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Judo Boy: combattere se stessi è la battaglia più ardua

L'anime racconta il complesso percorso di maturazione di Sanshiro Kurenai dopo la drammatica morte di suo padre

Siamo agli inizi degli anni ’80 e in Italia arriva, trasmesso su Telemontecarlo, Judo Boy. L’anime arriva chiaramente dal Giappone e nasce in realtà da un manga uscito un po’ di anni prima. Creato da Tatsuo Yoshida, il manga Judo Boy esce infatti nel 1968 ma ha successo sin da subito, al punto tale che lo stesso anno ne viene tratto un anime di 26 episodi che sarà poi esportato anche lontano dal Giappone.

Judo Boy d’altronde è un anime che racchiude una serie di canoni tipici del Sol Levante, affascinando il pubblico di luoghi lontani come l’Italia. Aspetti che andremo ad analizzare nel corso del nostro articolo. Partiamo allora col scoprire qual è la storia di Judo Boy e perché ha conquistato il cuore di molti.

Judo Boy: la storia dell’anime

Un nemico invincibile

Sin dai primi istanti, l’anime ci presenta il suo protagonista. Sanshiro Kurenai è un ragazzo dal temperamento forte, ribelle ma anche particolarmente determinato. Il primo episodio però parte in modo drammatico: Sanshiro corre sulla sua moto, cercando disperatamente suo padre. Poco più avanti l’uomo, che è un ammirato maestro di judo nonché fondatore della scuola Kurenai, sta combattendo con un uomo misterioso. Il figlio arriva quando ormai è troppo tardi: suo padre è a terra, in fin di vita, dopo il colpo mortale del suo nemico che intanto si è volatilizzato.

Sanshiro è disperato – da bambino, d’altronde, ha già perso sua madre (che ricorda in vari episodi, indossando il kimono rosso da lei cucitogli). Abbraccia suo padre in lacrime ed è deciso a seguire l’uomo che lo ha conciato in quel modo ma il padre lo ferma, chiedendogli di non seguirlo. “È invincibile, non puoi farcela”, sono le ultime parole dell’uomo prima di esalare il suo ultimo respiro.

judo boy padre

Una storia di vendetta

Con suo padre tra le braccia e le lacrime che scorrono, Sanshiro Kurenai riesce però a trovare un oggetto: un occhio di vetro. Si tratta dell’unico indizio sull’uomo che ha ucciso suo padre e sarà da quel momento in poi fulcro dell’intera storia. Il protagonista infatti svilupperà la trama dell’intero anime basandosi sulla ricerca quasi ossessiva di quest’uomo con un occhio solo. Il suo obiettivo è quello di trovarlo per batterlo e vendicare così suo padre.

La vendetta sarà insomma la fiamma ardente che spingerà Sanshiro a superare man mano ogni ostacolo e che lo risolleverà subito dopo la morte di suo padre. Il protagonista di Judo Boy infatti vive una profonda crisi personale subito dopo la morte del padre, anche perché perde non solo un genitore ma una sorta di pigmalione, un punto fermo nella sua vita.

La missione di Sanshiro

Sanshiro ha sempre pensato che suo padre fosse imbattibile nel judo e che la Kurenai, la scuola da lui fondata, fosse la più forte del Giappone. Lui stesso, d’altronde, ne è un allievo. Quando tutte queste certezze crollano in un attimo, Sanshiro vive un momento di spaesamento e incolpa quasi il padre, accusandolo di avergli mentito. D’altronde non lo aiuta l’atmosfera di sbeffeggiamento che si crea intorno a lui proprio per la sconfitta della sua scuola.

Il desiderio di vendetta però è più forte di tutto questo e gli darà non solo la spinta per riprendersi ma anche per partire alla ricerca dell’uomo che ha ucciso suo padre. D’altronde Sanshiro ha anche un altro obiettivo che è quello di risollevare il nome del padre e dimostrare che la scuola Kurenai è davvero la migliore che esiste.

Amori passeggeri, amicizie durature

Nel corso dei 26 episodi dell’anime Judo Boy seguiremo dunque le avventure di Sanshiro. Il ragazzo incontra subito una serie di personaggi che lo ingannano con l’obiettivo di impadronirsi dell’occhio di vetro che porta costantemente con se e che appartiene all’uomo che ha ucciso suo padre. Incontra però anche degli amici che saranno costantemente al suo fianco nel corso delle sue avventure: un orfanello di nome Ken e il suo fedele cane Bobo, che lo ammirano profondamente.

judo boy sanshiro amici

C’è un’altra costante nella storia di Sanshiro ed è l’incontro con una serie di affascinanti ragazze che si innamorano di lui. Durante il suo viaggio di ricerca, il protagonista incrocia la sua strada con quella di ragazze in pericolo che, quasi sempre, riesce a salvare. Seppure innamoratesi di lui, ognuna di queste lo lascia poi andare, comprendendo che il suo viaggio è più importante di qualsiasi altra cosa, anche del loro amore.

