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Fujifilm X100VI arriva in Italia a 1.849,99 €: ne vale la pena?

La nostra prova di Fujifilm X100VI, la mirrorless APS-C con ottica fissa

Quando prendo in mano una fotocamera, difficilmente è per scattare fotografie.
Buona parte del mio tempo infatti la trascorro registrando dei video, demandando allo smartphone la parte fotografica. Per comodità.
Lo sapete, no? Il solito discorso per cui lo smartphone ce l’ho sempre in tasca, non devo portarmi dietro un oggetto aggiuntivo, non devo pensare ai parametri giusti, non devo “perdere tempo”… Insomma, motivazioni che avrete sentito già un milione di volte.
Cosa succede quindi quando una persona così viene chiamata a provare una macchina fotografica che invece punta in primis sulla fotografia?
Perché, è chiaro, Fujifilm X100VI i video può girarli senza difficoltà ma non è la sua vocazione principale.
Beh, succede che in realtà si riscopre il gusto di pensare, di decidere l’inquadratura, di scegliere la simulazione pellicola giusta, di provare a capire cosa si vuole comunicare (e mostrare) a chi quelle foto poi dovrebbe vederle.

Ma facciamo un passo indietro.

La prova di Fujifilm X100VI a Sanremo

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Sanremo, 4 febbraio.
Arriviamo nella città ligure in treno, a due giorni dall’inizio del Festival.
Una marea di gente, un sacco di giornalisti, cantanti che compaiono dove meno te lo aspetti.
A nostra disposizione circa 24 ore per mettere alla prova Fujifilm X100VI. Di cui non so quasi nulla.
O meglio, qualcosa la so.
So che il modello precedente, una mirrorless APS-C con ottica fissa non intercambiabile, era l’oggetto del desiderio di uno dei nostri video maker. Per più motivi. Le ottime prestazioni, le simulazioni pellicola, i file di alta qualità e il fascino un po’ retro del suo design: tutti elementi che, ve lo anticipo subito, ritroviamo nella nuova arrivata.

Prendo possesso della macchina, accolgo volentieri una seconda batteria e mi faccio mettere la tracolla perché il processo non è particolarmente intuitivo. Et voilà: pronti a partire.
Senza scheda tecnica, senza comunicato stampa, senza informazioni.
E va bene così, perché le successive ore sono tutte una scoperta.

Design senza tempo

Fujifilm X100VI recensione design

Regola numero uno di qualsiasi recensione di qualsiasi prodotto: vedere com’è fatto.
Troviamo alluminio nella parte superiore e inferiore del corpo mentre una texture gommata ricopre il resto di questa mirrorless, garantendo così un ottimo grip.
Sulla parte frontale troviamo il medesimo obiettivo del suo predecessore, un Fujinon Super EBC 23 mm (equivalente 35 mm), con apertura massima F/2.0, lenti asferiche e filtro ND integrato; non mancano ghiere e pulsanti di ogni genere, posizionati sia davanti sia sopra sia sulla parte posteriore. Potete personalizzarne parecchi, avendo quindi sempre sotto mano tutto ciò che vi serve, dall’ISO all’esposizione, dalle simulazioni pellicola all’attivazione del filtro ND.

Sul retro troviamo anche il mirino ibrido, con la possibilità di usare quello ottico oppure quello elettronico OLED e poi il display da 3 pollici, un LCD touchscreen con sistema basculante che vi permette di orientarlo in base alle vostre necessità, tendendo presente che il meccanismo consente l’inclinazione solo sull’asse orizzontale, non c’è invece un meccanismo di rotazione verso l’esterno e, a dire la verità, non ne ho sentito troppo la necessità. Non mi sarebbe dispiaciuto durante la registrazione di qualche video ma per scattare mi è bastato ciò che offre.

Fujifilm X100VI ingressi

Vi segnalo anche la presenza, sulla destra, del selettore per la modalità di messa a fuoco, mentre a sinistra abbiamo lo sportellino che nasconde il jack audio per microfono e telecomando, l’ingresso USB-C e un micro HDMI; sotto invece abbiamo batteria e slot per la scheda SD, che quindi rimane singolo. Un difetto? Durante la prova la X100VI si è dimostrata super affidabile ma non posso dire la stessa cosa di tutte le SD provate negli anni, quindi avere il doppio slot è sempre una garanzia aggiuntiva.
È un dettaglio, uno scrupolo per chi ha visto foto e video sfumare; nella pratica questa assenza aiuta probabilmente a mantenere le stesse dimensioni, che si traducono in una grande maneggevolezza.
È vero che è quasi mezzo chilo di fotocamera ma è anche vero che regala una sensazione di grande solidità senza essere inutilmente ingombrante.

Ah si, dimenticavo: certo che c’è il foro a vide per il treppiede, posizionato ovviamente sul lato inferiore.

Le prime impressioni

Fujifilm X100VI recensione come fatta

Torniamo però alla prova sul campo fatta a Sanremo.
Il primo giorno ho deciso di portare a casa sia foto che video, scoprendo una delle principali novità offerte da Fujifilm X100VI: le clip possono arrivare a 6.2K e 30 fps mentre per avere i 60 fps dovete “accontentarvi” del 4K.
Non è la sua vocazione principale, ve l’ho anticipato, ma i video non sono affatto male.
Tra l’altro avete la possibilità di sfruttare il profilo F-Log per poi colorare i filmati in fase di editing.
Potrebbe essere una vlogging camera? Non proprio secondo me. Da un lato la qualità è molto buona, il pulsante di scatto/registrazione è facilmente raggiungibile e la maneggevolezza vi consente di usarla agilmente per riprendere voi stessi; dall’altro però la stabilizzazione è sufficiente ma non adatta a situazioni troppo movimentate, il 23 mm (equivalente 35 mm) non è forse l’ottica più comoda per il vlog, non c’è una spia frontale che vi segnali che siete in rec e l’autofocus a volte è un po’ lento, che può essere utile quando volete fare transizioni un po’ più cinematografiche ma un po’ limitante se avete bisogno di mostrare degli oggetti mentre siete dietro la camera.

