B1NARY – Episodio 43: Houston, abbiamo un problema

Cara Ludovica,
non vogliamo sembrare moralisti, ma se dopo due anni di monogamia avverti il desiderio o la curiosità di andare a letto con una persona diversa dal tuo partner, significa che sotto sotto dentro di te c’è qualcosa di decisamente normale e naturale: il genuino paradosso della monogamia.  

Non importa la nazionalità o l’orientamento, l’epoca storica o la posizione geografica: andare a letto con persone al di fuori della coppia rappresenta da sempre l’intimo sogno di tutt@ – pensa che dalle nostre parti hanno inventato un’intera morale cattolica e ben due comandamenti per impedircelo.

Se a ognuno di noi venisse chiesto: cosa vorresti nel mondo ideale?, tutti sicuramente risponderemmo: la pace nel mondo, l’amore universale, la fine della povertà e della fame. Chi direbbe mai: la monogamia? Forse giusto un paio, ma solo perché le fidanzate li stanno a guardare.

Infatti, al netto di sovrastrutture e le imposizioni, la natura già ci dimostra che sono pochissime le specie di animali che praticano la monogamia – e tu di certo non ci sembri un coyote, un pipistrello o una lontra gigante, con rispetto parlando.

Lo stare bene con il proprio partner non può voler dire che non si possa desiderare anche dell’altro, diciamo che è quasi fisiologico. Siamo infatti profondamente convinti di una cosa: un solo essere umano non basta a soddisfare le nostre esigenze. Di qualsiasi natura esse siano. Emotive, sessuali, psicologiche. Anche il solo fatto di dover andare dal salumiere a fare la spesa ci dimostra che siamo fatti per interagire con altre persone. 

Possiamo quindi comprendere il desiderio di andare a letto con qualcun’altro.
Prima però di passare all’azione, ti diamo un paio di compiti a casa.
Il primo è cercare di capire perché. Magari c’è un motivo più profondo, magari c’è qualcosa nella tua relazione che non ti soddisfa e che merita di essere indagato. 
Il secondo è dirlo al tuo partner. Capiamo che non tutti abbiano la stessa filosofia ma un conto è spiegarglielo e agire in modo consensuale, un conto è tradirlo e fare tutto alle sue spalle. 
Non sarà facile, lo sappiamo, ma iniziare a sco***e con sconosciuti senza che lo sappia potrebbe rovinare davvero il vostro rapporto e distruggere qualcosa che in realtà funziona.

In bocca al lupo e facci sapere come va!

Cara Ginny,
questo tuo quesito ce lo siamo fatti in molti, al momento di accedere a delle app di incontri.

Facciamo però un passo indietro.
Siamo soliti definire “caso umano” qualcuno che si comporta fuori dai nostri schemi, lontano dalla nostra logica, dalle nostre abitudini o da quello che noi consideriamo accettabile.
Ma non c’è niente di universale in questo. 
Anzi, ti diremo di più: siamo tutti il caso umano di qualcuno.
Non perché siamo sbagliati, non perché siamo malati ma perché i rapporti sono un gioco di incastri, di compatibilità. E a volte non funziona. A volte non siamo fatti l’uno per l’altro, in amore e in amicizia. 

Quindi sì, questo significa che sei stata o sarai anche il “caso umano” di qualcuno, ed è normale. Va bene così. 

Torniamo ora alle app di dating.  
Su Tinder, tutti sembrano un po’ folli e disfunzionali (comunque meno ridicoli di quanto appaiano su Instagram), ma basta scambiare due battute con qualcuno per fugare subito qualsiasi dubbio in merito.

Tinder costringe a sviluppare una interazione costruttiva attraverso l’arcaico mezzo noto come scrittura, un’antica tecnologia mesopotamica che gli arrapati sumeri utilizzavano per essere ghostati. Il fatto che non si possano inviare vocali o immagini, e che perciò non ci si possa affidare a più familiari medium come gli sproloqui e le dick pic, fa apparire la stragrande maggioranza degli utenti come la nostra tesina di esame alle medie: mediocre, sgrammaticata, insulsa.

Magari nel corso della conversazione migliorano, eh: la pazienza, come sempre, è la migliore virtù. Per questo non bisogna disperare: i grandi numeri sono come il banco, vincono sempre. Piuttosto che una interminabile successione di ammalianti partner (non funziona così neanche nella vita reale), bisogna avere la pazienza di scartare un numero interminabile di carte, perché tra tanti bluff prima o poi capita sicuramente l’opportunità di vincere tutto il piatto.

Ma attenta: anche un asso di cuori può tramutarsi in due di picche. Ma che ne sappiamo noi, che non sappiamo giocare neanche a briscola. Sarà per questo che non ci invitano mai a giocare a scopa.  

Cara Sabri,
non ricordiamo dove, ma abbiamo recentemente letto da qualche parte che una relazione sostenibile si basa per l’80% sul tollerare le differenze e per il 20% sul sesso. Senza il sesso si sopravvive, insomma, e parlare di emozioni su libri, film o località visitate o da visitare può essere davvero l’inizio di un rapporto bello e duraturo in cui, però, il nostro partner assomiglia sempre di più a un caro amico che a volte ci sta simpatico, e che a volte non tolleriamo.

La compatibilità sessuale non è scontata. Non è che se uno ha gli organi genitali che ci piacciono allora automaticamente tutto sarà scorrevole a appagante. Ci sono sfumature, ci sono gusti, ci sono pratiche più o meno apprezzate, e dobbiamo avere il tempo e la complicità di raccontarcele. Dobbiamo spiegare all’altro cosa ci piace e cosa vorremmo fare a letto, dobbiamo fornire delle indicazioni precise.
Un po’ come per far atterrare un aereo: non basta una pista, servono le luci, le indicazioni, le autorizzazioni della torre di controllo – e anche le giuste precauzioni.

È come nelle sit-com, dove i primi episodi spesso non sono quelli migliori. Il divertimento inizia quando abbiamo avuto tempo di prendere familiarità con i personaggi, con le loro preferenze e caratteristiche, ma se la prime volte a letto ti hanno fatto venire da ridere, forse non è un buon segno.

Di sicuro le prime volte non sono sempre quelle più indimenticabili – per timidezze, pudori o sovrastrutture facilmente immaginabili. Gli uomini, poi, spesso si chiudono in un meccanico martellare da cui in modo fin troppo evidente traspare il fatto che sono imbarazzati e in ansia da prestazione, e che con tutta probabilità stanno pensando alla nonna per non venire troppo presto. Altri non praticano il sesso orale, o non si intrattengono in preliminari di alcun genere: se è questo il caso, non dobbiamo neanche dirti cosa fare.

Se invece il problema non risiede nella generosità delle intenzioni, ma nella mera imperizia tecnica, crediamo che il problema sia facilmente arginabile con le parole e l’inclusione: abbiamo tutti preferenze, fantasie e perversioni che l’orecchio attento può ascoltare, comprendere e interpretare. Se sei pronta ad accogliere le sue richieste, lui lo sarà verso le tue. Se invece le tue richieste si scontreranno contro un muro di silenzio, significa che è sordo, o che sta pensando alla nonna.