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“I prosumer condominiali”: lo studio che incoraggia la condivisione dell’energia

Energy@home, l’associazione che raccoglie alcune tra le principali aziende italiane nei settori energia, telecomunicazioni, elettrodomestici, elettronica, assicurazioni, ICT, insieme a diverse piccole medie imprese e istituti di ricerca, ha presentato lo studio “I Prosumer Condominiali”. Si tratta di un’analisi che individua nel condominio il primo nucleo di energy community. Ebbene sì, il condominio potrebbe diventare un ecosistema in cui le forme di autoproduzione dell’energia contribuiscono a definire un nuovo ruolo dei consumatori.

Negli ultimi anni l’Associazione Energy@home si è proposta anche come luogo privilegiato di incontro tra industrie diverse per identificare e studiare nuovi casi d’uso e nuovi business model legati al mondo della Smart Home e all’uso intelligente dell’energia –  riporta Marco Signa, direttore dell’associazione. – Anche quest’anno Energy@Home ha offerto all’esterno questo patrimonio di idee, promuovendo il dibattito su un tema di grande attualità con competenza e concretezza. Abbiamo affrontato il tema delle Energy community partendo dalla sua applicazione pratica ai condomini, evidenziando un potenziale interessante così come barriere e soluzioni, a beneficio non solo degli operatori del settore, ma di tutto il sistema Italia“.

“I prosumer condominiali”: vantaggi, ostacoli e soluzioni

Perché dare vita ad un energy community? Beh, i vantaggi sono chiari: si soddisfa il fabbisogno, si riducono le emissioni di CO2 e si riduce inoltre il prezzo dell’energia elettrica. L’analisi costi-benefici si traduce in n saldo positivo per il sistema paese compreso tra 1,4 e 2 miliardi di euro, tenendo conto delle spese che dovranno essere sostenute per l’adeguamento della rete elettrica e la redistribuzione oneri di sistema e dispacciamento.

Non basterà però installare impianti sui tetti delle case per per rispettare gli obiettivi sfidanti sulle rinnovabili imposti dalla direttiva RED II. Bisognerà sfruttare al meglio tutti gli spazi disponibili, inclusi appunto i condomini, condomini che però ad oggi non sembrano aver abbracciato l’energia rinnovabile, sia per motivi economici sia perché non viene percepito il risparmio sulla bolletta. La situazione però è destinata a cambiare: benché ci sia ancora molta diffidenza verso questo tipo di proposte, c’è un crescente interesse a valutare iniziative di questa portata. Tenuto conto dei numerosi aspetti tecnici, burocratici e gestionali, prevale la tendenza ad affidarsi a società specializzate, le ESCO, per sostenere l’investimento, gestire l’impianto per tutta la vita utile e ripartire gli autoconsumi sulla base di regole definite di comune accordo con gli amministratori e i condomini.

Kantar ha ascoltato e raccolto per Energy@Home la prospettiva degli amministratori di condominio – ha commentato Andrea Corti, Client Partner Tech, Comms, Utilities – Kantar, Insights Division – che si sono confermati un attore chiave per l’adozione di nuove soluzioni energetiche per i condomini. In particolare, una nuova normativa che permetta di utilizzare l’energia prodotta da un impianto di autoproduzione anche per i bisogni dei singoli condòmini viene accolta in modo positivo, principalmente perché permetterebbe di ridurre i tempi di ritorno sull’investimento. Come ci si attendeva, il risparmio è emerso come il driver primario, ma gli amministratori ritengono vincenti anche altri valori, come la semplificazione e l’aumento del valore del condominio”.

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