Ad un certo punto, mentre giravo qualche video per Sanremo, mi sono ricordata la simulazione pellicola e ho iniziato a sperimentare un po’. Penso che questa rimanga una delle caratteristiche più interessanti e divertenti di Fujifilm. In sostanza invece di decidere dopo come volete la vostra foto potete farlo prima, scegliendo una delle simulazioni a disposizione, che vanno dal seppia all’Eterna, dal monocromatico al Classic Chrome.
Vuoi qualcosa di vintage? Puoi farlo.
Sei ispirato per un bianco e nero? Cambi pellicola e scatti.
Punti ad un risultato più cinematografico? Puoi ottenere anche quello.

Tutto questo contando su un ottimo hardware interno visto che Fujifilm X100VI non ha mai esitato e mai dato problemi, seppur quella in mio possesso sia una versione di pre-produzione.
La qualità delle foto è alta, con colori naturali, nessuna distorsione cromatica evidente e dettagli che si conservano alla perfezione.
Al buio perde qualcosina ma neanche troppo.

Se poi volete lavorarci in post produzione, potete scegliere di scattare anche in RAW e poi agire con un software di editing per ottenere il risultato desiderato.

Le prime 24 ore a Sanremo con Fujifilm X100VI mi sono piaciute parecchio.
Qualche volta, lo confesso, ho fotografato usando lo smartphone per rapidità ma è solo una questione di abitudine: in fondo se cercate velocità potete mettere tempi di scatto e ISO in automatico e lasciare che la macchina faccia il resto. Questo vi aiuta a catturare l’attimo quando avete paura di perderlo, a non perdere tempo quando la rapidità è tutto, cosa che può accadere se vi dedicate alla street photography, ma se invece il tempo c’è, allora è bene impiegare qualche secondo in più e scegliere tutto con calma. Non solo per un miglior risultato ma anche perché è un approccio alla fotografia diverso, più ragionato. E forse anche un po’ un approccio diverso alla vita.

Fujifilm X100VI recensione: cosa ho scoperto dopo

Fujifilm X100VI ghiere e tasti

Da quelle 24 ore a Sanremo sono passate due settimane.
Due settimane durante le quali ho continuato ad usare Fujifilm X100VI con grande soddisfazione, scoprendo un po’ di informazioni in più e potendo apprezzare qualche altra caratteristica.

Prima di tutto ci troviamo di fronte ad un sensore X-Trans CMOS 5 HR da 40,2 megapixel; il chip è l’X-Processore 5, abbiamo una nuova stabilizzazione a 6.0 stop, possiamo contare su un totale di 20 simulazioni pellicola e su un ISO che va 125 a 12.800.

Ritroviamo poi una funzionalità già presente in altri prodotti Fujifilm, ossia il Camera to Cloud di Adobe, che vi consente di uploadare automaticamente su Frame.io tutti i file che avete generato. Una bella comodità per essere sicuri che niente vada perso e soprattutto per effettuare un backup immediato, senza levare la scheda, accendere il PC, collegare un eventuale accessorio e copiare tutto.

Fujifilm X100VI recensione menu

Durante la prova ho avuto modo di familiarizzare anche con il menù che è davvero ricco, soprattutto quando si tratta di personalizzare i comandi per velocizzare le operazioni che svolgete maggiormente. Ad esempio, il tasto frontale lo uso per scegliere la simulazione pellicola, mentre ruotando a destra il medesimo tasto attivo il filtro ND quando mi serve.
A disposizione poi avete 10 diverse modalità, così siete pronti per ogni evenienza.

Autonomia

Valutare l’autonomia è sempre un compito difficile, anche perché i parametri che influiscono sulla durata della batteria sono parecchi: l’uso del display, la registrazione in 4K, il tempo in cui la lasciate accesa aspettando il momento giusto… sono tutte cose che pesano sul bilancio finale.
Diciamo che le 24 ore a Sanremo le ho fatte tutte con una sola batteria, che non è affatto male.

Fujifilm X100VI: prezzo e conclusioni

Fujifilm X100VI arriva sul mercato italiano al costo di 1849,99 €.
Non sono pochi ma è una cifra adeguata ad una camera che migliora ancora rispetto alla X100V e che si presta benissimo ad un particolare tipo di fotografia, quella street, quella dei paesaggi e dei viaggi. Vi portate a casa file di altissima qualità, persino quando non avete tempo o voglia di regolare i vari parametri.
L’obiettivo fisso a 23 mm può forse limitarvi un po’ ma nella vita quotidiana riesce a dare grandi soddisfazioni, con il filtro ND integrato che è un plus non indifferente.

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Erika Gherardi

Amante del cinema, drogata di serie TV, geek fino al midollo e videogiocatrice nell'anima. Inspiegabilmente laureata in Scienze e tecniche psicologiche e studentessa alla magistrale di Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia.

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