Il CTO di OpenAI, Mira Murati, lascia il suo incarico. A poche ore dall’annuncio, seguono le dimissioni del Direttore della Ricerca Bob McGrew e del Vicepresidente di OpenAI Barret Zoph. Nel frattempo il CEO Sam Altman conferma la notizia in un post su X (ex Twitter), rivelando i piani per la nuova leadership.
Tre dimissioni di alto profilo per OpenAI: cosa sta succedendo?
Ieri sera – mercoledì 25 settembre – OpenAI ha registrato tre dimissioni di alto profilo. L’uscita del CTO Mira Murati è stata subito seguita dall’annuncio del Direttore della Ricerca Bob McGrew e del Vicepresidente Barret Zoph. Altman ha dichiarato che le decisioni sono state indipendenti ma coordinate, per garantire un passaggio di consegne senza intoppi.
La partenza di Murati, tra le figure chiave della crescita dell’azienda, potrebbe segnare un momento di svolta per OpenAI. McGrew ha ricoperto un ruolo cruciale nel team di ricerca sin dal 2017 e Zoph, arrivato nel 2022, ha guidato il team di post-training, essenziale per il miglioramento dei modelli AI come ChatGPT.
Con l’uscita di scena di Murati, McGrew e Zoph, Altman ha annunciato una riorganizzazione interna. Mark Chen, attuale vicepresidente della ricerca, è stato promosso a vicepresidente senior. Collaborerà con Jakub Pachocki, nominato capo della ricerca
Inoltre Altman ha nominato MattKnight, ex capo della sicurezza, come nuovo responsabile della sicurezza informatica, mentre KevinWeil e SrinivasNarayanan manterranno i loro ruoli di leadership nel team applicato, responsabile dello sviluppo dei prodotti. JoshAchiam, ricercatore di lungo corso, assumerà il nuovo ruolo di head of mission alignment, con il compito di assicurare che la cultura aziendale resti coerente con gli obiettivi dell’azienda.
Uno scossone coordinato (ma pur sempre uno scossone)
Non è la prima volta che OpenAI perde talenti chiave: Andrej Karpathy e Jan Leike se ne sono andati a inizio anno, mentre il co-fondatore John Schulman ha lasciato recentemente per unirsi alla rivale Anthropic.
Di fronte a queste partenze, Sam Altman ha voluto rassicurare dipendenti e investitori. Ha dichiarato che il cambiamento è una parte naturale per aziende in rapida crescita, anche se ha ammesso che il tempismo è stato insolito.Altman ha comunque affermato che le dimissioni sono state “coordinate” per quanto “indipendenti tra loro”. Ora, con soli 3 dei 13 fondatori originali ancora in azienda, OpenAI dovrà affrontare le sfide di mantenere stabilità e continuità nel proprio percorso.
Le dimissioni arrivano in un momento critico per OpenAI. L’azienda, che recentemente ha toccato una valutazione di 150 miliardi di dollari, sta passando da un modello no-profit a uno a scopo di lucro. Sam Altman, destinato a ottenere una quota di capitale del 7%, potrebbe quindi essere al centro di divergenze sulla direzione strategica della società.
Da parte sua McGrew, nel suo messaggio di addio su X, ha accennato alla necessità di una pausa dopo otto anni in azienda, definendo OpenAI “la più importante azienda di ricerca e distribuzione del mondo”. Anche Zoph ha parlato di una decisione personale, motivata dal desiderio di esplorare nuove opportunità.
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