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OpenAI si prepara a diventare un’azienda for-profit

Mira Murati e altri due dirigenti hanno lasciato la compagnia

OpenAI, la società creatrice di ChatGPT, sta pianificando una profonda ristrutturazione per trasformarsi in un’azienda for-profit. Questa mossa segna un allontanamento significativo dalla sua missione originale di organizzazione non-profit dedicata allo sviluppo sicuro dell’intelligenza artificiale. E rimette in discussione l’utilizzo dei dati proprietari per addestrare i modelli AI.

OpenAI diventerà un’azienda for-profit

Il cambiamento più rilevante riguarda l’eliminazione del consiglio di amministrazione non-profit che attualmente controlla le operazioni dell’azienda. Questa struttura, creata nel 2019, mirava a bilanciare gli obiettivi commerciali con la missione di sviluppare un’IA “sicura e benefica per l’umanità“.

OpenAI intende diventare una “benefit corporation“, un modello aziendale che persegue sia il profitto che obiettivi di interesse pubblico. Questa transizione permetterebbe all’azienda di attrarre maggiori investimenti, offrire quote azionarie ai dipendenti, pur continuando a rendicontare il proprio impegno sociale.

All’evento di Italian Tech Week, parlando con John Elkann, il CEO di OpenAI Sam Altman ha commentato dicendo che “Penso che sarà un grande cambiamento per tutte le persone coinvolte e spero che OpenAI diventerà sempre più forte, come è stato fino a oggi”.

Sam Altman openai società for profit

Contemporaneamente all’annuncio della ristrutturazione, tre figure chiave hanno lasciato OpenAI:

  • Mira Murati, Chief Technology Officer
  • Bob McGrew, Chief Research Officer
  • Barret Zoph, VP of Research

Non è chiaro, al momento, se il diventare una società for-profit sia la ragione di queste dimissioni, anche se Murati se n’è andata ringraziando la compagnia. Altman ha commentato dicendo: “Ho visto alcuni articoli che sostenevano che le dimissioni di queste figure erano legate a una ristrutturazione aziendale: non è assolutamente vero. La maggior parte delle cose che ho letto erano totalmente sbagliate: il nostro consiglio di amministrazione è da un anno che pensa a una ristrutturazione, a ciò che serve per arrivare alla prossima fase di OpenAI. Credo che queste dimissioni arrivino da persone pronte per nuove esperienze professionali e lasciare, quindi, il posto a una nuova generazione di leader”.

Nonostante gli ingenti investimenti ricevuti da colossi come Microsoft, OpenAI sta affrontando importanti problemi finanziari. Il diventare for-profit potrebbe ridurre le perdite e portare, spera OpenAI, utili, che rilancerebbero la società anche in Borsa.

OpenAI dice che la sua società non-profit continuerà a esistere, ma non avrà più il controllo della società. Resta da vedere come i regolatori prima e gli investitori poi valuteranno questa transizione.

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Autore

  • Stefano Regazzi

    Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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