Il finale

Il finale di Judo Boy non è quello che ci si aspetterebbe. Sanshiro ha affrontato nel corso dei 26 episodi una lunga serie di nemici, tutti accomunati dalla mancanza di un occhio. Eppure nessuno di questi si è rivelato essere l’uomo che ha ucciso suo padre. È a questo punto che il pubblico riceve un’amara sorpresa: arriviamo all’ultimo episodio, quello in cui ci si aspetta il fatidico incontro, ma ciò non avviene. L’ultimo episodio si presenta anzi come gli altri: un feroce combattimento, una vittoria per il protagonista, l’incontro con un’affascinante ragazza che poi lo saluta, consapevole che non lo rivedrà mai più. Stop.

Sanshiro, insomma, non completa la sua missione: l’anime ci lascia così, con un finale aperto che vede il protagonista partire per continuare la ricerca dell’uomo che ha ucciso suo padre, senza svelarci se ciò prima o poi accadrà.

Judo Boy: curiosità e considerazioni sull’anime

Perché Sanshiro non trova l’uomo che ha ucciso suo padre?

Se il fulcro della storia di Sanshiro è vendicare suo padre, perché il finale dell’anime non lo soddisfa, ponendo la chiusura desiderata alla storia? Bisogna andare oltre le apparenze per comprendere il motivo di questa scelta, addentrarsi nelle profondità del personaggio. Ragionando in questo modo si comprenderebbe che il vero fulcro della storia non è la vendetta, trovare l’uomo con un occhio solo che ha ucciso il padre del protagonista, ma il percorso di Sanshiro verso questo obiettivo.

Il nostro protagonista è sin dal primo episodio accecato dalla rabbia e dalla voglia di vendetta. Mette in dubbio la scuola, suo padre, se stesso e prende forza solo da questo desiderio irrefrenabile che finisce per offuscare il resto. Episodio dopo episodio combatte nemici, incontra persone che poi non rivedrà mai più ma conosce anche l’amicizia. Sanshiro cresce, impara, si appassiona davvero al judo e porta a termine un vero e proprio percorso di maturazione. Ci lascia insomma comprendere che l’assassino di suo padre è un pretesto perché quel vero fulcro è il percorso di maturazione che compie nel corso della serie.

sanshiro judo boy

Il vero nemico di Sanshiro è Sanshiro

Sanshiro in realtà non cerca l’uomo che ha ucciso suo padre ma se stesso. D’altronde proprio suo padre, prima di morire, gli chiede di non seguire quell’uomo che lo ridotto in fin di vita. Proprio questa frase ci regala quasi un primo indizio verso la verità nascosta dell’anime e cioè che il vero obiettivo è trovare se stessi, non uccidere il nemico. Indizi che in realtà sono disseminati lungo tutto l’anime e servono allo spettatore per comprendere che l’atteggiamento di Sanshiro è sbagliato, così come il fine che si pone. Il suo Judo è privo di concentrazione, privo di quella pazienza ostacolata dallo spasmodico desiderio di trovare al più presto il suo nemico.

“Conosci la posizione, ma il gesto è vuoto: non c’è spirito combattivo” gli dice il nemico che il protagonista incontra nel corso del primo episodio, palesando una realtà che Sanshiro non riesce a vedere. Il suo Judo è vuoto perché è mosso soltanto dalla volontà di vendetta ma non dalla consapevolezza vera di questo sport e dell’amore per esso. Consapevolezza che il protagonista di Judo Boy assumerà episodio dopo episodio, portando a termine il vero obiettivo: compiere la sua crescita interiore, abbracciando lo sport nel suo senso più profondo.

La svolta di Sanshiro

Il cambiamento di Sanshiro appare infatti evidente proprio nel finale dell’anime. Il nostro Judo Boy non trova l’uomo che ha ucciso suo padre ma è determinato a continuare la ricerca. Tuttavia il suo spirito è diverso: non è più mosso dalla vendetta ma dalla voglia di migliorare ancora se stesso, arrivando ad essere il migliore in questo sport. Lui stesso, negli ultimi minuti dell’anime, in sella alla sua moto esclama: “Mi allenerò finché non diventerò il più grande combattente di judo al mondo”. Una frase che ci conferma che la maturazione del nostro protagonista è effettivamente avvenuta.

La sigla

La sigla di Judo Boy è stata incisa dal gruppo omonimo, scritta da Andrea Lo Vecchio su musica e arrangiamento di Detto Mariano.

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Anna Montesano

Scrittrice da quando ne ho memoria, dai diari al web. Viaggiatrice incallita e malata di serie tv, appassionata di tv e cinema. Nella vita un solo motto: "Perché rimandare a domani quando puoi vederlo oggi?"

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