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Meno di due minuti alla mezzanotte: la storia dell’Orologio dell’Apocalisse dalla Guerra Fredda agli Iron Maiden

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Uno strumento affascinante ma inquietante l’Orologio dell’Apocalisse, che ci indica quanto siamo vicini alla fine del mondo. Un’idea nata da un gruppo di scienziati che è stata poi ripresa in musica dagli Iron Maiden.

Che cos’è l’Orologio dell’Apocalisse?

Se vi dicessimo che esiste uno strumento in grado di prevedere esattamente quando avverrà la fine del mondo, avreste il coraggio di guardarlo? In questo caso qualcosa del genere esiste, anche se è decisamente improprio usare il verbo “prevedere”. Il concetto di Orologio dell’ApocalisseDoomsday Clock in inglese – è stato inventato nel 1947, agli albori di quella Guerra Fredda per oltre 40 anni avrebbe tenuto il mondo sull’orlo di un conflitto atomico. E chi crede che l’idea provenga da un gruppo di guru e santoni si sbaglia alla grande: l’Orologio dell’Apocalisse nasce dagli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists dell’Università di Chicago. Il senso del progetto era il seguente: se la mezzanotte rappresenta la fine del mondo, quanti minuti mancano ad essa? Nessuna previsione astrale quindi, ma un meticoloso studio del mondo geo-politico, per stabilire quanto siamo vicini all’estinzione. Una sorta di monito per i potenti del mondo e per la popolazione di questo piccolo angolo di Universo.

Quando il progetto nacque, la mezzanotte era usata per indicare l’olocausto nucleare di un eventuale conflitto atomico tra Unione Sovietica e Stati Uniti. Al momento della sua creazione, nel giugno del 1947, l’orologio venne impostato su sette minuti dalla mezzanotte: da allora sarà spostato 22 volte. Infine, al termine della Guerra Fredda, si decise di allargare il concetto di fine del mondo: la mezzanotte avrebbe rappresentato qualunque catastrofe globale, non più solo il conflitto atomico.

Tic-Toc: siamo a soli 100 secondi dalla fine del mondo

Le lancette dell’Orologio – che dal 1947 è sempre apparso sulla copertina del Bulletin of the Atomic Scientists –  state quindi spostate 22 volte nel corso di quasi 75 anni. L’ultimo spostamento risale al 2020, che ci porta a solo 100 secondi dalla mezzanotte. Si tratta della distanza minima mai segnata dall’Orologio dell’Apocalisse. Nel caso specifico, a preoccupare gli scienziati, fu la mancanza di una coordinazione globale sul tema dei cambiamenti climatici e il costante riarmo nucleare di molte potenze mondiali. Ancor più impressionante è che l’aggiornamento risale al gennaio 2020: cioè prima della pandemia Covid-19 e, ovviamente, del conflitto in atto tra Russia e Ucraina. Possiamo quindi ipotizzare che manchi decisamente meno di 100 secondi alla mezzanotte.

Il primo spostamento del Doomsday Clock risale al 1949, due anni dopo la sua creazione. Da sette minuti si arrivò a soli tre, dopo che si diffuse la notizia di un primo test nucleare andato a buon fine da parte dell’Unione Sovietica. Nel 1953 si scende di un ulteriore minuto, con lo sviluppo della bomba ad idrogeno. Pochi anni dopo, nel 1960, un primo segnale di distensione riporta l’Orologio a 7 minuti: le due superpotenze dialogano dal punto di vista diplomatico, e l’opinione pubblica prende coscienza sui pericoli di una guerra atomica. Nel 1963 si arriva addirittura a 12, con la firma del Partial Test Ban Treaty, che garantiva una tregua dal punto di vista dei test nucleari.

La Guerra Fredda si avvia alla conclusione ma l’Orologio dell’Apocalisse continua a ticchettare

La Guerra in Vietnam e l’altalenante tensione tra USA e URSS faranno oscillare l’Orologio per parecchi anni, mantenendo comunque una soglia di almeno 4 minuti dall’ora 0. Soglia che scende a 3 nel 1984, orwelliano anno in cui i sovietici boicottarono le Olimpiadi di Los Angeles. Nello stesso anno l’allora presidente USA Ronald Regan si riferì all’Unione Sovietica definendola “Impero del male”, correndo al riarmo nucleare. Ma la Guerra Fredda era ormai agli sgoccioli: la caduta del Muro nel 1989 porterà le lancette ad un ben più rassicurante 10 minuti. Si arriva addirittura a 17 minuti nel 1991, quando le due superpotenze firmano un trattato per la riduzione degli armamenti: l’olocausto nucleare sembrava scongiurato.

Un progressivo riavvicinamento alla mezzanotte avverrà per tutti gli anni 90 fino ai primi anni 2000, a causa dell’instabilità di molti territori dell’ex URSS e degli attentati dell’11 settembre 2001. Nel 2007 si arriva a 5 minuti, con Corea del Nord e Iran che affermano di essere in possesso di testate nucleari. Il cambiamento climatico ci fa perdere ulteriori 2 minuti nel 2015 e altri 30 secondi li dobbiamo alla proliferazione nazionalismi nel 2017 (come  l’elezione negli USA di Donald Trump). Un ulteriore passo indietro nel 2019 per poi, come detto, arrivare alla drammatica soglia dei 100 secondi del 2020. Peraltro il team del Bulletin of the Atomic Scientists ha dichiarato che si incontrerà nei prossimi giorni per considerare l’impatto della guerra tra Russia e Ucraina sull’Orologio: siamo davvero sull’orlo della catastrofe?

2 Minutes to Midnight: l’impatto sulla cultura pop e la musica

Il Doomsday Clock è stato ripreso da molti artisti nel corso della storia. Non sappiamo se “A che ora è la fine del mondo” di Luciano Ligabue (che riprende un celebre brano dei REM) è legata all’Orologio dell’Apocalisse, ma di sicuro “2 Minutes To Midnight” degli Iron Maiden lo è. Il Doomsday Clock appare anche nel video ufficiale del brano “Russians” di Sting e in un episodio della seconda stagione della serie TV Madam Secretary. Il titolo dell’album “Minutes to Midnight” dei Linkin Park del 2007 è un riferimento all’Orologio. Non a caso il singolo “What I’ve Done” affronta il tema della catastrofe nucleare. Nel racconto intitolato “The End of the Whole Mess” di Stephen King (del 1986) l’Orologio segna soli 15 secondi alla mezzanotte.

Infine Doomsday Clock è anche il titolo di una serie di graphic novel create da Geoff Johnes, in un progetto crossover tra Universo DC e quello di Watchmen.

Ultimo aggiornamento 2024-10-06 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API

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