni

Arrivano anche le nuove Settings Panel API. A cosa servono? Semplice: vi permettono di usare una menù “fluttuante” che mostra qualche dettaglio in più. Un esempio? Non solo avrete un piccolo toggle per attivare la rete WiFi ma anche l’elenco delle reti visibili. Tutto questo per evitare di abbandonare l’applicazione, raggiungere le impostazioni e poi tornare indietro.

Una connessione più sicura

Qualche cambiamento arriva anche per reti cellulari, WiFi e Bluetooth che ora devono richiedere un maggior numero di permessi. Presenti poi la già citata randomizzazione dell’indirizzo MAC e il supporto al nuovo standard WPA3 and Enhanced Open.

Ad essere diverso è poi lo stack WiFi, riprogettato per garantire performance migliori e più sicurezza. Le prestazioni poi sono garantire anche dall’adaptive WiFi, ora sfruttabile dagli sviluppatori per ridurre la latenza.

Fotocamera, video e grafica

Vista la capillare diffusione dei sensori dedicati alla profondità, Android Q permetterà alle applicazioni di richiedere un’immagine Dynamic Depth, ossia un file JPEG che include i dati relativi alla profondità di campo. A cosa servono queste informazioni? A creare il famoso effetto bokeh e immagini 3D ma anche a supportare la realtà aumentata.

Arriva anche il supporto al codec video open source AV1 per uno streaming di alta qualità riducendo allo stesso tempo l’utilizzo della banda. A disposizione anche la codifica audio tramite OPUS, l’HDR 10+ e l’API MIDI nativa per comunicare con i dispositivi MIDI attraverso l’NDK.

Per i videogiocatori invece ci saranno poi le librerie OpenGL aggiornate e aggiornabili per tutti quei device che usano le API Vulkan, ma anche l’introduzione di ANGLE, ossia Almost Native Graphics Layer Engine.

Altri miglioramenti

Non solo novità. Google punta a rafforzare anche tutto ciò che ha reso famoso il suo sistema operativo. Torna quindi ART, la funzionalità che velocizza l’avvio delle applicazioni e riduce il consumo di RAM, e viene potenziato BiometricPrompt, che ora supporta i metodi di autenticazione passiva con il riconoscimento del volto.

Arriva poi lo standard TLS 1.3, che garantisce connessioni più sicure, mentre viene ristretto l’accesso alle API non-SDK per favorire quelle pubbliche.

Quello che Google non vi dice

No, niente panico. Sto parlando di tutte quelle novità che Big G non ha riportato sul blog ufficiale.

Android Q porta infatti con sè la stima dell’autonomia residua, visibile già nella tendina delle notifiche, ma anche la voce Emergenza, che compare tenendo premuto il tasto di accensione dello smartphone. Quando ascoltate la musica invece troverete come Lock Screen l’album art correlata al brano, accompagnata però da una potente sfocatura. L’Always-On Display invece vi mostrerà il titolo della canzone che state ascoltando segnalandovi anche quale app state utilizzando.

Completamente rinnovata l’applicazione FIles, ora basata sul Material Design e dotata di una serie di intuitive icone colorate, mentre torna la modalità scura, che potrete però attivare solo selezionando la funzione di risparmio energetico.

Queste ovviamente sono solo alcune delle novità in cui ci siamo imbattuti maltrattando Pixel 3 XL, ma Google sembra averne in serbo molte altre.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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